Incontri, luoghi, emozioni, preghiera

Viaggiare è sempre un’immensa ricchezza, anche se magari lo si fa per pochi giorni e non si percorrono migliaia di chilometri.
Una volta tornati a casa, si alternano nella mente e nel cuore i volti delle persone incontrate, le immagini dei posti visitati e i ricordi delle emozioni vissute. E non si può che essere lieti a grati a Dio per tutte le cose belle che ci dona e che spesso, per fretta e disattenzione, non notiamo.

In questi ultimi giorni sono stata con tre amiche in Umbria, ad Assisi, Perugia e Gubbio.
Per scelta, non avevamo programmato tutto nei minimi dettagli: l’unico punto fermo era che il 2 agosto avremmo fatto il “Perdono di Assisi”, ma su tutto il resto eravamo aperte agli eventi.
E la Provvidenza si è rivelata un’organizzatrice migliore di quanto noi avremmo mai potuto essere.

La prima sorpresa l’abbiamo avuta al nostro arrivo ad Assisi, presso il convento delle suore Francescane Alcantarine dove avevamo prenotato da dormire.
Al telefono, infatti, le suore ci avevano detto che avevano posto per noi solo se ci fossimo adattate a stare con altri giovani, perché proprio nella prima settimana di agosto si sarebbe svolto nel loro convento un corso di evangelizzazione denominato “Tutti in Paradiso”, secondo la frase pronunciata nel 1216 da San Francesco, dopo aver ottenuto dal pontefice Onorio III l’Indulgenza della Porziuncola: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso”.
Ebbene, appena arrivate a Casa Frate Jacopa (questo il nome del convento), ci siamo rese conto di essere giunte in una realtà totalmente diversa da come l’avevamo immaginata; l’alternativa per noi era molto semplice: rimanere o fuggire. Abbiamo deciso di starci.

Nel convento abitano otto suore, di cui due piuttosto anziane e sei che invece hanno attorno ai quarant’anni e che sprizzano energie da tutti i pori: cantano, ballano, amano stare con i giovani e scherzare.
Le cose che mi hanno colpito principalmente di queste suorine sono principalmente tre:
– la loro serenità d’animo e la loro gioia manifesta. Interrogate sul loro carisma, hanno risposto: “Portare la croce di Cristo con allegrezza”. E questa felicità non significa affatto superficialità, tutt’altro.
– la loro capacità di scindere i momenti ludici e gioiosi, in cui anche loro si mettono in gioco ballando e cantando, dai momenti seri, come quelli delle catechesi o della Santa Messa.
– la loro attenzione nei confronti di tutti, singolarmente. Nel nostro caso, per esempio, potevano semplicemente darci un letto per dormire e dire: “Loro sono in quattro, non sono iscritte a tutta la settimana del corso e noi abbiamo altri cinquanta ragazzi da gestire: che si arrangino”. E invece no. Noi per loro eravamo importanti: una suora si è presa del tempo per accompagnarci a visitare la Basilica di Assisi, che gli altri ragazzi avevano visto il giorno prima; allo stesso modo si sono assicurate che ci fossimo accostate al Sacramento della Confessione per poter lucrare l’indulgenza, e via discorrendo.

Un secondo aspetto totalmente inaspettato – e non scontato – è stato l’intrecciarsi di rapporti umani.
In primis tra noi quattro “pellegrine dal nord”, perché condividere ogni attimo della giornata, per più giorni di seguito, con altre persone non sempre è facile. E poi con le suore e con gli altri ragazzi che seguivano il corso “Tutti in Paradiso”.
Solo nel momento in cui si riconosce che è Cristo che agisce nei rapporti con gli altri tutto è possibile, anche cantare alle tre di pomeriggio con quaranta gradi all’ombra e poi abbracciarsi tutti sudati per la gioia di amare e sentirsi amati.

Un altro momento spiritualmente molto toccante è stato il giorno del “Perdono ad Assisi”, con la celebrazione della Santa Messa, il pellegrinaggio alla Porziuncola e la recita delle preghiere. Sia che si compia l’indulgenza per sé, sia che la si offra per un’altra persona è veramente un momento di Grazia piena e di profonda vicinanza con il Signore Dio misericordioso. Essere amati così profondamente da essere perdonati nonostante le nostre debolezze e innumerevoli mancanze mette i brividi. Cristo è morto in Croce per noi, per la nostra salvezza.

Vi è poi un ultimo aspetto: l’immensa bellezza delle terre umbre, che hanno dato i natali a moltissimi santi, tra i quali San Francesco, Santa Chiara, San Benedetto da Norcia, patrono d’Europa. Le piccole e grandi cittadine, che si articolano su più piani, le immense distese incontaminate verdi e gialle, gli ulivi che dominano il paesaggio… osservando e meditando tutto ciò le parole più adeguate sono semplicemente due: “Deo gratias”.

 

 

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