Gesù omosessuale? Gli interrogativi del neo Predicatore Apostolico.

Allarmante relazione di “Visto da Roma” sulla Conferenza Omosessualità e vita cristiana di Padre Roberto Pasolini, ora Predicatore Apostolico. La Conferenza risale a prima della nomina, al Febbraio 2024. E’ stata contestata da più parti. La presentazione del Dott. Giulio Loredo ci sembra la più fedele al testo originale

Avevo appena scritto un articolo sulla grave decisione di Padre Giorgio Maria Faré e sue conseguenze canoniche PAPA FRANCESCO “NON PAPA”? Gli interrogativi del Padre Carmelitano Giorgio Faré e le sue dure scelte e conseguenze (26 Novembre 2024) vicenda per la Chiesa dolorosissima, che ecco una nuova prova sembrava su di essa abbattersi o, almeno, indurre a confusione.

Inattesa, poi, ci giungeva la nomina a Predicatore Apostolico della Casa Pontificia di un noto e stimato Religioso Cappuccino,

-come da tradizione secolare avviene, e membro dunque, ore, della famiglia pontificia. Motivo per noi di gioia, ma già non poche voci si levavano circa una sua conferenza tenuta a Febbraio a Varese su Bibbia e omosessualità. Il link originario al video era questo: Omosessualità e vita cristiana https://youtube.com/watch?v=ogh5GdfY9g0&feature=shared , link ormai inattivo perché il video fu rimosso da chi lo caricò (ignoriamo chi l’avesse caricato).

Oggi, 22 Dicembre c.a., mi rimetto al lavoro sull’articolo, interrotto in questi giorni da molteplici impegni, e trovo nuovamente rimosso il video. Così è la seconda volta che il video viene ritirato. Cerco, trovo un nuovo link, ma mentre il secondo link corrispondeva per contenuto durata e qualità al primo, quello che sono riuscito a rintracciare oggi 22.12.2024 (terzo link) dura la metà, trenta minuti anziché 58′ ca. Per nostra fortuna avevo terminato, però, nel frattempo, la trascrizione della conversazione, anche se ciò mi aveva richiesto tempo e solo ora sto giungendo al termine del mio articolo.

Ora, ecco un nuovo link, il terzo, ripeto, rimosso, pare, per limiti di età. Forniamo dunque così il nuovo link che dura però solo trenta minuti: QUI

Foto dal nuovo link del video

Alle ore 21.30 di oggi 22.12.2024 mi è giunta notifica di una nuova pubblicazione, questa volta completa, del video, la seguente, a cura di Dante Petranzan con la seguente specifica: “Video cancellato del predicatore pontificio Roberto Pasolini caricato per futuro riferimento”:

Visiono velocemente il video, eccolo, e corrisponde all’originale, ripristina il logo iniziale, che era stato cambiato nella versione ridotta. Devo modificare tutti i link in corpo al video-testo … occorrerà tempo.

Ecco la nuova copertina del video corretto, corrispondente all’originale iniziale.

Questo andirivieni del video dice l’equivocabilità del testo al di là di ogni benevola considerazione e l’indecisione e forse pressioni ricevute dal Padre, ora in una condizione nuova, di Predicatore Apostolico. Ma è giusto che il video resti e che sia a disposizione di tutti, trattandosi di un intervento pubblico e già pubblicizzato.

A questo punto, tutti i secondi indicati dai miei link ai momenti video, dovrebbero più o meno corrispondere. Meglio ascoltare qualcosa di più, in un contesto più definito e rispettoso, che tagliare.

Dal 26 Novembre ad oggi 24.12.2024, data in cui pubblico la presente analisi, è trascorso quasi un mese, un tempo sufficiente a che nella rete si calmasse la levata di scudi contro il Predicatore Apostolico la cui conferenza del 2 Febbraio aveva suscitato numerose allarmate reazioni. Siamo dunque pronti per una serena disanima.

Padre Roberto Pasolini

Padre Roberto Pasolini, O.F.M. Cap.

Succedaneo dello stimatissimo Cardinale Padre Raniero Cantalamessa, insigne patrologo e teologo Cappuccino, Padre Roberto Pasolini, che vanta non pochi titoli quali la licenza in Sacra Scrittura ed il dottorato in Teologia con uno speciale curriculum di vicinanza ai poveri e diseredati, viene invitato a sostituire lo stesso Padre Cantalamessa.

Ma dove sorge il problema? Poiché, ben sappiamo per Tradizione, Fides ex auditu (La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo cf Rm 10, 17), molti fedeli si sono sentiti subito e, diciamolo, un poco allarmisticamente preoccupati per non poche affermazioni di natura biblico esegetica e teologica esternate nella registrazione video suddetta di Febbraio. La conversazione era presente su YT da ben prima della nomina. Solo ora, chissà perché, ci si è accorti della sua esistenza e sopraggiungono motivi di opportunità di rimozione, di abbreviazione.

Nelle sue pubblicazioni, il Padre si è soffermato particolarmente sul tema del ruolo della volontà umana nella Salvezza, ed al suo conseguente rapporto con la Parola Scritta. Nella conferenza, invece, viene interpellato circa la prospettiva biblica su un tema scottante quale l’omosessualità. Lui stesso asserisce esplicitamente di essere all’inizio di questo studio.

Cosa pensi dell’omosessualità e dei comportamenti omosessuali Padre Roberto Pasolini, e per di più riguardo ai riferimenti biblici eventuali, non è del tutto chiaro, quindi, al momento, anche per sua stessa ammissione, e va prudentemente e non allarmisticamente valutato nel clima di una sua iniziale ricerca di studio.

La Chiesa stessa si interroga da tempo sul tema della condizione omosessuale, sui comportamenti omosessuali, ma oggi la novità è costituita dal fare i conti anche con una vera e propria ideologia, che vorrebbe legittimare l’omosessualità in quanto tale. Da qui nascono i problemi, gli interrogativi e gli allarmi.

Benché non sia priva di riferimenti certi, la Chiesa, davanti alla condizione umana, vuole sempre approfondire e dare puntuale ragione della propria fede senza stigmatizzare, ma illuminando.

La Bibbia Queer

Studiosi diversi e pastori protestanti hanno anche dato vita ad un commentario biblico queer, rilanciato dalle Edizioni Dehoniane, che si presenta come testo rivoluzionario, dando un nuovo volto della Sacra Scrittura, un volto però estraneo alla Tradizione della Chiesa. Questo già può farci molto più pensare.

Sarà da capire se, e in quale misura, là dove il Padre si espresse pubblicamente, sia stato sufficientemente prudente e chiaro nel farsi capire dagli uditori, non esperti di dottrine bibliche, teologiche o morali e non al corrente di queste prospettive di specifici studiosi e non della Chiesa Cattolica in quanto tale.

Occorrerà distinguere tra ipotesi di ricerca teologica e affermazioni definitive, o prossime ad esserlo, e questo se avvenga in contrasto con la Dottrina della Chiesa, o meno. La Chiesa sappiamo, infatti, raccomanda la ricerca teologica, ma nei contesti adeguati e non di per sé pubblici.

Dott. Giulio Loredo di Visto da Roma

Il Primo video, che offriamo dal canale “Visto da Roma”, pone un elenco ben circostanziato dei passaggi critici della conversazione di Padre Roberto, ovviamente decontestualizzandoli da tutto il discorso a motivo di brevità e allo scopo di informare sui motivi iniziali del diffusosi ampio sconcerto. Visto da Roma vuole solo chiarire su quali punti occorra interrogarsi per capire cosa il Padre intendesse veramente.

Posso dire che né il Dott. Giulio Loredo, né la registrazione da me ascoltata interamente, vede affermare in modo formale da Padre Pasolini che Gesù fosse omosessuale, o lo fossero alcuni Apostoli. Parla di ipotesi interpretative. Ma procediamo per gradi. Dove nasce il problema?

Ora, è mio intento non solo offrire il video del Padre all’ascolto dei lettori (vedi sopra) nella versione integrale, ma darne una relazione scritta quasi completa, indicando i minuti dei passaggi più critici con i link che hanno destato scalpore, eliminando solo nel testo scritto frasi ripetitive, comunque riascoltabili dal video per chi lo desiderasse.

Nella seconda parte del mio articolo, commenterò punto per punto per capire dove ci potessero essere delle affermazioni effettivamente preoccupanti o meno per la fede e la morale dei credenti.
Ciascuno, dall’ascolto del video di Visto da Roma, ben chiaro e con citazioni ampie, potrà farsi comunque una prima idea, che però, assolutamente non basta se si vuole porsi in ascolto di un sacerdote che ricerca per aprire vie sempre più sicure alla Fede e alla vita della Chiesa e mosso, immaginiamo, dalle migliori intenzioni. In necessariis unitas, in dubiis libertas, in omnibus caritas,”unità nelle cose necessarie, libertà in quelle dubbie, carità in tutte” ( Marco Antonio de Dominis, Archiepiscopus (1560-1624), Split (Spalato), De republica ecclesiastica libri X, IV, 8) a difesa di ciò che è necessario per la Salvezza, utile, ma sempre a beneficio della Carità.

Il testo del Padre Roberto Pasolini sarà su fondino retinato

Mia introduzione

Il Padre riferisce di alcuni passi dell’A.T., che lascerebbero pensare a forme di omosessualità accettata: Gionata e Davide, in realtà, sarebbero solo due amici, o legati da relazione omosessuale? Il Centurione e il servo malato sarebbero legati da devozione nel servizio al padrone generoso, o due omosessuali? Passi, questi, il cui significato omosessuale, a detta dello stesso Padre, potrebbe essere una forzatura. Anche se la sua considerazione contraria alla nuova interpretazione avanzata da alcuni, pare fin troppo cauta e prudente, a fronte di un passo da lui assolutamente non citato, ma molto chiaro, di Gd 1,7 sui vizi contro natura:

Così Sòdoma e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all’impudicizia allo stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio subendo le pene di un fuoco eterno.

In ogni modo, ricordiamo che i passi vanno letti in un contesto di generale avversione ai comportamenti omosessuali. Ma proprio questi passaggi e la non esplicita presa di posizione del Padre ha indotto ad allarme molti fedeli.

(La nostra versione tralascia solo passaggi ripetitivi. La suddividiamo in punti per facilitare il lettore e la comprensione del nostro successivo commento e introduciamo il grassetto in frasi cruciali. )

1-“[…] Questa felice riscoperta della Bibbia non ci dà tutte le risposte”2:51 . Qui il Padre presenta la Tradizione come storia delle sue interpretazioni 2:16. Il Padre continua dicendo che “un tema così complicato, come quello di stasera, non troverà questa sera tutte le risposte”3:40. “Ci sono degli indizi sull’omosessualità come su ogni altro tema” 4:23 “Dio ci chiede di riflettere insieme …”  Riferisce il Padre che prima di parlare di omosessualità occorre parlare di sessualità per tutti, dove nasce il tema. 

2-“Dio ci ha creati in un modo che da soli non riusciamo ad essere felici” 5:53 (Cf Gn 2, 18). Saremmo creati per la relazione e così è. La relazione con l’altro fin dall’inizio è fragile. Nel commento di Padre Pasolini la femmina è vista come una che cerca di prevaricare sull’uomo. (mi sembra una forzatura) ish e ishishah sembrerebbero esprimere più unità che non conflitto e profonda similitudine, tanto che erano nudi e non provavano vergogna. Per arrivare davvero ad essere uno l’aiuto dell’altro ci vuole tanto tempo. È alla fine, non all’inizio. Vero, ma qui si parala del progetto di Dio, non della dinamica storica post peccato. Il fatto che oggi la vergogna sia molto superata non è garanzia di durata della relazione, anzi (11:42). Nei nostri corpi è scritto che si faccia qualcosa che vada avanti nel tempo, ed ecco qui la castità (12:42). Questa questione precede l’omosessualità e l’eterosessualità (13:02). La genitalità è una stagione, ma il viaggio è più grande.

3-Il Padre qui dichiara le fonti cui si è riferito: 13:33. AA.VV, L’omosessualità nella Bibbia, San Paolo 2007; Aristide Fumagalli, L’amore possibile, Cittadella 2020. Soprattutto: Pontificia Commissione Biblica, “Che cos’è l’uomo”, 2020.

4– Il Padre offre una ricognizione di Testi Biblici: raccomanda di vedere i testi e vedere quanto pesino o meno i testi. Certamente -dice- c’è condanna del comportamento omosessuale 14:56 “ma sono pochi testi”: Gn 19, 1-29 (I sodomiti verranno distrutti); Per il Padre il testo dice solo che l’ospitalità si trasforma in abuso e non molto di più (? Ma se si parla di abuso, direi che il di più ci sia, eccome, altrimenti dove sarebbe il problema nella non consensualità presunta degli ospiti?). Cita poi Gdc 19, 11-25, il delitto di Gàbaa. Nei due testi -secondo il Padre e l’ esegesi odierna-non sarebbe in gioco l’omosessualità, ma la non accoglienza del forestiero. Non dicono qualcosa di veramente importante sulla condizione omosessuale e su cosa Dio desideri circa di essa. Dio condanna la non accoglienza che si trasforma in abuso. Questi testi ci permettono di dire questo non molto di più.  Più espliciti i testi della Legge di Mosé: Lv 18:20; tre espressioni di San Paolo 1Cor 6, 9; 1Tim 1, 9-11; Rm 1, 18-32) questi i luoghi secondo il Padre, molto pochi, ma non è esattamente così.

5-Più espliciti i documenti del Levitico. La donna non si metterà una veste da uomo, né un uomo una veste da donna (Dt 22, 5). Si parlerebbe degli abiti e non dell’atto omosessuale. Ma qui il Padre sembrerebbe trascurare il significato dell’abito nell’A.T. derivante proprio dalla necessità di coprire la vergogna del Peccato di origine con la modestia e per definire una identità. Lv 18, 22 anche per il Padre è esplicitamente contro gli atti omosessuali. I rapporti omosessuali hanno per punizione la messa a morte.

6-Allora il Padre si chiede se determinate frasi della Bibbia scritte in un contesto possano avere ancora eguale portata per il contesto odierno (24:53). Il contesto originario è quello di un popolo che sta imparando a vivere la fedeltà al Signore. In quel tempo la santità è vista come ciò che serve alla procreazione. Vengono dunque squalificati quegli atti non aperti alla possibilità della vita. Ma siamo in un contesto in cui non esistevano né le pillole, né agli anticoncezionali. Se ci fossero state tutte queste cose forse nel Codice della legge ci sarebbero state altre clausole? Probabilmente sì, – egli sostiene- perché per il legislatore divino lo scopo era vivere la sessualità secondo il progetto di pienezza, evitando lussuria ed egoismo. Sono parole che sembrano affermare qualcosa contro gli omosessuali, ma in realtà anche contro gli eterosessuali. Quindi, anche in questi testi non troviamo nulla di così specifico contro l’omosessualità. Ciò riporta al fatto che il progetto della sessualità è molto impegnativo per tutti.

7-San Paolo è sempre il più scomodo …1Cor 6, 9-10. Qui Paolo elenca molti tipi di ingiustizia. Non è un discorso specifico sull’omosessualità, è un elenco degli atti che segnalano un certo disordine 35:17. “Perché oggi parliamo di alcune persone che rientrano in un elenco e non di altre?” Perché di questi non si parla che non possono fare la comunione o ricevere una benedizione? (E qui il Padre sembra, con il linguaggio gestuale indulgere ai contemporanei) Paolo parlerebbe in genere e non contro le persone omosessuali. Cerco di farvi capire che nella Bibbia, se siamo sinceri e siamo onesti, dobbiamo rivedere le categorie con cui mettiamo qualcuno nella nicchia dei colpevoli e noi no (ed escludiamo noi stessi). Così per l’omosessualità si parla di fenomeni, non di una categoria. Si parla di atti lussuriosi.

Ciò che si voleva elencare erano momenti di puro piacere ed egoismo. In quella società gli uomini potevano praticare atti omosessuali. Era una possibilità. Che il Padre insista che in Paolo non si trova un discorso elaborato non ha senso. Paolo cita quegli atti e li stigmatizza in quanto frutto proprio di chiusura al comandamento di Dio. Ciò non vuol dire che per Paolo nel caso di tendenza stabile omosessuale la relazione divenisse positiva. Paolo aveva presenti le orge 35:51 e di queste parla. Altrimenti facciamo diventare una espressione una sentenza meccanica sull’uomo. “Questa è una operazione che dobbiamo non fare”. Ma nella Scrittura c’è qualche forma di approvazione delle relazioni omosessuali, si chiede il Padre? La risposta non è facilmente no (35:00). Gionata e Davide: Il tuo amore era più prezioso che amore di donna. Ma è forzatura affermare che sia relazione omosessuale. Possiamo pensarlo, può farci piacere pensarlo … Se pensiamo al Centurione e servo malato: Gesù avrebbe fatto l’elogio più grande ad un omosessuale? Chi ipotizza relazioni omosessuali nella cerchia dei discepoli. Gesù e Lazzaro. Gesù amava Lazzaro. Ma è un modo di proiettare nelle Scritture delle domande, delle nostre aspettative, precisa il Padre. È ovvio che un atto omosessuale può essere lussurioso 32:19, cioè, segno di egoismo. (Mi chiedo; potrebbe essere segno di altruismo, di amore se il progetto di Dio è un altro, a detta dello stesso Padre?). Similmente in 1Tim 1, 9-11. Anche in questo caso il riferimento all’omosessualità è riferimento a degli atti e non ad una categoria (Ma caspita, è chiaro, è così anche per gli altri comportamenti condannati, infatti si possono condannare i comportamenti, non le persone o le categorie!, momenti di puro piacere e di egoismo).

8-In Rm 1, 18-32 si tocca addirittura l’omosessualità femminile, che finora non era stata citata. Nemmeno qui si parla di persone che hanno stabile tendenza ad avere atti sessuali con persone dello stesso sesso (Gulp! Ma che sarebbe allora? Paolo parla chiaramente di loro traviamento, come di qualcosa di durevole. In Paolo non c’è una definizione di omosessualità, ma una denuncia abbastanza chiara di  atti negativi. Non si parla di persone con stabile tendenza ad avere desiderio di rapporti omosessuali, ma di maschi che hanno una donna e che ogni tanto vanno con i maschi. E fanno atti ignominiosi. Ciò che si voleva elencare erano momenti di puro piacere ed egoismo. In quella società gli uomini potevano praticare atti omosessuali. Era una possibilità. Che il padre insista che in Paolo non si trova un discorso elaborato non ha senso. Paolo cita quegli atti e li stigmatizza in quanto frutto proprio di chiusura al comandamento di Dio. Ciò non vuol dire che per Paolo nel caso di tendenza stabile omosessuale la relazione divenisse positiva. Paolo aveva presenti le orge e di queste parla. Altrimenti facciamo diventare una espressione una sentenza meccanica sull’uomo. “Questa è una operazione che dobbiamo non fare”

9-Ma nella Scrittura c’è qualche forma di approvazione delle relazioni omosessuali? La risposta non è facilmente no (35:00). Gionata e Davide: Il tuo amore era più prezioso che amore di donna. Ma è forzatura affermare che sia relazione omosessuale. Possiamo pensarlo, farci piacere pensarlo … Centurione e servo malato: Gesù avrebbe fatto l’elogio più grande ad un omosessuale? Chi ipotizza relazioni omosessuali nella cerchia dei discepoli. Gesù e Lazzaro. Gesù amava Lazzaro. Ma è un modo di proiettare nelle Scritture delle domande nostre (aspettative). Dire che il caso del Centurione e del suo schiavo siano indice di relazione omosessuale è forzatura al testo perché niente allude a questo. Del Centurione possiamo dire che Gesù mai ha parlato così bene di una persona come di quest’uomo 38:02. Perché i biblisti enfatizzano l’episodio? Perché per i romani un servo valeva niente e in vece al Centurione questo schiavo era molto caro. Questo fa pensare … Per alcuni, tra loro due c’era una relazione. Non è sconveniente pensarlo 39:06. Se fosse così, Gesù avrebbe fatto l’elogio più grande a un …. Per tornare a questa Benedizione che ha voluto il Papa e che ha fatto tanto parlare … anche perché parlare bene di una persona non vuol dire approvare tutta la sua vita. … Tutti cerchiamo benedizioni perché tutti sentiamo il bisogno di essere guardati con rispetto con amore perché è questo che eventualmente che ci fa andare verso il cento per cento. …. Ci sarebbero altri episodi più spinti. Si ipotizzano relazioni omosessuali tra la cerchia dei discepoli, Gesù e Lazzaro perché ci sono delle espressioni: amava Lazzaro Gesù 40:32 e 40:46. Ma è tutto un modo di proiettare nella Scrittura delle domande nostre. Vogliamo trovare qualcosa che non c’è scritto. La Scrittura non dà tutte le risposte perché non sono necessarie.

Nella Scrittura è molto  chiaro un atteggiamento di misericordia nei confronti delle persone che nell’ambito della sessualità, per esempio l’adultera. Lc 7, 36-50 Gesù in casa del fariseo indica di imparare dalla donna peccatrice: Le è molto perdonato perché ha molto amato. La Scrittura non ci dice: Sono bravi o cattivi. Ma la Scrittura ci dice un’altra cosa: Quanto stai amando? 45:39. È difficile parlare di una categoria di persone perché le persone non sono mai una categoria. Questa sera dovremmo chiedere loro scusa. Gesù incontra il lebbroso, l’indemoniato, ecc. persone ai margini della società che Gesù non aveva paura di avvicinare, accompagnare, guarire.

10 – Non c’è alcuna parola contro l’inclinazione omosessuale, ma contro gli atti. Quelli che potremmo definire omogenitalità. Secondo la Scrittura un atto di questo tipo ha potenzialmente (?) un significato negativo. Sembra assente nella Scrittura un giudizio sulla condizione o sull’orientamento omosessuale (orientamento psicologico o condizione esistenziale). Noi oggi parliamo di persone che si trovano in questa situazione di orientamento dalla quale non riescono e non vogliono trovare una distanza. La Bibbia però non ipotizza un mondo con tendenze non eterosessuali.  A quel tempo l’unica tendenza era quella eterosessuale. Non stiamo parlando di rivendicazioni pacchiane, del Gay pride … che diventano bagarre politica e culturale, ma di persone che si trovano ad avere questa inclinazione. Siccome a quel tempo non si parlava di una categoria di persone, per questo stigmatizzavano con forza gli atti omosessuali. Catalogati immediatamente come una cosa che  non poteva esistere. Come una donna che mette i pantaloni. Ci sono stati periodi della storia in cui questa cosa non poteva stare né in cielo né in terra. Come se prendessimo un testo di cinquecento anni fa e dicessimo che quella donna è una depravata. Oggi una cosa del genere ci farebbe ridere. […] Quando si dice (50:08) che un atto omosessuale non sta né in cielo né in terra non si sta parlando per come noi oggi parleremmo del Gay pride. La Bibbia non ne parla perché quel mondo, come è descritto oggi, non esisteva. La condanna di Paolo dunque è per persone considerate eterosessuali, ma che sfogavano i loro istinti in modo omosessuale.

11 Il comportamento omosessuale viene riprovato quanto trasmissione del dovere primario verso il prossimo simboleggiato dallo straniero e dell’ordine creato da Dio, che è una differenza feconda. Questi sono i due disordini che la Scrittura cerca di risanare: quando l’essere umano non accoglie l’altro o vive un tipo di amore che è sterile. (51:36) questi due punti sono di enorme attualità per noi: quando uno non accoglie l’altro o vive un tipo di amore che è sterile. Se non facciamo diventare questi due punti uno stigma verso l’omosessualità, ci fanno ritrovare l’obiezione grande che Dio ha davanti alla nostra umanità. Quando non accettiamo la differenza dell’altro e quando viviamo l’amore in modo sterile, che non genera nulla. La faccenda è molto più complessa se vogliamo guardare le cose più alla radice. L’omosessualità elencata da San Paolo è una conseguenza di un peccato contro Dio, insieme ad altri peccati commessi da persone che avevano rotto la relazione con Dio. Quindi non stiamo parlando di una persona che con dignità cerca di fare i conti con questa sua grammatica affettiva 52:52. Paolo invece parla con forza a persone degradate a barbari.

CONCLUSIONE

12L’approccio biblico all’omosessualità non corrisponde all’approccio odierno. […] Non si condanna una relazione omosessuale che voglia incarnare l’amore interpersonale, che è la grande istanza portata oggi da chi dalla propria condizione omosessuale chiede una parola alla Chiesa. La distanza tra i due orizzonti interpretativi impedisce trasferimenti indebiti. Non si può proiettare la condanna biblica sugli odierni amori omosessuali. Non possiamo prendere delle cose dal nostro contesto e trasferirle nell’altro. Stiamo parlando di cose un po’ diverse.

54:21 Non si può nemmeno retroproiettare sulle storie della Bibbia l’attuale concezione dell’amore omosessuale. La storia di Gionata e Davide non può diventare il manifesto dell’omosessualità quando probabilmente è solo una storia di amicizia.

54:49 Il silenzio biblico sull’amore omosessuale non può essere invocato come prova della sua approvazione. E nemmeno la forte inclusività di Gesù e il suo atteggiamento di misericordia. 55:52 Credo che si possa dire questo con … (non si capisce una parola) e con rispetto per tutti:

La Bibbia offre ragioni sufficienti per condannare l’omofobia, non per provare il giudizio positivo sulle relazioni omosessuali, che è un’altra cosa. È anche onesto dire fermiamoci qui. La Bibbia non ci dice più di questo. La Bibbia ci impedisce di parlare a sproposito dell’omosessualità, non ci dice che è tutto facile, anche perché un atto omosessuale è diverso da un atto eterosessuale. Lo possiamo dire con buona pace di tutti perché è una cosa quasi biologica che diciamo a livello fisico, poi è chiaro che ha tante implicazioni ulteriori, però la Bibbia ci impedisce di arrivare a una conclusione sull’argomento perché in quel tempo il dato antropologico e l’esperienza che abbiamo noi davanti agli occhi non c’era.

E quindi dobbiamo trovare altre risposte non nelle pagine della Scrittura, 56:09 ma nello spazio della nostra intelligenza e delle scienze umane e del dialogo che possiamo attivare tra di noi. Questa è una frase del documento che avevo citato all’inizio, della Pontificia commissione biblica. In conclusione, il Documento della Pontificia Commissione Biblica prende tempo che anche noi dobbiamo prenderci per una più approfondita riflessione.

NOSTRA ANALISI E COMMENTO

Se la Tradizione fosse solo storia delle interpretazioni essa sarebbe solo legata ai tempi e non alla sostanza delle Scritture, all’Ispirazione. La Tradizione, dunque, pur tenendo conto, con l’ermeneutica, della storia delle interpretazioni non è “la storia delle interpretazioni della rivelazione”, come il Padre invece asserisce, ma è ciò che trasmette integralmente la Rivelazione unitamente alle Scritture (testo scritto ispirato; cf appunto CCC 81)1. Questo è il punto saliente sul quale dibattere prima che chiedersi se ci siano eventuali passi nella Bibbia, e nella conferenza del Padre, che giustifichino o affermino l’omosessualità nelle Scritture e se il Predicatore Apostolico propendesse per questa o quella interpretazione. (Mi riferisco all’omosessualità come suo esercizio abituale e non come tendenza involontaria ed episodica del soggetto, tale così da poter parlare di “categoria di persone” come oggi suole usarsi).

Perché porre la questione da parte nostra

Su questo punto dovremmo chiedere spiegazioni adeguate ad un Predicatore Apostolico, ad uno studioso titolato e ad un docente di teologia qualificato. E lo possiamo e dobbiamo chiedere proprio da fedeli inesperti, ma vigili custodi della Fede per la quale essere pronti a dare la vita.

Mi pare, invece, che i critici e gli ipercritici della conversazione del Padre Pasolini non si siano punto soffermati sulla visione di Tradizione proposta dal Padre e che è dirimente per trarre debite conclusioni su qualunque questione di ordine morale oggi, essendo il modo di vivere e di vedere odierno, per forza di cose, sempre diverso da quello in cui Tradizione e Scritture nacquero. La questione è fondamentale. Come considero la Scrittura in rapporto alla Tradizione; la tradizione è solo storia di interpretazioni e di chi, degli studiosi ermeneuti, dei pastori, di tutti e due?

Il Padre continua dicendo che “un tema così complicato come quello di stasera non troverà questa sera tutte le risposte” 3:40. Mi sembra ovvio, direi, ma là dove le Scritture danno delle indicazioni chiare non le si potranno evitare adducendo che i tempi oggi sono diversi, in quanto che non potremo basarci solo sulle scienze umane per trarre una conclusione morale, ma anche, e in primis, sui riferimenti biblici e della Tradizione invariata. Invece il Padre sembra svuotare di significato il testo sacro tanto più importante quanto meno si diffonde sul tema ed è inerente alla questione.

D’altronde, il Catechismo della Chiesa Cattolica, non ci tato tra le fonti del teologo, proprio partendo dalle Scritture e dalla Tradizione invariata e congiuntamente, dopo una ampia presentazione del tema della castità a riguardo di ogni essere umano, come anche il Padre ritiene necessario per tale disanima, proprio si esprime così:

2357 L’omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un’attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, 238 la Tradizione ha sempre dichiarato che « gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». 239 Sono contrari alla legge naturale. Precludono all’atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

2359 Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un’amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana.

Invece, il Padre si limita ad alcuni testi scritturistici senza confrontarli con la Tradizione che non è oggetto di giudizio, ma che semmai concorre a formare un giudizio. In ciò mi sembra di vedere una chiara inversione del principio e del significato della Tradizione in rapporto alle Scritture e alle conseguenze dottrinali e morali da trarne. Tuttavia è innegabile che diversi dei passaggi qui citati del Catechismo siano presenti nelle parole del Padre, come il rispetto per le persone omosessuali, ma non il corretto rapporto tra Scrittura e Tradizione e non l’intrinsece malum, per esempio.

Il Padre giustamente afferma che nelle Scritture “Ci sono degli indizi sull’omosessualità come su ogni altro tema” 4:23 “Dio ci chiede di riflettere insieme …”, ma non esplicita i criteri se non il riferimento delle Scritture  e delle scienze umane. Riferisce il Padre che prima di parlare di omosessualità afferma, come già il Catechismo -ma non lo cita- che occorre parlare di sessualità, dove nasce il tema, il che è più che giusto, visto che Dio è esigente per l’esercizio della sessualità come di altri ambiti morali sia per gli uni che per gli altri- Tutti siamo chiamati ad esercitare la purezza di mente, di cuore e di corpo. 

2-“Dio ci ha creati in un modo che da soli non riusciamo ad essere felici” 5:53 (Cf Gn 2, 18). Saremmo creati per la relazione e così è. La relazione con l’altro fin dall’inizio è fragile.

Nel commento di Padre Pasolini la femmina è vista come una che cerca di prevaricare sull’uomo. Questa mi sembra una forzatura visto che ish e ishishah sembrerebbero esprimere più unità che non conflitto e profonda similitudine, tanto che erano nudi e non provavano vergogna.

Prosegue dicendo che per arrivare davvero ad essere uno l’aiuto dell’altro ci vuole tanto tempo. È alla fine, non all’inizio. Vero, ma la Scrittura parla del progetto di Dio, non della dinamica storica post peccato.

Prosegue: Il fatto che oggi la vergogna sia molto superata non è garanzia di durata della relazione, anzi (11:42). Nei nostri corpi è scritto che si faccia qualcosa che vada avanti nel tempo, ed ecco qui la castità (12:42). Questa questione precede l’omosessualità e l’eterosessualità (13:02). La genitalità è una stagione, ma il viaggio è più grande. In questa precisazione il Padre è stato chiaro, anche se non vedo il nesso con le affermazioni precedenti legate al contesto storico e linguistico.

3-Il Padre qui dichiara le fonti cui si è riferito: 13:33. AA.VV, L’omosessualità nella Bibbia, San Paolo 2007; Aristide Fumagalli, L’amore possibile, Cittadella 2020. Soprattutto: Pontificia Commissione Biblica, Che cos’è l’uomo, 2020, ma non citerà alcun passaggio in specifico.

4- Il Padre offre una ricognizione di Testi Biblici: raccomanda di vedere i testi e vedere quanto pesino o meno i testi.

Direi che non si possa pesare il valore dei testi, quanto ad importanza, ma semmai discernere la reciproca interazione. Certamente -dice- c’è condanna del comportamento omosessuale (14:56) “ma sono pochi testi”: Gn 19, 1-29 (I sodomiti verranno distrutti).

Ritengo che la paucità, asserita, di testi specifici non giustifichi minor considerazione. Per esempio, quante volte nei Vangeli si insegna il Padre Nostro, molte? Non direi, eppure, il testo è fondamentale]. Per il Padre il testo di Gn dice solo che l’ospitalità si trasforma in abuso e non molto di più. Non si fa riferimento ad una categoria di persone, come faremmo oggi, il che indicherebbe un di più di singoli comportamenti. Ma il parlare di abuso in casi non sistematici ma diffusi nella cultura antica, nel momento in cui divenisse caratteristica di categorie, come oggi, a maggior ragione chiamerebbe in caso la severità degli autori sacri, severità mitigata poi dai casi specifici delle persone. Sicuramente il male non potrà essere volto in bene. Direi che nel passo citato di abusi “il di più” ci sia, eccome, altrimenti dove sarebbe il problema nella non consensualità presunta degli ospiti? Non consensualità solo per motivi antropologici o anche religiosi? Essi sono feriti nella loro dignità, abusati. Non potremmo poi dimenticare le parole della 2Tim:

3 Infatti verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma, per prurito di udire, si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, 4 e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole. 5 Ma tu sii vigilante in ogni cosa, sopporta le sofferenze, svolgi il compito di evangelista, adempi fedelmente il tuo ministero.

Il Padre, citando Gdc 19, 11-25, il delitto di Gàbaa. Nei due testi -secondo il Padre e l’ esegesi odierna-non sarebbe in gioco l’omosessualità, ma la non accoglienza del forestiero. Essi non dicono qualcosa di veramente importante sulla condizione omosessuale e su cosa Dio desideri circa di essa. Dio condanna la non accoglienza che si trasforma in abuso. Questi testi ci permettono di dire questo non molto di più.  Ma, aggiungo io alle parole del Padre, se giudicano l’infrazione dell’accoglienza ne specificano anche la natura, l’abuso sessuale. E se questo abuso fosse compiuto all’interno di una cosiddetta categoria di persone, come usiamo dire oggi, a maggior ragione la Scrittura lo valuterebbe grave in quanto comportamento non occasionale, ma eretto a sistema. E in effetti questa è la linea della Tradizione.

Per il Padre sono più espliciti i testi della Legge di Mosé: Lv 18:20; tre espressioni di San Paolo 1Cor 6, 9; 1Tim 1, 9-11; Rm 1, 18-32) questi i luoghi secondo il Padre, a sua detta molto pochi. In realtà, ritengo che le Scritture non essendo pansessualiste non si limitano a parlare di sessualità in continuazione, ma di ogni disordine rispetto al piano della creazione.

5-Più espliciti darebbero i documenti del Levitico. La donna non si metterà una veste da uomo, né un uomo una veste da donna (Dt 22, 5). Qui si parlerebbe degli abiti e non dell’atto omosessuale. Ma il Padre sembrerebbe trascurare il significato dell’abito nell’A.T., derivante proprio sia dalla necessità di coprire la vergogna del Peccato di origine con la modestia sia che per definire una identità. Lv 18, 22 anche per il Padre è esplicitamente contro gli atti omosessuali. I rapporti omosessuali hanno, infatti, per punizione la messa a morte.

6-A tal punto, il Padre si chiede se determinate frasi della Bibbia scritte in un contesto possano avere ancora eguale portata per il contesto odierno (24:53). Il contesto originario è quello di un popolo che sta imparando a vivere la fedeltà al Signore. In quel tempo la santità è vista come ciò che serve alla procreazione. Vengono dunque squalificati quegli atti non aperti alla possibilità della vita. Ma siamo in un contesto in cui non esistevano né le pillole, né agli anticoncezionali. Se ci fossero state tutte queste cose forse nel Codice della legge ci sarebbero state altre clausole? Probabilmente sì, perché per il legislatore divino lo scopo era vivere la sessualità secondo il progetto di pienezza, evitando lussuria ed egoismo. Sono parole che sembrano affermare qualcosa contro gli omosessuali, ma in realtà anche contro gli eterosessuali. Quindi, anche in questi testi non troviamo nulla di così specifico contro l’omosessualità. Ciò riporta al fatto che il progetto della sessualità è molto impegnativo per tutti. E quindi, aggiungiamo, parimenti Dio condanna ogni atto contro natura come al di fuori della sacra unione nuziale che è solo eterosessuale ed aperta alla vita. Non si vede come questi passi possano lasciare una apertura circa la liceità dei rapporti omosessuali stabili a determinate condizioni, cosa che determinati teologi auspicherebbero.

7-San Paolo è sempre il più scomodo, aggiunge, come in 1Cor 6, 9-10. Qui Paolo elenca molti tipi di ingiustizia. Non è un discorso specifico sull’omosessualità, è un elenco degli atti che segnalano un certo disordine (35:17). “Perché oggi parliamo di alcune persone che rientrano in un elenco e non di altre?” Perché di questi non si parla che non possono fare la comunione o ricevere una benedizione? (E qui il Padre sembra, con il linguaggio gestuale indulgere ai contemporanei) Paolo parlerebbe in genere e non contro le persone omosessuali. Cerco di farvi capire che nella Bibbia, se siamo sinceri e siamo onesti, dobbiamo rivedere le categorie con cui mettiamo qualcuno nella nicchia dei colpevoli e noi no (ed escludiamo noi stessi). Così per l’omosessualità si parla di fenomeni, non di una categoria. Si parla di atti lussuriosi. Questo commento del Padre, direi a braccio, non spiega perché nel momento in cui Paolo realmente fa un elenco di peccati gravissimi e non una riflessione sull’omosessualità, per ciò stesso farebbe un discorso generico e non sufficiente a sostenere l’inaccettabilità di atti omosessuali non per lussuriosi, ma per persone inclini a questo genere di rapporto forse per natura. L’eventuale inclinazione, tutta da verificare e studiare sotto il profilo scientifico e psicologico, potrà avere delle attenuanti nei momenti di caduta, ma in nessun modo potrà giustificare, a meno che si ritengano gli omosessuali incapaci di intendere e di volere, ma non credo sia il caso. Ergo, come per tutti gli altri peccati gravi vige la regola ordinaria della piena avvertenza, deliberato consenso, materia grave. Tutti questi peccati gravi, di qualsivoglia natura non potranno essere accettati, ma si potrà solo accompagnare la persona a conversione e in primis, possibilmente, all’astensione. Ciò implica il cambiamento della persona. Non dice Gesù: Va’ e non peccare più? (Cf Gv 8, 11). Gesù richiede un cambiamento morale a fronte del fatto che il Signore dà il perdono, il dono, la Grazi, che poi sono sinonimi, ma proprio questa è un’altra questione che fa problema degli insegnamenti di Padre Padolini, come dalla catechesi on line su You Tube intitolata: Dio non ha bisogno di cambiarti – fra Roberto Pasolini – 3° Raduno di Fraternità (Loreto 26 – 29 agosto 2024). In questo video il Padre afferma che nella Chiesa si era dimenticato lo Spirito Santo e quando si dimentica lo Spirito Santo tutto diventa uno sforzo. In realtà anche qui si equivoca sulle parole. Se non si parlava di Spirito Santo latis verbis si parlava del fuoco dell’Amore divino, che è l’equivalente. Perché queste imprecisioni che falsano poi le letture che seguono? La dimenticanza dello Spirito Santo avrebbe portato ad una morale e ascetica basata sullo sforzo, sul cambiamento. Ma Dio non chiede il nostro cambiamento, bensì ci dona il suo Spirito che ci cambia. È vero che lo Spirito ci è donato e ci cambia, ma è anche vero che ci è chiesto il cambiamento seguendo Gesù portando la sua croce e se così non fosse perché gli apostoli avrebbero continuato a tuonare verso coloro che cambiare non volevano? Se congiungiamo le riflessioni della nostra conferenza in questione e la congiungiamo a questa prospettiva di sapore un poco quietista, capiamo il perché delle affermazioni un po’ equivocabili di Pare Pasolini. Con ciò, però, non è che il Padre voglie per esempio, per restare in materia, neghi il valore della castità. Nel video sul cambiamento che Dio non vuole (Mi va bene come sei) 31:40 “Pietro si sente riconciliato con sé stesso”, attenzione, non è una frase evangelica, anche se oggi la si fa passare surrettiziamente nei commenti ai Vangeli sul perdono, ma è una visione di natura psicologica. Anche se io non sentissi questa “riconciliazione con me stesso, questo perdonare me stesso”, non sarebbe nulla di insuperabile per la Fede perché è Dio che perdona, e su ciò tutti concordiamo, ma poi ciò che conta sarebbe sapere che siamo servi inutili: Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare” (Lc 17,5-10). Ciò significa cambiamento anche dalla parte dell’uomo e non solo aver ricevuto lo Spirito che lo cambia.

Tornando alla questione della omosessualità, continua il Padre, ciò che si voleva elencare erano momenti di puro piacere ed egoismo. In quella società gli uomini potevano praticare atti omosessuali. Era una possibilità. Che il Padre insista che in Paolo non si trova un discorso elaborato è sufficiente per dire che il suo discorso non sia abbastanza per condannare una scelta di omosessualità, tanto più che il magistero ben lo dice e non solo nel Catechismo, ma in successivi e recentissimi documenti.

A onor del vero, poi, il Padre afferma che Paolo cita quegli atti e li stigmatizza in quanto frutto proprio di chiusura al comandamento di Dio. Ciò non vuol dire che per Paolo nel caso di tendenza stabile omosessuale la relazione divenisse positiva. Paolo aveva presenti le orge, infatti, (35:51) e di queste parla, ma dette orge erano praticate anche probabilmente da eterosessuali. E questo punto fa pensare che il Padre quindi “assolva” gli omosessuali ed eventualmente possa un giorno concedergli di vivere in pace la loro omosessualità magari anche in stabile unione, cosa che il Padre però non afferma. Afferma però dei ragionamenti che potrebbero essere premessa a queste conclusioni e questo è molto pericoloso. Tanto da dire: “Altrimenti facciamo diventare una espressione una sentenza meccanica sull’uomo. Questa è una operazione che dobbiamo non fare”.

Ma poi si chiede: nella Scrittura c’è qualche forma di approvazione delle relazioni omosessuali? La risposta non è facilmente no (35:00). Gionata e Davide: Il tuo amore era più prezioso che amore di donna. Ma è anche vero che bolla questa interpretazione come forzatura. Ma poi vira e dice: Possiamo pensarlo, può farci piacere pensarlo … Se pensiamo al Centurione e servo malato: Gesù avrebbe fatto l’elogio più grande ad un omosessuale? Chi ipotizza relazioni omosessuali nella cerchia dei discepoli. Gesù e Lazzaro. Gesù amava Lazzaro. Tutte interpretazioni che il Padre interpreta come un modo di proiettare nelle Scritture delle domande, delle nostre aspettative. Afferma anche che un atto omosessuale “può essere lussurioso” (32:19), cioè, segno di egoismo. Ma mi chiedo: potrebbe mai essere segno di altruismo, di amore se il progetto di Dio è un altro, a detta dello stesso Padre? Ovviamente no. E allora sembra che il Padre continuamente oscilli tra due posizioni opposte, nonostante la linea della Chiesa già esista. Oggi il tema non è se l’omosessualità possa essere lecita, ma come accompagnare gli omosessuali nella chiesa per accompagnarli alla santità portando la loro croce, come ognuno di noi porta la propria. A me pare chiaro. Come mi pare che non lo sia altrettanto per il Padre.

In 1Tim 1, 9-11, anche in questo caso il riferimento all’omosessualità sarebbe riferimento a degli atti e non ad una categoria. Vero, Paolo non parla di categorie, ma caspita, è chiaro, è così anche per gli altri comportamenti condannati, infatti si possono condannare i comportamenti, non le persone o le categorie!, ma i momenti di puro piacere e di egoismo.

8-In Rm 1, 18-32 si tocca addirittura l’omosessualità femminile, che finora non era stata citata. Nemmeno qui si parla di persone che hanno stabile tendenza ad avere atti sessuali con persone dello stesso sesso. MI spiace ma è scorretto:

Così la pericope:

 18 In realtà l`ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell`ingiustizia, 19 poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha loro manifestato. 20 Infatti, dalla creazione del mondo in poi, le sue perfezioni invisibili possono essere contemplate con l`intelletto nelle opere da lui compiute, come la sua eterna potenza e divinità; 21 essi sono dunque inescusabili, perché, pur conoscendo Dio, non gli hanno dato gloria né gli hanno reso grazie come a Dio, ma hanno vaneggiato nei loro ragionamenti e si è ottenebrata la loro mente ottusa. 22 Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti 23 e hanno cambiato la gloria dell`incorruttibile Dio con l`immagine e la figura dell`uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.
Dio li ha abbandonati 24 Perciò Dio li ha abbandonati all`impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi25 poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli. Amen. 26 Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. 27 Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s`addiceva al loro traviamento. 28 E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d`una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno, 29 colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d`invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori, 30 maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, 31 insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. 32 E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.

Ma è chiaro a tutti che queste espressioni paoline indicano continuità nel peccato, un modo di essere durevole, duraturo.

Invece, per il Padre Pasolini Paolo voleva solo elencare momenti di puro piacere ed egoismo. In quella società gli uomini potevano praticare atti omosessuali. Era una possibilità.

Paolo cita quegli atti e li stigmatizza in quanto frutto proprio di chiusura al comandamento di Dio. Ciò non vuol dire che per Paolo nel caso di tendenza stabile omosessuale la relazione divenisse positiva.

…. Ci sarebbero altri episodi più spinti. Si ipotizzano relazioni omosessuali tra la cerchia dei discepoli, Gesù e Lazzaro perché ci sono delle espressioni: amava Lazzaro Gesù 40:32 e 40:46. Ma è tutto un modo di proiettare nella Scrittura delle domande nostre. Vogliamo trovare qualcosa che non c’è scritto. La Scrittura non dà tutte le risposte perché non sono necessarie.

Invece nella Scrittura è molto  chiaro un atteggiamento di misericordia nei confronti delle persone che nell’ambito della sessualità, per esempio l’adultera. Lc 7, 36-50 Gesù in casa del fariseo indica di imparare dalla donna peccatrice: Le è molto perdonato perché ha molto amato. Il Padre qui commenta che la Scrittura non ci dice: Sono bravi o cattivi. Ma la Scrittura ci dice un’altra cosa: Quanto stai amando? (45:39). Se ciò concorda con Agostino che afferma Ama e fa’ ciò che vuoi, allora concordo.

Tentativo di sintesi: 47:17  

10 – Non c’è alcuna parola contro l’inclinazione omosessuale, ma contro gli atti. Quelli che potremmo definire omogenitalità. Il Padre ribadisce che secondo la Scrittura un atto di questo tipo ha potenzialmente un significato negativo. Ma abbiamo visto proprio nella precedente pericope che così non è. Come il Padre possa invece affermarlo non ha basi chiare.

Il Padre dice anche che noi oggi parliamo di persone che si trovano in questa situazione di orientamento dalla quale non riescono e non vogliono trovare una distanza. Dovremmo forse accettare questo atteggiamento o invitare a conversione, se questa parola è considerata ancora cristiana?

Giustamente poi afferma che la Bibbia non ipotizza un mondo con tendenze non eterosessuali.  A quel tempo l’unica tendenza era quella eterosessuale. Non stiamo parlando di rivendicazioni pacchiane, del Gay pride, ovviamente, … che diventano bagarre politica e culturale, ma di persone che si trovano ad avere questa inclinazione. Quando si dice (50:08) che un atto omosessuale non sta né in cielo né in terra non si sta parlando per come noi oggi parleremmo del Gay pride. La Bibbia non ne parla perché quel mondo, come è descritto oggi, non esisteva. La condanna di Paolo dunque è per persone considerate eterosessuali, ma che sfogavano i loro istinti in modo omosessuale. La domanda per il Padre, sul piano ermeneutico, è possiamo applicare questa accezione paolina a chi non occasionalmente, ma essendo eterosessuale pratica l’omosessualità, ma a chi è abitualmente, per inclinazione omosessuale.

11 – In definitiva, afferma il Padre, questi sono i due disordini che la Scrittura cerca di risanare: quando l’essere umano non accoglie l’altro o vive un tipo di amore che è sterile. (51:36) … questi due punti sono di enorme attualità per noi: quando uno non accoglie l’altro o vive un tipo di amore che è sterile. Se non facciamo diventare questi due punti uno stigma verso l’omosessualità, ci fanno ritrovare l’obiezione grande che Dio ha davanti alla nostra umanità. L’omosessualità elencata da San Paolo sarebbe una conseguenza di un peccato contro Dio, insieme ad altri peccati commessi da persone che avevano rotto la relazione con Dio. Quindi non stiamo parlando di una persona che con dignità cerca di fare i conti con questa sua grammatica affettiva (52:52). Cosa significhi “con dignità” in questo caso è tutto da spiegare. Probabilmente indica con fatica, con sofferenza … Paolo invece parla con forza a persone degradate a barbari.

CONCLUSIONE

12 – Lo sviluppo della conversazione del Padre sembra dare continuamente un colpo al cerchio e un colpo alla botte.

Non tiene conto, se non marginalmente di quanto il Magistero già ha affermato con chiarezza e forza.

Si affida alla Scrittura e all’ermeneutica e non in realtà alla Tradizione

D’altro canto, egli afferma:

54:21 Non si può nemmeno retroproiettare sulle storie della Bibbia l’attuale concezione dell’amore omosessuale. La storia di Gionata e Davide non può diventare il manifesto dell’omosessualità quando probabilmente è solo una storia di amicizia.

54:49 Il silenzio biblico sull’amore omosessuale non può essere invocato come prova della sua approvazione. E nemmeno la forte inclusività di Gesù e il suo atteggiamento di misericordia. 55:02 Credo che si possa dire questo con … (non si capisce una parola) e con rispetto per tutti:

Concordo: La Bibbia offre ragioni sufficienti per condannare l’omofobia, non per provare il giudizio positivo sulle relazioni omosessuali, che è un’altra cosa. È anche onesto dire fermiamoci qui. La Bibbia non ci dice più di questo. La Bibbia ci impedisce di parlare a sproposito dell’omosessualità, non ci dice che è tutto facile, anche perché un atto omosessuale è diverso da un atto eterosessuale. Lo possiamo dire con buona pace di tutti perché è una cosa quasi biologica che diciamo a livello fisico, poi è chiaro che ha tante implicazioni ulteriori, però la Bibbia ci impedisce di arrivare a una conclusione sull’argomento perché in quel tempo il dato antropologico e l’esperienza che abbiamo noi davanti agli occhi non c’era.

E quindi dobbiamo trovare altre risposte non nelle pagine della Scrittura, 56:09 nello spazio della nostra intelligenza e delle scienze umane e del dialogo che possiamo attivare tra di noi. Questa è una frase del documento che avevo citato all’inizio, della Pontificia commissione biblica. In conclusione, il Documento della Pontificia Commissione Biblica prende tempo che anche noi dobbiamo prenderci per una più approfondita riflessione.

Il Documento della Pontificia Commissione Biblica Cos’è l’uomo, 2020

Alla fine mi chiedo perché, pur avendo il Padre indicato come molto importante il documento della Pontificia Commissione Biblica “Cos’è l’uomo” non ne abbia citato esplicitamente qualche parte, ma l’abbia fatto solo implicitamente, per quel che posso capire, in modo eccessivamente incompleto. Sarebbe stato utile citare per esempio:

7. Se si vuole essere obbedienti alla Parola di Dio non è rispettoso limitarsi a una parte della Scrittura, a qualche testo particolarmente suggestivo o ritenuto più adatto all’odierna mentalità. D’altra parte, esporre quale sia l’antropologia di tutta la Bibbia appare un progetto addirittura improponibile, a motivo della varietà dei generi letterari e delle divergenti prospettive ideologiche sorte in epoche diverse; sembra ad alcuni che la complessità della Bibbia impedisca qualsiasi tentativo di sintesi accettabile. Eppure, se si fa credito alla verità della Parola di Dio, risulta doveroso il progetto di una teologia biblica che, in modo rispettoso e articolato, esponga il messaggio dell’intera “profezia”, dal libro della Genesi all’Apocalisse, dalla prosa narrativa alle raccolte legali, dagli oracoli dei profeti ai detti sapienziali, dal Salterio ai vangeli e alle lettere apostoliche.

185. L’istituzione matrimoniale, costituita dal rapporto stabile tra marito e moglie, viene costantemente presentata come evidente e normativa in tutta la tradizione biblica. Non vi sono esempi di “unione” legalmente riconosciuta tra persone dello stesso sesso. Da qualche tempo, in particolare nella cultura occidentale, si sono manifestate voci di dissenso rispetto all’approccio antropologico della Scrittura, così come viene compreso e trasmesso dalla Chiesa nei suoi aspetti normativi; tutto ciò è giudicato infatti come il semplice riflesso di una mentalità arcaica, storicamente condizionata. Sappiamo che diverse affermazioni bibliche, in ambito cosmologico, biologico e sociologico, sono state via via ritenute sorpassate con il progressivo affermarsi delle scienze naturali e umane; analogamente – si deduce da parte di alcuni – una nuova e più adeguata comprensione della persona umana impone una radicale riserva sull’esclusiva valorizzazione dell’unione eterosessuale, a favore di un’analoga accoglienza della omosessualità e delle unioni omosessuali quale legittima e degna espressione dell’essere umano. Di più – si argomenta talvolta – la Bibbia poco o nulla dice su questo tipo di relazione erotica, che non va perciò condannata, anche perché spesso indebitamente confusa con altri aberranti comportamenti sessuali. Sembra dunque necessario esaminare i passi della Sacra Scrittura in cui viene tematizzata la problematica omosessuale, in particolare quelli nei quali essa viene denunciata e biasimata.

188 […] Non troviamo nelle tradizioni narrative della Bibbia indicazioni concernenti pratiche omosessuali, né come comportamenti da biasimare, né come atteggiamenti tollerati o accolti con favore. L’amicizia tra persone dello stesso sesso (come quella fra Davide e Gionata, esaltata in 2 Sam 1,26) non può essere ritenuta un indizio a favore del riconoscimento della omosessualità nella società israelitica. Le tradizioni profetiche non fanno menzione di costumi di questa natura, né presso il popolo di Dio, né presso le nazioni pagane; e questo silenzio contrasta con le attestazioni di Lv 18,3-5.24-30 che attribuiscono agli Egiziani, ai Cananei e in generale ai non israeliti dei comportamenti sessuali inaccettabili, fra cui il rapporto omosessuale. Il che indica, come vedremo, una valutazione negativa di tale pratica.

Alla fine:

È evidente che tutta la materia abbisogna di ulteriori approfondimenti, che la Chiesa guarda con favore alle persone omosessuali in quanto persone e peccatori allo stesso modo di noi tutti.

Il Padre ha fornito probabilmente una presentazione facilmente equivocabile del tema anche perché lo stesso documento della Commissione Biblica problematizza, ma chiaramente lo stesso Documento della Commissione è chiaro nel rifiutare il comportamento omosessuale, conforme alla Tradizione e al Magistero e questo il Padre avrebbe potuto esplicitarlo.

Il Catechismo è chiarissimo e così i Documenti magisteriali successivi e a questi ci atteniamo non solo per obbedienza, ma per convinta fede.

La conversazione del Padre, più abbozzo di un tentativo ricapitolativo di natura ermeneutica avrebbe potuto essere più chiaro citando l’insegnamento certo della Chiesa, mentre, nei termini usati, sembra che ad oggi non vi sia un insegnamento certo o che gli studi di ermeneutica lo superino.

Spero che nel tempo queste difficoltà, auspico solo di natura espositiva, vengano chiarite e superate.

Auguro al Padre Roberto Pasolini un proficuo lavoro apostolico presso la Santa Sede chiedendo che le questioni teologiche di natura complessa siano ben distinte dall’insegnamento certo della Chiesa per evitare confusione e scandalo tra il popolo di Dio.

  1. Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Dei Verbum, 9: AAS 58 (1966) 821.) ↩︎
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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O. F. M. Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Ancora con Padre Gianmarco Arrigoni O. F. M. Conv., Non è qui, è Risorto! Mimep-Docete, Marzo 2024.