L’arte di remare controvento. Cronache da un convegno

IMG_7291“E’ necessario mobilitarsi non solo dentro le sacrestie, perché quando la fede non diventa cultura è una fede non vissuta”. Così il presidente dell’associazione “Vita è”, Massimo Gandolfini, durante i lavori del I Convegno nazionale tenuto a Verona nella bellissima sala della Basilica di S.Teresa. La sveglia è suonata per i tanti fedeli presenti, ma gli interventi durante la giornata hanno fatto fischiare le orecchie a tutti, anche a quelli che la fede non ce l’hanno.

Di fronte a una sala stracolma, infatti, è suonata una musica più forte delle altre: davanti non abbiamo più un problema morale, ma il tentativo di rivoluzionare l’uomo. Le cronache ci stanno accerchiando a colpi di eterologa, divorzio breve, unioni omosessuali, uteri in affitto, adozioni a coppie dello stesso sesso, educazione gender nelle scuole. Tutte questioni che si radicano in una visione dell’uomo profondamente rivoluzionaria. Nuovi diritti?

Mario Adinolfi, che proviene da una storia di co-fondatore PD, dice che “non siamo noi i medievali, ma sono loro i regressisti”, cioè quelli che in nome di un presunto progresso – i “nuovi” diritti – vogliono, invece, riportare indietro la lancetta del tempo. A quando gli uomini non erano considerate persone, ma cose.

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Eugenia Roccella, deputata Ncd, ha fatto notare che, pur essendo ormai una esigua minoranza politica, chi si riconosce in certi valori non può rinunciare a battersi per qualcosa che riguarda l’uomo. Secondo Roccella pratiche come quella dell’eterologa disumanizzano la maternità e si collocano in una prospettiva di mero mercato: i figli per contratto. I figli come una cosa. Nell’eterologa tende a prevalere il desiderio sulla realtà e, come ha notato Federico Iadicicco (FdI), “la normazione sulla famiglia si sta spostando sempre più da un piano pubblico ad uno strettamente privato”.

Figli scelti da un catalogo, eutanasia, matrimonio ridotto a quasi nulla, educazione sessuale nelle scuole senza il parere dei genitori, sono questioni che trovano una sponda decisiva nelle istituzioni europee. Lo ha rilevato l’eurodeputato Lorenzo Fontana (Lega) che ritiene necessario “recuperare un senso di fedeltà ai nostri valori e alle nostre radici cristiane”.

Il senatore Giovanardi, ormai bersaglio mobile preferito di ogni radical chic che si rispetti, a Verona ha ricordato di aver presentato, proprio lui, nel 2012 un ddl per il “contratto di convivenza e solidarietà”. “Non prevedeva nessun elenco in comune o a livello nazionale e nessun accostamento alla famiglia tradizionale. – ha detto Giovanardi – Infatti, già con l’attuale ordinamento non ci sono discriminazioni, ma con quel ddl si voleva sgomberare il campo da ogni possibile fraintendimento, anche nella forma”. Per il senatore emiliano ogni persona deve avere rispetto, tuttavia non è possibile pretendere che la leggi ratifichi un rovesciamento della realtà.

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Per uscire dalla strettoia della battaglia ideologica, si deve entrare nel merito. Massimo Gandolfini lo ha fatto da neurochirurgo mostrando alcune evidenze scientifiche che indicano, tra l’altro, che “l’utero non è un forno, ma un luogo in cui si comincia a conoscere e a intessere relazioni.” Rompere queste relazioni fondamentali significa violare l’umano nella sua costituzione essenziale, le conseguenze sono pericolosissime. Renzo Puccetti, invece, ha portato diversi dati di ricerche scientifiche internazionali che mostrano il nesso tra aborto, divorzio e contraccezione. Per rilevare che la separazione tra sessualità e amore, ottenuto con l’avvento della contraccezione, è all’origine di una valanga inarrestabile. Per questo il medico bioeticista ha voluto sottolineare come l’enciclica Humanae Vitae, l’ultima di Paolo VI, debba essere considerata nel suo valore profetico. Proprio Paolo VI disse: “dell’Humanae Vitae ringrazierete Dio e me”.

L’avv. Gianfranco Amato, presidente Giuristi per la Vita, ha coinvolto le oltre 300 persone presenti, con un intervento appassionato. L’invasione delle teorie del gender nelle scuole, e fin dalla più tenera età, è ormai un fatto. Il noto caso dei libretti dell’UNAR è solo la punta dell’iceberg di una situazione in cui la fantasia supera la realtà. Per questo l’azione dei Giuristi per la Vita prosegue per denunciare abusi e per risvegliare le coscienze di tanti che, informati dai media mainstream, rimangono nelle nebbie.

Luigi Amicone, Stefano Lorenzetto e Toni Brandi, moderati dalla brava Raffaella Frullone, hanno parlato proprio del mondo dell’informazione e di come questo mondo sia in un certo senso in balia del politicamente corretto. Certi fatti non vengono trattati, quando lo si fa è difficile che emerga la verità e, soprattutto, che tutti i punti di vista siano effettivamente rispettati. Sia Amicone che Lorenzetto hanno rilevato che non c’è bisogno di giornalisti “cattolici”, ma semplicemente di giornalisti che facciano fino in fondo il loro mestiere, senza piegarsi al vento dominante, ma con la voglia di andare a vedere come stanno davvero le cose. Senza preconfezionamenti.

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Infine la Steadfast onlus ha testimoniato che la vita è bella sempre, anche in Nigeria, anche sulle rive del Niger. Tra Boko Haram e degrado, lì si vedono tanti bambini, si vede gente capace di sorridere e di prendere la vita giorno per giorno, attimo per attimo. In un modo – dice Emanuele Di Leo – che noi abbiamo dimenticato. Là Suor Enza ci mette del suo per portare il lievito del Vangelo, quello che dà dignità ai bambini, ai vecchi, ai malati, che insegna la monogamia e l’indissolubilità del matrimonio tra un uomo e una donna, pilastri di una società più giusta e più prospera. Anche questi sono “nuovi diritti”. Quelli di “Vita è” lo pensano, e remano controvento.

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