di Marco Tosatti.
Il nuovo santo, il cardinal J. H. Newman, ci parla. Prendiamo in mano la sua Lettera al duca di Norfolk. Coscienza e libertà (Paoline), e immaginiamola scritta ai pochi cardinali che oggi si oppongo alla distruzione sistematica della Chiesa, guidata da Bergoglio
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Cari amici e nemici di Stilum Curiae, anche Super Ex ha voluto essere presente nel giorno in cui John Henry Newman sale agli altari. E lo fa con una riflessione molto interessante, sulla legittimità o meno di opporsi a un papa, quando questi sia in contrasto con il Vangelo e con il magistero. Buona lettura.
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Il nuovo santo, il cardinal J. H. Newman, ci parla. Prendiamo in mano la sua Lettera al duca di Norfolk. Coscienza e libertà (Paoline), e immaginiamola scritta ai pochi cardinali che oggi si oppongo alla distruzione sistematica della Chiesa, guidata da Bergoglio:
1) “Indubbiamente ci sono azioni di papi alle quali nessuno amerebbe aver avuto parte“, non solo per motivi morali, ma persino dottrinali, al punto che la Santa Sede non è stata sempre “lo strumento più attivo dell’infallibilità: vedi il caso della crisi ariana“; “Fu forse Pietro infallibile, quando ad Antiochia Paolo gli si oppose a viso aperto? O fu infallibile san Vittore allorché separò dalla sua comunione le chiese dell’Asia, o Liberio quando, egualmente, scomunicò sant’Atanasio?…“.
2) Nella medesima lettera Newman cita due autorità, il cardinale Torquemada e san Roberto Bellarmino.
Secondo il primo “se il papa ordinasse qualcosa contro la Sacra Scrittura, gli articoli di fede, la verità dei sacramenti, i comandamenti della legge naturale o divina, egli non deve essere obbedito e non bisogna curarsi dei suoi ordini“; per il secondo “per resistere e per difendere se stessi non è richiesta alcuna autorità… quindi come è lecito resistere al papa se assale una persona, è altrettanto lecito resistergli se assale le anime… e tanto più se tenta di distruggere la Chiesa. E’ lecito resistergli, affermo, col non fare quello che comanda e impedendo l’esecuzione dei suoi progetti” .
Newman cita altresì gli Atti degli Apostoli: “Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini” e l’arcivescovo Kenrick: “Il suo potere [del papa] gli venne conferito per edificare non per distruggere. Se egli se ne serve per sete di dominio -quod absit!- difficilmente troverà popoli che gli siano obbedienti”.
Conclude Newman che come cattolico egli non deve “obbedienza assoluta” nè alla Regina nè al Papa.
Cristo viene prima del papa: il Vangelo e la Chiesa non sono suoi!
Qualcuno lo ricordi a Bergoglio!