Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Dio ci ha chiamati mediante il Vangelo,
per entrare in possesso della gloria
del Signore nostro Gesù Cristo. (Cf. 2Ts 2,14)
Liturgia della Parola in LIS, sottotitolazione e audio a cura della Conferenza Episcopale Italiana CEI
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C – 19 Gennaio 2025
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
«Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi concederò riposo, finché non sorga come aurora la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada. Allora le genti vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; sarai chiamata con un nome nuovo, che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma sarai chiamata Mia Gioia e la tua terra Sposata, perché il Signore troverà in te la sua delizia e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te» (Isaia 62,1-5).
In una situazione carica di pessimismo, il profeta ricorre all’immagine dello sposo e della sposa: l’intensità del vincolo nuziale che unisce Dio e il suo popolo. Tutte le genti vedranno una stupefacente manifestazione di Dio che gioirà nell’amare intensamente il suo popolo.
Il dipinto «I coniugi Arnolfini», che si trova alla National Gallery di Londra, è stato realizzato da Jan van Eyck a Bruges nel 1434. Pare essere il «documento» del matrimonio tra Giovanni Arnolfini e Giovanna Cenami che avviene nella camera da letto dei due italiani (com’era allora consuetudine: prima in casa e poi ufficializzare l’unione in chiesa), alla presenza di due testimoni che vediamo riflessi nel punto focale di tutta la composizione, lo specchio affisso nella parete, in fondo. Uno di questi è il pittore che, in latino, ha lasciato scritto sulla parete «Jan Van Eyck è stato qui 1434 per confermare che lui è uno dei due testimoni dell’evento». La realistica scena presenta i due giovani, scalzi e elegantemente vestiti, in un interno prezioso, molto curato anche per i dettagli più piccoli e ricco di riferimenti simbolici legati alla vita di coppia: la donna con il suo abito verde allude alla vita e alla speranza; il cane simboleggia la fedeltà; l’unica candela accesa del lampadario, rimanda all’unione; il rosario appeso ricorda la preghiera; la scopa appesa rappresenta s. Marta, patrona delle casalinghe; nei dieci piccoli tondi intorno allo specchio, sono raffigurati i personaggi della Via Crucis.
Ecco la conclusione della poesia «Il quadro», pubblicata in italiano nel 2014, che l’opera di Jan van Eyck ha ispirato Murilo Mendes:
«Per la finestra aperta entra l’aria di Bruges./ Il gran letto nuziale è vermiglio: l’amore.// Le Fiandre raggiungono il vertice del potere economico/ scambiano cultura e merci con i mari distanti.// La coppia umana esiste ancora,/ comanda ancora il sistema:/ tutto si regge perché appunto essa si regge».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.