Sofferenza, amore e castigo ancora sotto tiro. La lezione di Padre Giovanni Cavalcoli

 

Partecipando ad un ritiro, dettato da un religioso preparato, durante l’omilia, al commento sul cieco nato e della eventuale responsabilità dei suoi genitori od antenati quali cause della cecità del figlio, il religioso, senza meglio

precisare, sarcasticamente commentava: «quando si sentirono certe parole a Radio Maria, molti finsero di indignarsi». Probabilmente il religioso si riferiva a Padre Cavalcoli, in quanto attore, ed a Padre Livio, in quanto censore di Padre Cavalcoli. Come spiegai analiticamente nell’articolo del 14 novembre 2016 Radio Maria tra i marosi. Un domenicano cade da cavallo, Padre Cavalcoli non sostenne che i terremoti (o altre sofferenze) siano un castigo di Dio a causa di un peccato specifico e di specifiche persone.

Cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica ai numeri 399-401?

399 La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. Adamo ed Eva perdono immediatamente la grazia della santità originale [Cf Rm 3,23 ]. Hanno paura di quel Dio [Cf Gen 3,9-10 ] di cui si son fatti una falsa immagine, quella cioè di un Dio geloso delle proprie prerogative [Cf Gen 3,5 ].

400 L’armonia nella quale essi erano posti, grazie alla giustizia originale, è distrutta; la padronanza delle facoltà spirituali dell’anima sul corpo è infranta; [Cf Gen 3,7 ] l’unione dell’uomo e della donna è sottoposta a tensioni; [Cf Gen 3,11-13 ] i loro rapporti saranno segnati dalla concupiscenza e dalla tendenza all’asservimento [Cf Gen 3,16 ]. L’armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all’uomo [Cf Gen 3,17; Gen 3,19 ]. A causa dell’uomo, la creazione è “sottomessa alla caducità” ( Rm 8,20). Infine, la conseguenza esplicitamente annunziata nell’ipotesi della disobbedienza [Cf Gen 2,17 ] si realizzerà: l’uomo tornerà in polvere, quella polvere dalla quale è stato tratto [Cf Gen 3,19 ]. La morte entra nella storia dell’umanità [Cf Rm 5,12 ].

401 Dopo questo primo peccato, il mondo è inondato da una vera “invasione” del peccato: il fratricidio commesso da Caino contro Abele; [Cf Gen 4,3-15 ] la corruzione universale quale conseguenza del peccato; [Cf Gen 6,5; Gen 6,12; Rm 1,18-32 ] nella storia d’Israele, il peccato si manifesta frequentemente soprattutto come infedeltà al Dio dell’Alleanza e come trasgressione della Legge di Mosè; anche dopo la Redenzione di Cristo, fra i cristiani, il peccato si manifesta in svariati modi [Cf 1Cor 1-6; Ap 2-3 ]. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa richiamano continuamente la presenza e l’universalità del peccato nella storia dell’uomo:

Quel che ci viene manifestato dalla Rivelazione divina concorda con la stessa esperienza. Infatti, se l’uomo guarda dentro al suo cuore, si scopre anche inclinato al male e immerso in tante miserie che non possono certo derivare dal Creatore che è buono. Spesso, rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l’uomo ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e verso tutte le cose create [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 13].

 

Per cercare di escludere ogni ulteriore equivoco su quella conversazione telefonica in diretta, la ripropongo, come nello scorso articolo:

 

Il problema non sono né Padre Cavalcoli, né Radio Maria

Il punto è che il problema in questione non è né Padre Cavalcoli, né Radio Maria, ma la confusione circa il rapporto evangelico e spirituale tra sofferenza, amore, peccato e castigo dopo la resurrezione e dopo la redenzione operata da Cristo.

All’uopo, potrà giovare l’articolo di Padre Giovanni Cavalcoli pubblicato da lui tempo fa sul sito Isola di Patmos, dal titolo Il concetto del castigo divino nel cristianesimo e nel paganesimo greco-romano:

http://isoladipatmos.com/il-concetto-del-castigo-divino-nel-cristianesimo-e-nel-paganesimo-greco-romano/

Certo che i pregiudizi ed i falsi giudizi tardano a morire!

Qualche precisazione a parte

 

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O.F.M.Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Di prossima uscita Gesù è veramente risorto?