Le giornate della ghettizzazione

Come già segnalato su questo sito da Francesco Agnoli, dal 15 al 17 aprile si svolgeranno a Rimini le Giornate della laicità, iniziativa sulla quale c’è però qualcosa ancora da dire.
Leggendo il programma si trovano i temi degli incontri e non può non colpire l’insistenza su un nuovo fronte che sembra volersi aprire, un argomento che, se portato alle estreme conseguenze, avrebbe come logico risultato la richiesta di messa fuori legge della religione cattolica.
Nella giornata del 15 aprile, alle ore 21 in un dialogo tra Paolo Flores D’Arcais e Don Carlo Molinari si discuterà infatti su seguente tema:
La dottrina cattolica è compatibile con la democrazia?

Il giorno seguente, alle ore 16, in un dialogo tra Giuseppe Platone e Pierfarnco Pellizzetti si dibatterà invece sul tema: La religione è compatibile con la democrazia?
Questo è quanto previsto sul programma online: http//giornatedellalaicita.com/programma mentre, curiosamente, sul programma stampato sul pieghevole questo secondo incontro viene invece indicato con un titolo diverso “Cattolici o clericali? 2” per il quale i protagonisti dovrebbero essere Daniele Menozzi e Pierfranco Pellizzetti (invariato).

Al di là dell’evidente pasticcio dei due diversi programmi, emerge chiara l’insistenza su una presunta incompatibilità tra religione, cattolica in particolare, e democrazia. In un mondo in cui la incompatibilità di uno Stato con la democrazia può essere considerata un legittimo motivo di guerra, ipotizzare l’incompatibilità con la democrazia di una religione o di un qualsiasi movimento o associazione significa ipotizzare la sua messa fuori legge.
Se è vero che le giornate della laicità sono l’espressione di una ristretta elite, va detto che però si tratta di una elite che ha grandi potenzialità mediatiche, l’idea che si possa far passare nell’opinione pubblica il fatto che una religione come quella cattolica possa essere incompatibile con la democrazia non dovrebbe essere quindi sottovalutata, si tratta di un’idea che abbinata a quella che vorrebbe considerare la fede come una malattia mentale (vedi Richard Dawkins) mostra un’intenzione di fatto persecutoria che dovrebbe trovare un forte contrasto da parte del mondo della cultura.
Ma in attesa di questa presa di posizione del mondo intellettuale va segnalato che stiamo ancora vanamente aspettando che il mondo della scienza prenda le distanze dalle inaccettabili affermazioni di Richard Dawkins, come è stato richiesto proprio su questo sito: https://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=2224

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