La Francia approva le mariage puor tuos. E l’Italia?

Il Senato francese approva la legge su matrimoni e adozioni per le coppie gay e così ratifica definitivamente quanto già approvato dall’Assemblea nazionale lo scorso 12 febbraio. A parte alcune piccole modifiche al testo la sostanza viene approvata, in particolare l’articolo 1, quello che apre ai matrimoni per le coppie dello stesso sesso, viene mantenuto senza alcuna variazione.

Le Figaro scrive che si tratta “della più importante riforma sociale in Francia dopo l’abolizione della pena di morte nel 1981”. Nonostante la sinistra francese in senato abbia una risicata maggioranza, il testo è stato approvato con diversi voti provenienti dal centro e da destra, mostrando come ormai su questo tema vi sia un consenso sempre più trasversale. Il relatore del testo – J.P. Michel – ha dichiarato: “Dopo quindici anni dai Pacs assaporo questo momento. Partecipo ad un momento storico”.

Eppure le manifestazioni contro la legge sono state imponenti, centinaia di migliaia i francesi che in ben due occasioni sono scesi in strada per esprimere il loro no al progetto di legge. Vanno registrate anche le forti prese di posizione da parte della Chiesa Cattolica, dei musulmani, degli evangelici e dei rappresentanti della religione ebraica. Nonostante tutto questo si deve prendere atto della sempre più ampia trasversalità di consensi su questi temi in tutti i parlamenti europei, segno di una laicità dello Stato che è sempre più laicismo. Tra religione e vita pubblica ormai non c’è più una sana distinzione, ma una netta separazione, due mondi completamente alieni e non in dialogo fecondo. Le istanze etiche sembrano ormai in balia del consenso e della moda, indipendenti da ogni riferimento supremo che possa orientare le scelte, tutto sembra condizionato dal contingente e, in definitiva, dal potere di turno.

Di questo passo però non si capisce dove possa essere posto un limite. Se nella sessualità il riferimento etico viene confinato all’orientamento del singolo, allora perchè no la pedofilia, o perchè no il rapporto con gli animali? Ma il discorso va oltre. Ad esempio a colpi di maggioranza si potrebbe decidere che una razza è superiore all’altra e, infatti, questo è già accaduto. Prima di chiedersi dov’era Dio ad Auschwitz, dovremmo chiederci: dov’era Dio al Bundestag quando si votavano le leggi razziali?

Il problema è profondo perchè qui non si tratta strettamente di una questione di fede, ma di ragione. Se la ragione è chiusa in sé stessa e non vede che fatti verificabili o falsificabili, allora – disse Benedetto XVI proprio al Bundestag – le fonti classiche del diritto sono fuorigioco, relegate nel sottoscala della cultura. La natura umana come unione di corpo sessuato e anima, come dato che determina l’uomo, non è più rilevante, ciò che resta è solo “il proprio io e le sue voglie”.

Nello stesso giorno in cui la Francia approva la legge, Franco Gallo – Presidente della Corte Costituzionale italiana – ha chiaramente affermato che il legislatore deve affrontare il nodo delle unioni gay e perciò la Consulta “ha affidato al Parlamento la regolamentazione della materia nei modi e nei limiti più opportuni”.

Con ogni probabilità anche l’Italia raggiungerà presto gli altri paesi, mentre gli appelli che il Card. Bagnasco aveva lanciato in febbraio saranno poco ascoltati a sinistra, ma anche a destra. Aveva detto Bagnasco: “l’Italia non deve prendere esempio da queste situazioni che hanno esiti estremamente pericolosi. Non seguiamone le orme.”

Vorrei sbagliarmi, ma temo che la maggioranza dei nostri politici siano proprio su quelle orme, così come molta parte della società civile e anche dei fedeli, i quali ora come non mai abbisognano di quella nuova evangelizzazione di cui tutti parlano, ma che fatica molto a lasciare il segno.  (La Voce di Romagna, 13/04/2013)

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