Con le donne, contro le “maternità interrotte”

Domani si celebrerà la “Giornata internazionale contro le violenze sulle donne” e vi aderirò, col cuore. Non per simpatia verso certo redivivo femminismo, tutt’altro, ma perché è fuori discussione che per le donne questi siano tempi bui. E me sono reso conto una volta di più, in questi giorni, grazie alla lettura di “Maternità Interrotte” (San Paolo, 2011), testo di quasi trecento pagine e che vede, al suo interno, i contributi di ben sette donne con i quali vengono approfondite le “conseguenze psichiche dell’IVG”. Qualche assaggio potrà rendere meglio l’idea. Apriamo il libro a caso, pagina 23: «Come tutte le esperienze traumatiche, l’aborto volontario può avere conseguenze sia nel breve che nel lungo periodo. Nel breve termine può associarsi ad una riduzione dei livelli di ansia, per il venir meno dell’elemento ansiogeno costituito dalla gravidanza indesiderata; nel lungo periodo, invece, in una percentuale consistente di donne, costituisce un fattore di rischio significativo». Rischio significativo? E perché mai?

La risposta a questa domanda è clinica e prende il nome di Pas, acronimo che sta per Sindrome Post – Abortiva e che – spiega la dottoressa Cinzia Baccaglini – genera «ricordi improvvisi, incubi, dolore intenso e reazioni nel giorno dell’anniversario, il sussistere di tentativi vani, intesi a evitare o addirittura negare i propri ricordi e il dolore emotivo provato, con una ridotta capacità di reazione nei confronti degli altri e del proprio ambiente» (p. 122). Constatazioni allarmanti che in larga parte suffragano quanto più di vent’anni fa scrisse un’altra donna, la dottoressa Everett Koop, la quale, al termine di un’accurata revisione di più di 250 ricerche concernenti l’impatto psicologico dell’aborto, concluse come questo abbia, sulle donne, conseguenze a dir poco devastanti (Cfr. Koop CE: Postabortion sindrome: mith or reality?, "Health Matrix" 1989; 7(2): 42-4). Ecco spiegato perché domani – e non solo domani – sarò contro le “maternità interrotte” , la più radicale delle violenze contro le donne. Oltre che, si capisce, contro i fanciulli.

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.