Ama e fa’ ciò che vuoi …

Articolo di Constance Prazel, da Liberté politique-13 aprile 2018

È una delle più belle esortazioni di sant Agostino, tratta dai suoi commenti alla lettera di san Giovanni, o uno slogan sessantottino? L’amore di cui parla sant Agostino è la dilectio, l’amore disinteressato che viene da Dio, dal quale non proviene nulla di cattivo. Non è però sicuro che sia sempre interpretato in tal modo.

Nella sua ultima opera scritta in dialogo con Monsignor Emmanuel Gobillard, vescovo ausiliare di Lione, Térése Hargot, «esperta» in questioni affettive e sessuali ha ormai interpretato la massima agostiniana nella forma deviata di: Ama, e tutto ciò che vuoi, fallo.

Questa giovane “esperta” ha sviluppato uno speciale approccio con il suo pubblico, su tutti i rapporti, utilizzando un linguaggio di una crudezza assoluta quando parla di sessualità, di vita coniugale e di educazione affettiva.

Lei è consapevole del fatto che il suo modo di pensare piace, perché sembra dare ogni garanzia di rispettabilità, e nello stesso tempo è espressione del grande scarto culturale così conforme alla Francia del 2018, presieduta da Emmanuel Macron. Un modo di esprimersi che vuol essere senza tabù, per dare il necessario brivido del proibito alle persone oneste. Che cosa le si potrebbe rimproverare, visto che lei, nella sua opera di seduzione include abitualmente un vescovo?

L’impresa potrebbe avere qualche merito, se non accogliesse in sé una permanente confusione di generi, ma senza cattivi giochi di parole. È un discorso rivolto particolarmente ai cattolici, dato che una persona di sinistra (un sedicente liberato), non penserebbe di aver bisogno dei consigli di Thérése Hargot, e non si riconoscerebbe certamente nella sua retorica. Un discorso che si nutre ed esiste per un pubblico cattolico, come testimoniano i suoi numerosi interventi nelle diocesi, nelle scuole cattoliche di secondo livello o nelle superiori. Ma alla fine, il suo è un discorso di sfida e di critica a riguardo della Chiesa esperta in umanità.

È ora importante dare la parola all’autrice, a condizione che questo altro si presenti come altro in verità, e non in un culto dell’ambiguità. Nel libro di Térése Hargot la vigilanza è formale, perché ci si ritrova in una vissuta conversazione sulla modalità di espressione dell’interiorità, dell’«interiorità cattolica», con delle proposte che sono spesso in contraddizione con la morale della Chiesa. Non si saprebbe seguire Térése Hargot come quando ci si trovi comodamente seduti in poltrona con una autorità ecclesiastica. Lei ci spiega raggiante «che i religiosi praticano la masturbazione», che è l’unico momento nel quale (il loro) corpo è toccato, le (loro) pulsioni soddisfatte, (il loro) sesso considerato»; o meglio, che è un «errore» il voler moralizzare le proprie pulsioni; o dicendo, in riferimento a una giovane sposata che tradisce il marito con il suo padrone, pur rimanendo col proprio marito: «Benedetti quelli o quelle che vivono di tali amori!». Il minimo che si possa dire in tutto ciò è che viene seminato il turbamento nelle coscienze, particolarmente in quelle dei giovani, ma anche in quelle degli adulti.

Attraverso il suo linguaggio crudo, le sue scorciatoie superficiali, le sue affermazioni categoriche, spesso poco fondate, la Signora Hargot riesce a desacralizzare totalmente ciò che c’è di più sacro nell’uomo, questo capolavoro della Creazione, che consiste nel donare la propria vita. Attraverso i suoi discorsi, che comprendono sistematicamente ogni nozione morale ed evidentemente ogni trascendenza, il suo discorso diventa bassamente tecnicista e scientista. Térése Hargot dovrebbe pertanto saperlo che l’esclusione della morale porta all’immoralità. L’aspetto migliore dell’intimità personale merita molto di più di tutto ciò.

Oggi il dialogo è diventato in sé stesso una virtù, a discapito della ricerca della verità e della carità, che sono le uniche vie che possono condurci alla conversione. Ma una formatrice alla vita sessuale ed affettiva non potrà essere automaticamente una filosofa realizzata, una sessuologa riconosciuta, o una teologa affermata, solamente perché è in dialogo con un vescovo. Cerchiamo perciò di conservare il nostro spirito critico su aspetti tanto delicati, e di non considerare come parole del Vangelo ciò che non potrebbe beneficiare di un imprimatur.

Constance Prazel

Fonte: http://www.libertepolitique.com/Actualite/Editorial/Aime-et-fais-ce-que-tu-veux

Per quanto riguarda il discorso che Emmanuel Macron ha pronunciato di fronte ai vescovi francesi, lo stesso sito presenta un altro articolo che inizia con queste parole: « En faisant l’éloge de la spiritualité et en encourageant les chrétiens à s’investir en politique, le président fait un cadeau à l’islamisme».

«Nel suo fare l’elogio della spiritualità e incoraggiando i cristiani a impegnarsi in politica, il presidente fa un regalo all’islamismo».

 

 

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