Nessun dialogo con i critici del darwinismo…

Questo il senso di un intervento sul sito Pikaia “Il portale dell’evoluzione”.

Cari lettori di Pikaia...” è l’inizio di una lettera aperta che il prof. Telmo Pievani rivolge ai suoi lettori, una lettera in cui spiega perché non intenda rispondere alle “provocazioni” dei critici del darwinismo.

Un discorso che ricorda una terminologia da anni ’70, ma si tratta di una terminologia politica, non scientifica.

Dispiace leggere accuse di questo tipo, certamente il prof. Pievani potrebbe svolgere un ruolo più positivo impiegando la sua preparazione e la sua competenza in un confronto che, almeno da parte nostra, è stato sempre civile, argomentato scientificamente e corretto.

La lettera sembra proprio che si riferisca anche a degli interventi pubblicati su Libertà e Persona, ma in particolare sul sito Critica Scientifica.

L’intervento di Pievani inizia così:

Cari lettori di Pikaia,

 

alcuni di voi, che ringrazio moltissimo per la fiducia e per la passione, ci chiedono da qualche tempo perché non rispondiamo mai agli attacchi e alle insinuazioni che compaiono su certi siti di antievoluzionisti e di integralisti religiosi…

non si reagisce a queste provocazioni perché significherebbe riconoscere implicitamente all’interlocutore una qualche pertinenza sull’argomento. Gli impulsi viscerali che muovono tali polemiche non hanno infatti nulla a che vedere con la scienza né con una corretta analisi filosofica della scienza.

Cari lettori di Pikaia, credo che si dovrebbe dire al prof. Pievani che ad una obiezione si dovrebbe rispondere argomentando, non emettendo giudizi apodittici. Anziché fare un’analisi psicologica sulle pseudomotivazioni che muoverebbero le obiezioni, rifiutando di “legittimare” l’interlocutore (manco fossimo le BR…) non sarebbe meglio mostrare dove esse sono fallaci?

La lettera poi prosegue:

Altri si spacciano per esperti e insistono nell’ignorare spudoratamente la storia della scienza sostenendo che Darwin fu il padre del razzismo e di chissà quali altre nefandezze. Chi conosce le tecniche di comunicazione sa che è difficile rispondere a un interlocutore in malafede che sostiene idiozie simili.

Non si sa cosa si intenda con “spacciarsi per esperti”, altra accusa da spiegare e documentare, e in cosa consista l’ignorare spudoratamente la storia della scienza. Ma purtroppo anche in questo caso i lettori di Pikaia devono accontentarsi della dogmatica parola di Pievani.

E poi:

Al netto di tutti gli errori possibili, passati e presenti, il nocciolo della spiegazione evoluzionistica attuale, corroborato oltre ogni ragionevole dubbio, è darwiniano. Se ne facciano una ragione i negazionisti a oltranza.

In questo passaggio assistiamo non solo ad un’altra affermazione apodittica “…corroborato oltre ogni ragionevole dubbio” ma si tratta oltretutto di una affermazione profondamente antiscientifica, infatti da Karl Popper in poi (senza stare qui a ricordare l’esempio dei cigni bianchi e del cigno nero) una teoria scientifica può essere sì corroborata da prove favorevoli, ma al tempo stesso si deve considerare sempre soggetta a falsificazione, e quindi non potrà mai essere “corroborata oltre ogni ragionevole dubbio“.

Ma quella stessa formulazione “oltre ogni ragionevole dubbio” stranamente non è di stampo scientifico ma giuridico, si tratta infatti di una fraseologia legata alla nuova formulazione della sentenza di condanna in vigore dal 2006, un fatto questo che sembrerebbe tradire una sorta di lapsus freudiano, e infatti questa ipotesi viene “corroborata” poco dopo quando Pievani formula la sua accusa: “negazionismo“.

Si tratta di un’accusa spesso usata anche nei confronti di chi obietta sull’origine antropica del riscaldamento climatico. Ma è un’accusa grave, un termine inquietante che rimanda alla possibilità che certe posizioni critiche vengano proibite per legge, il termine “negazionismo” è infatti particolarmente infamante in quanto nato per indicare chi per ragioni ideologiche nega un genocidio. E contro i negazionisti si può in alcuni casi (per ora non contro i negazionisti scientifici) giungere anche a provvedimenti legali:(vedi Wikipedia).

Sarebbe questa dunque la sua idea di scienza e di confronto scientifico?

E’ l’accusa di “negazionismo” l’unico argomento che vuole opporre al confronto su questioni specifiche?

(Come già detto all’inizio di questa pagina alcune obiezioni contenute nell’articolo su Pikaia riguardano specificamente il sito CRITICA SCIENTIFICA, per tale motivo per un’esposizione più dettagliata di tali accuse si rimanda all’articolo Cari lettori di Pikaia… (lettera aperta sul darwinismo) pubblicato su CS)

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8 pensieri riguardo “Nessun dialogo con i critici del darwinismo…”

  1. E’ una strategia ben nota , si evita di scendere sul terreno per non dare autorità alle tesi. E’ il sistema mediante il quale l’empirismo , che è solo una corrente filosofica , mantiene il controllo sul mondo scientifico.

  2. salve
    sono esseri freddi, pieni di odio (Odifreddi…) sono psicopoliziotti che hanno imparato bene la lezione di san kgb e santa stasi…anche se non li sopporto, mi sforzo e invito tutti a pregare per loro. Ne hanno un estremo bisogno.
    saluti
    Piero e famiglia

  3. La prima immediata reazione a tanto disprezzo sarebbe quella di ignorare il prof. in questione pagandolo con la medesima moneta. Ma la “superiorità” di una posizione che tenga conto di un Oltre il “lineare” processo evolutivo consiste proprio nell’accettare anche il disprezzo. Non supinamente ma facendo emergere le ragioni profonde che sottendono la critica al positivismo delle elite che vorrebbero imporlo a tutti facendolo passare per verità assoluta. C’è da chiedersi: un tale atteggiamento di intolleranza potrà mai contribuire ad un autentico progresso scientifico? Tutta la critica che il prof Ratzinger prima e Benedetto XVI poi (interloquendo con filosofi non credenti come habermas ) ha rivolto ad una visione riduttiva della ragione possono essere liquidati con l’arroganza del tale arroganza del professore e dei suoi accoliti? Non bisogna aver timore: perchè, se posizioni come quelle del Pievani possono sembrare imbattibili, in realtà sono di una fragilità spaventosa. Ci vuole solo un pò di coraggio ( dalla discussione al bar, su un blog come questo o nelle aule universitarie) per non allinearsi ad un pensiero che è categoricamente smentito dall’esperienza che facciamo tutti i giorni

  4. A dire il vero all’inizio erano i clericali a non voler dialogare con gli evoluzionisti, si sono presi anche fior di insulti, sia in inghilterra ma anche in italia, dove emeriti ignoranti si sono permessi di deridere chi presentava la vaerità dell’evoluzione. normale che poi detti evoluzionisti non vogliano più dialogare con chi li ha denigrati dal 1859 al 2011.

  5. Lei non concorda con la teoria dell’evoluzione? e con cosa concorda allora? come spiega lei la storia della vita sulla terra?

  6. Va bene la teoria neodarwiniana non funziona ed è sbagliata. quindi? cosa proponiamo in cambio?

  7. Ma, guardi, il punto non è tanto dividere le persone in clericali ed evoluzionisti, ma essere instancabili camminatori verso la Verità. E’ questo che esige la ragione (quindi strumento comune sia agli evoluzionisti che ai clericali, come da lei definiti). L’unico presupposto essenziale è il tipo di ragione: se una ragione che reputa vero solo quanto è misurabile con i metodi sperimentali (quindi sempre suscettibili – per fortuna – di revisione); oppure una ragione che ammetta qualcosa che la supera, che utilizza quanto riviene da un’osservazione e da una misurazione con strumenti del metodo sperimentale ma va oltre. Personalmente ritengo che questa seconda ipotesi sia molto più inclusiva della prima. Anzi ritengo che, nonostante quanto possa apparire ad una osservazione superficiale, l’uomo contemporaneo in fondo sia desideroso di riscoprire il valore di una “ragione allargata”. Purtoppo il risentimento che spesso viene riservato a coloro che lei definisce “clericali” deriva probabilmente dal non voler ammettere che il Bambino di Betlemme, sole che sorge (come lo definisce la liturgia) continua ad illuminare gli uomini (non solo gli “ignoranti” ma anche gli scienziati).

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