il nuovo mondo

Esiste un apparato che lavora per screditare la Chiesa Cattolica, per renderla ridicola presentandola in una veste totalmente falsa. Si tratta di un insieme di sigle, testate giornalistiche, programmi televisivi, singoli personaggi, editori, attori. Cantano una melodia simile che a volte si ha l’impressione recitino un copione concordato, in vista di un piano comune.
Voci sparse, voci dalla terra del nichilismo, terra in cui per dare un frammento di senso alle giornate si inseguono diritti per lo più astratti, teorici.

Desideri assurti a valori che affondano le radici nel disinteresse generale che popola le nostre città.
La cifra dell’uomo contemporaneo non è l’altruismo, la solidarietà verso il più debole, l’amore.
Di questo si riempiono la bocca i moralisti che si accalcano nelle televisioni e pontificano dai giornali. Ciascuno di loro, immemore della morale avendo smarrito l’orizzonte rappresentato da Dio, in realtà, persegue una meta breve, provvisoria, vuoi edonistica vuoi nichilista.
Ed è bene non farsi trarre in inganno dai proclami sui diritti violati, o dalle lacrime versate e manifestate pubblicamente. La menzogna contemporanea, per resistere, deve credersi virtuosa e la virtù di questi personaggi sta nel dichiararsi tolleranti. Basta leggere la quotidiana meditazione di Gramellini, un laicissimo monaco della religione razionalista, si tratta di commenti e vicende umane, narrate spesso con toni patetici e moralistici, al fine di rappresentare peccato o santità, sempre dentro un orizzonte dove Dio e la Chiesa sono assenti o caricaturalmente rappresentati.
Ma questo commentatore, come altri a lui simili, senza saperlo rivela storie che sono specchio della nostra morale cattolica, della nostra radice popolare e contadina, della forza della tradizione bimillenaria del nostro paese. Questo, per sentirsi virtuosi rappresentando la virtù altrui, altrimenti come potremmo spigare il fatto che il pensiero dominante accetti comportamenti blasfemi e volgari come quelli inscenati dalle Femen, o che per le nostre scuole girino opuscoli osceni, in nome di una sessualità liberata da pastoie clericali.
Tutto fa il gioco del mercato, il gioco dei sensi e del piacere, lo aveva compreso, per primo, Del Noce, l’esisto ultimo del sessantotto non poteva che essere l’edonismo di massa, io non senso, l’ansia , la competitività eretta a sistema. Eppure, i nemici di ogni fede, di ogni soprannaturale si presentano come i campioni della tolleranza e dell’attenzione verso gli ultimi.
Se il mondo fosse così gravido di attenzioni non avremmo un tasso di separazioni così elevato, non avremmo bambini senza genitori e genitori in caccia di bambini quasi si trattasse di trofei.
L’amore costa, impone percorsi così diversi dallo spirito del nostro tempo.
Loro, vorrebbero far tacere non solo la Chiesa, ma chiunque osi pensare fuori dal coro del gregge belante e soddisfatto
Eppure dai miei ragazzi sento richieste di verità, di valori fondati, di costanza nelle scelte, di pulizia morale, di storie d’amore che durino, di orizzonti infiniti cui guardare.
L’apparato del consenso possiede una lente che ingigantisce ogni mancanza, presunta o reale di cui si macchierebbero i credenti e la Chiesa, mentre appare cieco quando si tratta di interpretare il mondo.
L’apparato, la rete dei laicisti, degli ex preti incazzati, degli pseudo scienziati improvvisati teologi, dei teologi televisivi e compiacenti, ha in odio la tradizione, il diritto naturale, ogni realtà che non presenti i tratti del morboso e dell’inquieto, spesso promossi come arte o segno di profondità.
I signori dell’apparato sono tutti parte dello stesso gioco e dimenticano che dove il dolore cresce, sempre, accanto ad esso, troviamo uomini di Dio, credenti che quotidianamente si fanno carico delle ferite altrui.
Loro e noi, è bene pensare in questi termini, e il discrimine non è fra cattolici e non, ma fra chi crede che questo mondo debba e possa cambiare nella continuità di una storia e di una tradizione irrinunciabile, e chi, lavora per fare dell’universo un mercato, di atomi annoiati che parlano sola lingua della terra e perciò terra diventano.

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