C’è ancora qualcuno che crede ai digiuni di Pannella?

Come si fa a credere ai digiuni di Pannella?
Quest’ultimo, in particolare, ha un chiaro fine politico: “Se dichiari che ti candidi nelle liste , io bevo”, ha infatti detto Pannella su Radio Radicale, rivolgendosi a Saviano e a Vasco Rossi.
Inoltre, da ieri mattina Pannella – dopo aver mangiato (ma non era a digiuno?) due mandarini la sera prima – ha accettato l’idratazione endovenosa, ossia la terapia che a Eluana Englaro è stata negata.

Proponiamo qui la “Preghiera” di Camillo Langone, apparsa su Il Foglio di oggi, 20 dicembre:

Non esistono pasti gratis, diceva Milton Friedman. Perfino certi digiuni non sono gratis, dico io. Quanto sono costati all’Italia gli scioperi di Pannella? A colpi di aborto e divorzio il vecchio malthusiano abruzzese ha accelerato l’invecchiamento nazionale, ha aggravato il dramma delle culle vuote. Con le sue piazzate, con le sue cazzate che tanto piacciono ai potenti che fintamente attacca (l’abbraccio Pannella-Monti è una buona illustrazione di Luca 23,12: “Erode e Pilato diventarono amici”), ha indotto gli italiani a considerare magnifico e progressivo un destino di estinzione. Mentre la presente crisi prima che economica è demografica: le tasse sono strangolanti e recessive quasi solo perché un numero sempre minore di giovani deve pagare pensioni e ospedali a un numero sempre maggiore di vecchi. Giornalisti e commentatori vari, perfettamente ignari sia di morale sia di economia, garantiscono al pifferaio ancora ottima stampa, anche adesso che, esauriti i feti, se ne va a caccia di adulti (cos’altro è l’amnistia ai detenuti colpevoli se non il massacro dei cittadini innocenti?). “Guardatevi dal lievito di Erode!”.

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4 pensieri riguardo “C’è ancora qualcuno che crede ai digiuni di Pannella?”

  1. La mia simpatia per Pannella è pari a zero, tuttavia trovo quantomeno sprezzante il tono di Longone in merito ai carcerati italiani, le cui condizioni sono semplicemente indecenti. In proposito, mi pare prezioso ricordare cosa disse Giovanni Paolo II nella sua visita in Parlamento di dieci anni fa, auspicando tempestivi provvedimenti in materia di indulto (e non di amnistia come Pannella, in effetti):«Un segno di clemenza verso di loro [i detenuti] mediante una riduzione della pena costituirebbe una chiara manifestazione di sensibilità, che non mancherebbe di stimolarne l’impegno di personale recupero in vista di un positivo reinserimento nella società»

  2. No, gentile Alvaro, non si scusi. Credo di potere affermare che tutto ciò che Lei ha scritto è condiviso in pieno da una incredibile moltitudine di benpensanti. Continui in questa tonalità.
    È QUELLA GIUSTA!

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