Toscana. Legge sul suicidio assistito. Un attacco alla “Libertà e alla Persona”.
Sí, cari lettori. È andata proprio così. Qui si vende la propria vita per acquistare un’idea, nel mercato della dignità.
E volete sapere cosa è davvero successo? Ve lo raccontiamo.
La libertá andò a passeggio nel desiderio di essere sé stessa. Voleva morire.
Rifiutò il saluto dei passanti. Vide due sorelle e le ignorò: una era Donna Verità, l’altra era Donna Sacra, di nome Vita.
Niente, non ne voleva sapere di parlare con loro.
Voleva essere sé stessa, pensando di essere autonoma, e dimenticando invece di essere diventata sola.
Si sentiva forte. Si pensava emancipata.
Aveva atterrato i suoi avversari uno ad uno.
Anche le strade di Donna Ragione erano ormai diventate vuote.
Anche le insegne del Buon senso furono staccate.
Anche le “spine” dei “lumi” furono staccati.
La strada era tutta per la signora Libertá.
La strada era in discesa. Perché “larga e spaziosa era la via” che conduceva alla sua meta.
Stretta invece era la contrada che portava alla vita. Meglio non percorrerla.
Meglio girare per Via delle illusioni. Pare che da lí passarono pure Lucignolo e Pinocchio.
La Libertà svoltò. Vide tutto a sua disposizione.
Vide persino una via di fuga che le permetteva di non passare da Via del dolore.
“Son fortunata. Gli altri, poveri fessi, soffrono. Io invece ho trovato un sollievo”. Pensò in cuor suo.
Voleva morire. Era questo il suo concetto di libertà.
Guardò dietro di sè e vide che le Donne di prima l’avevano inseguita per cercarla, per abbracciarla.
Donna Verità la chiamò per nome, ma lei, la Libertá, non si fermò. La chiamò di nuovo, ma niente.
Voleva morire per il sollievo che desiderava, per le battaglie per cui lottava.
E cosí fu. La libertà morí.
Infatti da ieri è proprio così: in Toscana è morta la libertà, la vera libertá, quella di orientarsi al bene.
Ella morí e rese la sua anima ma staccandosi dal suo corpo si accorse che non era andato tutto secondo i piani. Andò “dall’altra parte”.
Cominciava a sentirsi soffocare. Cominciava a dire: “ma come? Avevo capito che sarei stata libera.
Dov’è il mio sollievo?”.
In un attimo le fu concesso di vedere la sua vita.
E vide la scena in cui Donna Veritá la chiamava per nome. Ascoltò: la chiamava “Chimera”. Il suo nome era Chimera, non Libertá.
Eppure glielo avevano detto in vita. Ma lei non accettava il suo nome. Era convinta di chiamarsi cosí, di chiamarsi Libertá.
Ora cominciava a capire. Ora vedeva i suoi errori.
Era entrata nell’eternità, ma non era quella felice.
Aveva venduto l’anima per comprare un’idea.
E ora si vedeva rea di aver mancato proprio verso la Libertà, che non era lei, ma era un’altra.
E lei l’avrebbe solo dovuta abbracciare.
Anche all’ultimo momento.
L’avrebbe potuta accettare nella sua vita e allora lei avrebbe cambiato per sempre quel nome.
Non sarebbe stata più chiamata Chimera, ma Realtá. Capí che la Libertà non è fare ciò che si vuole o si sente, ma è puntare al Vero, al Bello, al Buono. È questo che rende liberi.
Capí cosí di non essere mai stata sé stessa.
Capí che il vero aiuto veniva dalla Verità. Solo la Verità la aiutava a essere sè stessa, la aiutava a diventare libertà.
Quello che non hanno capito coloro che oggi proclamano di di aver fatto un “passo avanti” in Toscana.
Già, proprio come Donna Libertá, o meglio Donna Illusione, che fa vittime tra coloro che si credono liberi e sono tremendamente schiavi.
Con la speranza che non lo diventino per sempre.
Lottiamo per la libertà. Quella vera.