Quello strabico parere del Comitato di Bioetica su “Vaccini a adolescenti”

di Paolo Piro

Lo scorso 29 luglio, il Comitato Nazionale di Bioetica ha edito un documento intitolato “Vaccini e Adolescenti”[1], nel convincimento che la vaccinazione degli adolescenti meriti una particolare attenzione anche attraverso una informazione ad hoc rivolta ai genitori. Così si è espresso il CNB: “Si ritiene che la vaccinazione sugli adolescenti possa salvaguardare la loro salute”. Eppure le statistiche dicono che l’incidenza del covid nella fascia di età, 10-19 anni, misurata dal’ISS al 5 maggio 2021, è pari a 0,0%. Nonostante ciò il CNB ritiene “importante ascoltare l’adolescente e valorizzarne il diritto ad esprimere la sua scelta in relazione alla sua capacità di discernimento”.

Ma discernimento su cosa? Questo non è chiaro, posto che i vaccini non proteggono dalla infezione né dalla trasmissione ma, al massimo, dalla ospedalizzazione e dai sintomi gravi, e che l’eventuale positività ha, per i giovani, una letalità infima. Ma il Comitato insiste: “Se la volontà del grande minore di vaccinarsi fosse in contrasto con quella dei genitori, il Comitato ritiene che l’adolescente debba essere ascoltato da personale medico con competenze pediatriche e che la sua volontà debba prevalere, in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e della salute pubblica”.

Ma quale motivazione potrebbe spingere un adolescente a vaccinarsi, posto che il problema riguarda la sua salute solo in una percentuale di rischio così minima da essere quasi pari a zero? Cosa potrebbe spingere un sedicenne a vaccinarsi se non la pressione di una pubblicità pervasiva, insistente e fuorviante che spinge i giovani a dare l’esempio come se si trattasse di un impegno di volontariato invece di un vaccino?

Il culmine del documento è raggiunto quando il Comitato pretende di intrufolarsi all’interno della famiglia per gestire, non richiesto, un preteso contrasto tra la volontà dei figli e quella dei genitori. Come se si trattasse, per principio, di un dissenso genitoriale errato a priori, come ci si occupasse di una genitorialità incapace, non sufficientemente abbiente culturalmente, economicamente e forse anche poco formata ed informata. Insomma il Comitato pretende di sapere ciò che è bene per i figli più dei genitori. Quindi sostiene di dovere sospendere il ruolo di padre e madre per sostituirsi ad esso, in nome di una esigenza che evidentemente ritiene grave. Dove sarebbe questa gravità e in cosa consisterebbe, non è dato sapere.

Il Comitato afferma che “per gli adolescenti con patologie e rientranti nelle categorie identificate dal Ministero della Salute (in una lista aggiornata), per le quali la vaccinazione è raccomandata, emerge in forma ancora più pressante l’obbligo dei genitori (rappresentanti legali) di garantire ai propri figli il miglior interesse; è importante ricorrere al comitato di etica clinica o ad uno spazio etico e, come extrema ratio, al giudice tutelare”. I genitori non saprebbero qual’è l’interesse del loro figlio perché la vaccinazione sarebbe oggettivamente posta per “salvaguardare la loro salute” e difendere “la … capacità di discernimento” del grande minore.

Lo scritto diventa a un certo punto paradossale quando afferma che “in ultimo appare comunque corretto, dal punto di vista bioetico, non procedere all’obbligo di vaccinare in mancanza di una legge, ma porre in essere misure atte a salvaguardare la salute pubblica”. Si tratterebbe di un obbligo senza obbligo, una sorta di coercizione dolce e suadente fatta di richiami etici ad un senso di responsabilità che i genitori non avrebbero a sufficienza. Motivo per cui è lecito invadere le case delle famiglie. Il CCC n.2211 afferma che la comunità politica ha il dovere di onorare la famiglia, di assisterla e di assicurarle in particolare la libertà di educare i figli assicurando la stabilità dell’istituto familiare, cosa che l’invadenza proposta dal CNB mette decisamente a repentaglio.

Il CNB “ritiene opportuno che nelle circostanze di contrasto tra le parti, la volontà sia certificata per esplicitare con la massima chiarezza le rispettive posizioni, anche al fine di individuare meglio i contrasti nel tentativo di ricomporli”. Quale contrasto? tra quali “parti”? E’ semplice, quello generato dallo spirito eticizzante di una cultura di stampo contrattualistico, una cultura della contrapposizione. Una famiglia fatta di diritti e doveri, tesi, antitesi e sintesi magari operata da terzi.

Ma nella famiglia non esistono parti, esiste la famiglia, genitori e figli, la cui unità va salvaguardata perché su di essa si fonda l’unità della comunità, della società. Ogni idea di divisione in parti ha natura contrattualista, roussoiana, marxista, in una logica dialettica che vede un mondo di forze in continua contrapposizione fra loro. Una logica in cui si fa rientrare anche la famiglia, come luogo continuo di trasformazioni. Niente amore, affetto, comprensione reciproca, niente scuola dove si impara a vivere anche attraverso le incomprensioni.

Tutti i salmi, si sa, finiscono in gloria e anche il documento del CNB termina con: “Dal punto di vista bioetico, per quanto non sussista un obbligo di vaccinazione in mancanza di una legge, rimane il dovere morale e civile, come autorevolmente sottolineato dal Presidente Mattarella”. Il richiamo finale non è ad un argomento che convinca, ma ad un’autorità che proclama solennemente un qualcosa che dovrebbe avere valore scientifico ancor prima che morale. Nessuna ragione che fughi i dubbi, che allontani i timori, che rassicuri gli spiriti, invece soltanto un richiamo altisonante al dovere e una sorta di avvertimento che potrebbero arrivare a casa tua per commissariarti se non ti converti e credi.

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[1] https://bioetica.governo.it/media/4275/p143-2021-vaccini-e-adolescenti-30-luglio-2021.pdf

Fonte: Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân

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