La liberalizzazione è un grande frullato

“Non è con la liberalizzazione delle droghe, come si sta discutendo in varie parti dell’America Latina, che si potrà ridurre la diffusione e l’influenza della dipendenza chimica.» Parola di Papa Francesco che, nel corso della GMG brasiliana, ha incontrato giovani tossicodipendenti presso l’Ospedale San Francesco di Assisi a Rio de Janeiro.

In America Latina, come si legge nel recente rapporto mondiale dell’Onu, la piaga della droga è devastante: il Messico è il più grande produttore mondiale di oppio, il Brasile è il primo al mondo per consumo di crack e secondo per consumo di cocaina. A questo deve aggiungersi il problema del narcotraffico che proprio in Sud America trova le sue basi operative, in particolare Colombia e Messico. Stime recenti rilevano che dal 2006 a oggi oltre settantamila uccisioni in America latina sono riconducibili a persone legate ai cartelli della droga.

A livello mondiale, sempre secondo il rapporto Onu, sarebbero circa 240 milioni le persone che nell’ultimo anno hanno consumato droga almeno una volta; la cannabis è quella più diffusa, seguita da oppioidi e droghe sintetiche. Anche l’Unione Europea conferma che l’uso di cannibis nell’ultimo anno ha riguardato circa 20 milioni di europei, 3,5 milioni, invece, quelli che hanno consumato cocaina. Da rilevare che in Europa si registra un calo nel consumo di eroina e cocaina e l’Italia conferma questa tendenza, ma non c’è da cantar vittoria perchè è in costante crescita il consumo di droghe sintetiche (anfetamine, ecstasy e nuove sostanze).

A livello mondiale si assiste ad un vero e proprio boom delle sostanze psicoattive (“smart drugs”) perchè facili da fabbricare, difficili da rintracciare e dal consumo “easy”. In Europa, solo nel 2012, sono state notificate 73 nuove sostanze psicoattive che, nella maggioranza dei casi, sono cannabioidi sintetici, ma molte vengono classificate con un inquietante “gruppi chimici poco noti o oscuri”.

Di fronte a questi numeri appare evidente che il problema oggi è multiforme e per questo più subdolo, segnala un malessere profondo di tanti, soprattutto giovani, che sembrano vivere senza riuscire a trovare una stella polare capace di orientarli veramente. Crisi di valori si potrebbe dire in modo scontato e un po’ qualunquista, mentre Papa Francesco a tossici di Rio ha detto di guardare a Cristo: “Guardate a Lui nei momenti più duri e vi darà consolazione e speranza. E confidate anche nell’amore materno di Sua Madre”. La Chiesa, a differenza di sociologi, psicologi e politici, può offrire più di un ideale, ma una Persona viva capace di riempire l’esistenza verso una meta certa.

Le droghe, ormai è assodato scientificamente, sono devastanti per i neuroni cerebrali che vengono “bruciati” dal consumo di queste sostanze che – tutte – creano dipendenza. La Chiesa si china sul drogato, ma condanna inesorabilmente qualsiasi permissivismo politico amministrativo, consapevole che non sono i paradisi artificiali a fare la felicità, ma l’unico Paradiso per cui ha senso lottare quotidianamente. Occorre prevenire, accompagnare e reprimere: “abbracciare chi è nel bisogno” – ha detto Papa Francesco -, ma anche “atti di coraggio” contro il narcotraffico, contro i “mercanti di morte”, contro chi spaccia la liberalizzazione come la soluzione alla dipendenza chimica.

La ricetta è di quelle semplici, ma solide, non è un frullato misto. Noi oggi viviamo in un grande frullatore, sempre di corsa, sempre in rincorsa, e la droga finisce per essere il biglietto per poter salire sull’ottovolante della nostra quotidianità. Droga, sesso e rock’n’roll – senza voler essere bacchettoni per forza – lasciano spesso con un pugno di mosche in mano, una triade che però si frulla facilmente con risultati piacevoli al palato.

Ci sono già troppi frullati in giro perciò “per favore, – ha detto Papa Francesco – non “frullate” la fede in Gesù Cristo. C’è il frullato di arancia, c’è il frullato di mela, c’è il frullato di banana, ma per favore non bevete “frullato” di fede. La fede è intera, non si frulla. E’ la fede in Gesù. E’ la fede nel Figlio di Dio fatto uomo, che mi ha amato ed è morto per me.”

Cercasi disperatamente testimoni e maestri di “fede intera”, per i frullati abbiamo già dato. Grazie. (La Voce di Romagna, 27/07/2013)

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