L’atteggiamento verso la 194 il vero discriminante tra chi è pro-life e chi non lo è

di Carlo Principe

E’ ancora viva la sensazione di sconforto che mi ha assalito nel leggere i commenti su Avvenire all’indomani della sentenza della Corte europea che boccia la legge 40 sulle diagnosi pre-impianto.
Il ritornello, prima recitato dal Presidente del Movimento per la Vita Italiano e poi da altri articolisti, Tarquinio compreso, è pressappoco questo: non è vero che esiste incoerenza tra la legge 40 e la 194 perché in quest’ultima l’aspetto eugenetico è, “almeno nella forma” come dice Casini, assente. E’ però “presente in una vasta e mortale prassi” (Tarquinio) che porta allo sterminio di bimbi malformati. La colpa, giurano, non risiede certo nella legge, ma nel medico che non la fa rispettare.
Pur di difendere la legge 40, Casini, che ne è il principale artefice, e Tarquinio, direttore del più importante quotidiano cattolico che l’ha sponsorizzata, ancora una volta prendono le difese della 194, fonte del diritto di aborto, stavolta per negare l’evidenza del suo carattere eugenetico.
Appoggiato dal quotidiano dei vescovi, il presidente del movimento per la Vita, di cui è notorio il suo apprezzamento della legge per alcune sue presunte “parti buone”, mostrò la stessa indulgenza anche in occasione dell’orribile agonia del bimbo abortito nell’ospedale a Rossano Calabro.
Dapprima si astenne da ogni critica verso 194, causa principale di quello scempio, successivamente, dopo le mie vibrate proteste, precisò che “una corretta applicazione della legge” lo avrebbe evitato. Peccato che applicare correttamente la legge significava che il medico avrebbe dovuto uccidere il bimbo qualche giorno prima per evitarne la sopravvivenza (!).
Se le parole hanno un senso, i cattolici Casini e Tarquinio stanno affermando che non c’è problema uccidere il bambino malato se ciò avviene nell’alveo della 194.
Chi, come me, ama la Verità e la Giustizia, sente questa legge particolarmente odiosa per la menzogna che ne ha contrassegnato la genesi e l’ipocrisia che ne impregna il testo. Lì tutto è oltraggiato: la scienza, la legge naturale, il diritto penale, la costituzione, il buon senso. E, soprattutto, la Verità.
Quanta intelligenza sprecata per dare a uno strumento di morte un volto ammaliante di un nobile progetto per la tutela della maternità e, addirittura, della Vita! Eufemismi, sofismi e contorsioni lessicali abbondano nei suoi articoli sia per renderla inattaccabile giuridicamente, sia per nascondere l’assoluto disprezzo della Vita di cui è intrisa.
E’ esattamente quella forma ritenuta ineccepibile da Casini, mentre è proprio lì che si annida l’aspetto più diabolico.
Solo in apparenza, infatti, la 194 pone paletti a tutela del bambino. Nella realtà non va mai oltre quella vaghezza – come l’inizio della Vita da cui assicura la tutela; nessun limite temporale all’aborto “terapeutico”, né un elenco delle patologie fetali “rilevanti” per limitarne il ricorso; sulla salute psicofisica della donna solo un generico “serio pericolo”, che diventa “grave” (sic!) dopo il 90° giorno; buio su come accertare questo pericolo, buio su dove prendere i soldi per “aiutarla a rimuovere la cause che inducono la donna ad abortire”, ecc. – che la rende una legge tra le più permissive al mondo.
Dimenticando tutto questo, importanti esponenti del mondo cattolico ancora oggi fondano le loro opinioni proprio sull’ipocrisia di quegli orpelli. Ne ricordo alcune tra le più spudorate. Per il direttore di Famiglia Cristiana, don Sciortino: “la 194 è nata per difendere la vita”; Francesco D’Agostino: “la 194 non configura l’aborto come diritto”; il teologo Lorenzetti: “la 194 è dissuasiva dell’aborto”; Roccella: “non è una legge abortista (sic!)”. E ora, Casini e Tarquinio arrivano a sostenere che “non è eugenetica”.
E’ motivo di sgomento constatare che dei pro-life, un tempo impegnati a combattere la legge, ora fanno a gara con gli abortisti Pannella e Bonino (che ringraziano) nel decantarla, seminando confusione tra i giovani. Da perfetti utili idioti”, come definiva Lenin quei cattolici funzionali al suo gioco.
No, signori. Un autentico pro-life non può dire mai bene della 194. Anzi, l’atteggiamento verso questa legge è per me il vero discriminante tra chi è pro-life e chi non lo è.
A Casini dico che col suo pensiero contraddittorio si assume una grave responsabilità, e che se si ostina a rinnegare l’autentica causa della Vita, sarà la causa della Vita rinnegare lui.
Già Ratzinger aveva profetizzato: “vecchie forme, che si erano arenate nell’auto-contaddizione e nel gusto della negazione, escono di scena e il nuovo sta già facendosi strada… Cresce nel silenzio.” (Rapporto sulla fede – Messori). Non se n’è ancora accorto?

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Autore: Libertà e Persona

La nostra redazione si avvale della collaborazione di studiosi attenti alla promozione di un pensiero libero e rispettoso della persona umana, grazie ad uno sguardo vigile sulle dinamiche del presente e disponibile al confronto. Nel tempo “Libertà e Persona” ha acquisito, articolo dopo articolo, un significativo pubblico di lettori e ha coinvolto docenti, esperti, ricercatori che a vario titolo danno il proprio contributo alla nostra rivista online. Gli articoli firmati "Libertà e Persona" sono a cura dei redattori.

10 pensieri riguardo “L’atteggiamento verso la 194 il vero discriminante tra chi è pro-life e chi non lo è”

  1. Concordo completamente.
    La vita va difesa sempre dal concepimento alla fine naturale.
    Se si parte da questo principio ( non negoziabile) non si può scivolare su cavilli giuridici più o meno sottili.
    Nella concezione cristiana dell’ esitenza non vi è alcuno spazio per concessioni a politiche che ammettono azioni contro la vita ,peraltro sempre presentate come pietose e rispettose della donna.
    Se si parte dall’ ottica del cosiddetto “male minore” non credo si vada da nessuna parte .
    La giusta battaglia si può e si deve sostenere e ci sono in Italia e altrove schiere di persone meravigliose che sono pronte a spendersi per accogliere e accompagnare le donne in situazioni di gravidanza problematica .Questo è un punto cruciale : non lasciare che si sentano mai sole . Stesso pensiero vale anche sul versante del fine vita

  2. ma la responsabilità più scandalosa ce l’hanno Bagnasco e benedetto XVI che con la loro falsa pacificità e il mito del dialogo a tutti i costi stanno preparando la fossa alla Chiesa.
    che pena vedere i pastori della Chiesa intrisi di relativismo e dialogo

  3. SCUSA,PUò NON FARTI PIACERE MA NON è UN MISTERO IL FILO CHE HA LEGATO PRIMA GIOVANNI PAOLO II E ORA RATZINGER AL MPV, LO STESSO DICASI CON AVVENIRE.
    RICORDO CHE NON SOLO GPII HA SPONSORIZZATO IL MPV EI L SUO PRESIDENTE MA ANCHE LA L. 40/2004…..

  4. già fatto.c’è la teorizzazione della legge 40 punto per punto. e poi informati su chi ha voluto il presid mpv nella pont accademia vita, chi ha perorato la legge 40 anche pubblicamente (e non solo) documentazione abbondante. informati e capirai

  5. Per favore non infanghiamo la figura di Benedetto XVI; come si può pensare che abbia il tempo di seguire i tripli salti mortali ed i sofismi di Casini e soci. La colpa della sua chiamata all’accademia pontificia e di altro è delle persone del suo entourage che non l’informano come si dovrebbe.

  6. Anche qui sono arrivati i pupazzi sedevacantisti? La legge 40 per quanto imperfetta e non rispettosa della vita in toto, rappresentava un passo nella direzione di maggior tutela del nascituro. E la conferma è che stata bersagliata senza pietà con le sentenze.

  7. Concordo con Mont e Carlo, lasciamo stare il Santo Padre: se tutti i vescovi e i parroci parlassero con chiarezza sulla difesa della vita come hanno fatto GPII e Benedetto XVI non avremmo metà “cattolici praticanti” che si schierano a favore della legge sull’aborto e della fecondazione assistita, lasciamo stare i Papi che non possono certo essere accusati di non aver parlato chiaro su ciò. La legge 40 non mi piace, per quel che mi riguarda spero che presto venga cancellata insieme alla 194 (legge, questa sì, indifendibile) e che venga proibito ogni tipo di fecondazione assistita che ammazza decine di embrioni umani, però, realisticamente, è servita almeno a mettere qualche paletto al far west che c’era prima e il fatto che non piaccia alle lobbies delle fecondazioni artificali è provato dal fatto che la stanno smantellando grazie all’aiuto dei “fratelli” dell’Unione Europea. Il cardinal Ruini ( uno dei pochi vescovi che ha mostrato coraggio sull’argomento) ha difeso con l’astensione la legge 40 non perché apprezzi la fecondazione assistita (di cui ha sottolineato spesso l’immoralità e le conseguenze disastrose) ma solo per fermare le derive criminali che avvenivano senza nessun controllo e che vorrebbero Pannella e soci

  8. Naturalmente sono d’accordissimo Carlo, ci mancherebbe, la fecondazione artificiale, come l’aborto, sono 2 pratiche che andrebbero cancellate al più presto
    Un saluto

  9. enrico cosi’ pero non fai un gran favore a pannella e alla bonino…. considerando i loro nomi alla stregua di un insulto! :)

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