Ecco la flotta patriottica che ostacola le ONG (VIDEO)

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di Giuseppe De Lorenzo.

Difesa. Grande invasione. Patria. Sembra sentirli i ragazzi di Generazione Identitaria, movimento patriottico europeo, mentre preparano le loro incursioni e studiano come portare avanti le loro battaglie.

https://www.youtube.com/watch?v=rybS1HgVjCM

Le parole d’ordine ci sono: identità, terra, etnia e tradizione. E chissà a chi si ispiravano venerdì scorso quando hanno assaltato la nave Aquarius della Ong “Sos Mediterranée”, impedendole di andare a recuperare migranti al largo della Libia. Forse pensavano a Carlo Martello, a Leonida oppure al re polacco Jan Sobieski III, che nel 1683 ruppe l’assedio dei turchi a Vienna e salvò l’Occidente dall’invasione islamica.

Tutti personaggi storici cui gli “identitari” riservano un posto di riguardo nel loro Pantheon ideologico. Diventati eroi per aver difeso la loro terra dagli invasori. Come accade oggi: “Ogni settimana, ogni ora, ogni secondo, navi cariche di clandestini, navigano verso i confini europei – dice in un video di propaganda Clément Galant, militante francese – L’invasione è in corso”. Una vera e propria conquista, sostenuta dai fautori delle frontiere aperte.

Tra questi, dicono, ci sono le Ong che da due anni pattugliano le coste della Libia e traghettano i migranti in Italia. “Vogliamo smascherare chi coopera con gli scafisti per sottrarre disperati dalla miseria”, precisa Mario Müller, attivista tedesco dall’ardito baffo arancione. In che modo? Semplice: mettendo loro i bastoni tra le eliche. La settimana scorsa, una ventina di attivisti da tutta Europa sono scesi a Pozzallo, hanno affittato una piccola imbarcazione e tagliato la strada alla nave umanitaria impedendole di salpare dal porto di Catania finché la Guardia Costiera non li ha intercettati (guarda il video).

L’Ong Sos Mediterranée ha subito puntato il dito contro “quattro dimostranti appartenenti a movimenti xenofobi“. Eppure dietro Generazione Identitaria c’è molto di più: un movimento internazionale, con sezioni sparse in Austria, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Repubblica Ceca e Slovenia. Nato nel 2003 in Francia, i militanti si definiscono democratici, patriottici, apartitici ed europei. Mai razzisti. “Essere un giovane identitario significa dare un valore alla nostra cultura – spiega Fiato – E fare in modo che essa non scompaia” sotto il peso delle migrazioni e della mescolanza: “È il multiculturalismo il problema, gruppi troppo diversi tra loro non possono coesistere nello stesso luogo”.

Il resto del programma profuma di nouvelle droite. I loro nemici sono “tutti coloro che hanno deciso di supportare l’immigrazione di massa”: il mondo sindacale, la Chiesa Cattolica e l’antagonismo antifascista. Non solo: considerano la crisi dei rifugiati come “il più grande business economico mai intentato ai danni dei popoli europei“; denunciano “l’inganno dell’integrazione”; e mettono in guardia dal pericolo di una “Grande Sostituzione” etnica, dove le identità delle nazioni vengono “sradicate” in favore di multiculturalismo, mondialismo e liberalismo. Infine, sono patriottici ma non nazionalisti (“perché è un’ideologia che ha diviso gli Stati”); considerano il Vecchio Continente una casa comune, conservando però con orgoglio le identità locali, regionali e nazionali; e propongono la “remigrazione”, ovvero la chiusura delle frontiere, l’espulsione dei criminali stranieri, l’aumento dei rimpatri e la limitazione alla costruzione delle moschee.

“Bisogna arginare le conseguenze dell’immigrazione di massa sostenuta dalle Ong”, fa notare deciso Fiato. Per questo Generazione Identitaria ha avviato una raccolta fondi online intitolata “Defend Europe”. Difendere l’Europa. Con l’obiettivo di accumulare soldi sufficienti a noleggiare una barca e sfidare le Ong sul loro campo: il Mediterraneo centrale. “Vogliamo reclutare un equipaggio – spiega Philipp Huemer, austriaco – armare una nave e salpare per cacciare i nostri nemici”. La “flotta patriottica” dovrebbe ostacolare le operazioni di salvataggio delle associazioni umanitarie nell’area Sar al largo di Tripoli. E se “l’esercito dell’immigrazione è finanziato con centinaia di migliaia di euro da governi e grandi donatori”, Generazione Identitaria ricorre al crowdfounding per sostenere le spese delle missioni al largoServono almeno 50mila euro. Tanti, ma in una settimana ha già incassato 21mila euro di finanziamenti. Non male. L’elica può mettersi in moto. “Il nostro futuro è sotto attacco”, conclude Fiato. “Ma noi non arretriamo: difenderemo la nostra terra”.

Fonte: il Giornale

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