Repubblica, Ratzinger e la fronda

B0ScBjrIYAA0X6UCon l’articolo di Repubblica che tenta di arruolare Benedetto XVI abbiamo assistito al colpo più basso che il “sinodo dei media” potesse tirare. Questa volta si è pensato di farsi scudo con Ratizinger.

Secondo il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari un gruppo di cardinali conservatori, non si dice chi, ma il riferimento a Muller, Burke, Caffarra, Brandmuller e De Paolis è evidente, sarebbe andato a trovare il papa emerito al monastero Mater Ecclesiae per “provare a sensibilizzarlo sulle tesi che sarebbero andate in discussione al Sinodo”. Cioè, secondo l’articolista di Rep., per tentare di mettere in atto “un operazione potenzialmente in grado di spaccare verticalmente la Chiesa”. Sul terreno della dottrina.

A questo proposito non si è fatta una gran scoperta. La Chiesa che emerge dal Sinodo, al di là di quel che si vuol cercare di raccontare, è già spaccata. Basta confrontare la Relatio post-disceptationem e la Relatio finale, con l’intermezzo di circa 500 emendamenti richiesti dai padri, per rendersi conto che la spaccatura c’è, ed è più profonda di quello che si vorrebbe far credere. Giovedì scorso la reazione in aula, di fronte all’annuncio del Card. Baldisseri di non voler pubblicare nemmeno le relazioni dei circuli minori, è stata sorprendente, con cardinali che hanno reagito a suon di “buu” e “vergogna”.

L’operazione di Repubblica, che tenta di tirare in ballo Ratzinger a difesa di Papa Francesco contro quegli “oscurantisti” dei conservatori, vuole spostare l’attenzione sui cardinali difensori della dottrina, affinché siano considerati come i veri sobillatori e divisori. Quale scudo migliore di Ratzinger per questo?

Tutto porta a pensare però che la notizia non sia poi così certa. E’ difficile credere ad una visita dei cardinali al papa emerito con l’obiettivo preciso di “sensibilizzarlo” per arrivare ad una sorta di cospirazione alla Dan Brown. Sarebbe sufficiente conoscere un po’ le personalità coinvolte, i cardinali e lo stesso papa emerito, per rendersi conto che tutto ciò appare quantomeno improbabile.

Muller e Burke, ma anche Pell o Napier, hanno già mostrato in aula il loro dissenso, a viso aperto, e non hanno certo bisogno di andare a chiedere protezioni a nessuno. D’altra parte il papa emerito non direbbe mai nulla contro papa Francesco, né è possibile stiracchiare gli scritti di Ratzinger, o tirarlo in ballo personalmente, per avvallare tesi partigiane.

Posto che non si prevede che qualcuno possa smentire la notizia (almeno finora non c’è alcun segnale in questa direzione), abbiamo il serio dubbio che la notizia di Rep. sia da considerare l’ennesimo episodio del “sinodo dei media”.

N.B. : apprendiamo da un articolo in lingua tedesca che i nostri dubbi sulla notizia di Rep. sono fondati. Per chi conosce il tedesco può leggere QUI.

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