E l’eterofobia?

Sono triste. Ieri, per la seconda volta, la Camera dei deputati ha fermato una la legge contro l’omofobia; eppure sono triste. Non perché ritenga sbagliata quella bocciatura – anzi, è sacrosanta – ma perché ancora attendo, come molti, una legge contro l’eterofobia imperante. Sul serio: non se ne può più. Mai come oggi l’orgoglio etero è silenziato, quando non addirittura declassato a mero sfruttamento del partner. Puoi impunemente affermare, Veronesi docet, che l’«amore omosessuale» è «più puro» di quello etero. E se da gay diventi etero e lo racconti in giro, come fa Luca Di Tolve, devi farti proteggere dalla Digos, altrimenti rischi grosso. Basta, così non è possibile andare avanti. Anche gli etero devono avere i diritti degli altri. E se qualcuno li oltraggia, è giusto che paghi: le minoranze creative – e non c’è oggi minoranza più creativa di quella che si sposa e mette al mondo dei figli – sono bene comune, vanno tutelate. Per cui, cari onorevoli, vedete di darvi una mossa.

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