Il Sussidiario apre al matrimonio gay

Sul quotidiano il Sussidiario, leggiamo oggi un articolo di tale Paolo Vites, nel quale si conclude in questo modo:

vites

Viene da chiedere quale idea abbiano al Sussidiario del diritto naturale e della morale secondo la Chiesa. Il signor Vites esordisce nel suo “stringentissimo” ragionamento sragionato, spiegando che il matrimonio “è della società civile“; forse intende dire che il matrimonio è patrimonio di tutti, o, per meglio dire, un istituto

naturale. Cioè un istituto che viene prima dello Stato. Infatti la nostra Costituzione (laica) afferma di “riconoscere” il matrimonio, non di averlo creato o istituito.

Poi Vites passa al matrimonio come sacramento, e infine, con un colpo di teatro, con un triplo salto logico, afferma che poichè il matrimonio cristiano è per i cristiani, e non può essere imposto a tutti, allora una maggioranza ha diritto di imporre per legge, riguardo a ciò che “è di tutti” (e che quindi nessuno può mutare o manipolare),  qualcosa che in natura non esiste: cioè la famiglia composta da due persone dello stesso sesso.

Il soffio del dialogo è sempre più forte ed efficace. Dialogando dialogando su cosa siano l’uomo e la donna, su cosa sia il matrimonio…, si apprende che non solo la parola di Dio nel Genesi, ma anche la biologia, la genetica, la psicologia, e l’anatomia, possono essere snaturate, basta che ciò sia fatto con i numeri della maggioranza.

“La consapevolezza” della presenza di Cristo nel matrimonio cristiano, scrive Vites, “è frutto di fede”: e questo cosa significa? La necessità, perchè una famiglia esista, del rapporto tra un uomo e una donna, è frutto di ragione!

Quindi, ammesso e non concesso come fa Vites, che le maggioranze siano per il matrimonio gay (dove lo ha letto? E’ vero il contrario, come dimostrano la maggior parte dei referendum e dei sondaggi, in tutto il mondo!), poichè il diritto di un bambino è quello di avere un padre e una madre, e questo diritto non è riconoscibile solo alla luce della fede in Cristo, ma alla luce della ragione e della scienza, ne consugue che una legge che impone il matrimonio gay è una legge iniqua, sempre e comunque.

Certi ragionamenti sulla bontà di leggi che manipolano la natura umana sono già stati fatti sotto un regime, quello nazista, andato al potere in modo legale, democratico. Anche allora c’erano i cattolici tipo Vites, da una parte, e quelli tipo Kim Davis (che Vites deride per i suoi matrimoni falliti precedenti: quale ipocrisia!) dall’altra. Gli uni si sono adeguati alla maggioranza, hanno scelto il dialogo, gli altri sono stati uccisi perchè denunciavano l’eutanasia, lo sterminio degli ebrei, la chiusura delle scuole confessionali…

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023.

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