E’ AVVENTO!!! E quindi? Devo aspettarmi qualcosa?

Fonte Fabio Ciaddi

E’ cominciato di nuovo l’Avvento, il Tempo dell’Attesa per eccellenza, e mentre spesso ci si preoccupa della forma delle corone che devono ospitare i quattro ceri da accendere durante queste quattro Domeniche, o mentre si pensa ai black-Friday del momento, pronti a farci sconti a buon mercato, lì fuori, anzi qui dentro, dentro di noi, c’è qualcuno che ci aspetta gratis.

Già, perchè se è vero che l’Avvento rispecchia l’umana attesa rispetto alla venuta del Salvatore, è altrettanto vero che è soprattutto Gesù ad attendere noi, in quanto il suo amore ci supera e il suo desiderio di noi ci soverchia.

ATTENDERE è un “ad-tendere” (cioè “tendere verso”), per questo il primo che tende la mano, tende il cuore, tende se stesso, è Dio.

Chi tende fa da tenda: Dio ha da sempre la mano tesa verso di noi, per essere il nostro luogo di rifugio più sicuro, per offrirci uno stesso tetto dove vivere insieme con Lui.

È Lui che ci desidera da sempre, e che ha colto il nostro tempo come occasione per farsi uno di noi: “Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio nato da donna” (Gal 4,4).

Quanto è bello sapere che siamo amati ed attesi in questo modo: da sempre e per sempre.

In un mondo dove tanti si sentono feriti perchè non si sentono amati, in una società che ha perso la grammatica della fede, noi cristiani, con l’Avvento di Dio in mezzo a noi, ci accorgiamo di uno sguardo divino che ci scruta, ci attraversa e ci abbraccia.

Non siamo più analfabeti di speranza perchè Dio è Amore e maestro d’amore: ce lo ha infuso donandocelo in abbondanza. Ha dato se stesso per te e per me.

Allora l’Avvento come Tempo liturgico è l’occasione per ricambiare questa attesa, per imparare ad educare i nostri desideri e le nostre priorità: “Chi cerco? Chi attendo? Per cosa o per chi vivo?”.

In mezzo a ritmi forsennati imposti dalla società odierna, il Tempo di Avvento ci insegna a prenderci il nostro tempo, a non sprecarlo, a ridargli dignità.

L’Avvento ci educa a gustare le cose, a non disperderle, anzi a valorizzarle in noi, come ci ricorda Gesù nel Vangelo di oggi: “state attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita” (Lc 21,34).

Vivere l’Avvento per non diventare avventati. Per imparare a non divorare il tempo, ma ad accoglierlo come dono di Dio.

Che questo nuovo anno liturgico ci insegni a saper attendere smettendo di pretendere, a saper sperare smettendo di disperare, a fidarci di Dio smettendo di mettere al centro il nostro io, ad accogliere il Signore per raccogliere i frutti di questo Tempo di grazia.

E’ l’occasione per imparare ad attendere Colui che ci attende.

E’ il momento propizio per lasciare, come Maria, che lo Spirito formi in noi Gesù. In Lei il Verbo si incarnò. In noi inabita per grazia, se viviamo in piena comunione con Dio.

Auguriamo a tutti voi di diventare gravidi di Dio, di custodirlo in voi, di ascoltare il suo Cuore battere dentro di voi, e di seguire l’esempio della Vergine, facendovi insegnare da Lei come si attende Gesù.

Quando ascolterete la sua voce materna, anche in voi si ripeterà il prodigio: Gesù sussulterà dentro di voi, come Giovanni Battista sussultò nel grembo di Elisabetta.

Allora potrete cantare a voce ancora più alta e più lieta, il vostro Magnificat.

Buon Avvento, buona Attesa, buon Tempo.

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Autore: Fra Andrea Palmentura OCD

Fra Andrea Palmentura, religioso Carmelitano Scalzo, è nato a Bari nel 1994 conseguendo il grado accademico del Baccalaureato presso la Facoltà Teologica di Santa Fara in Bari nel 2017 con una tesi sul Sacrificio di Cristo nell'Eucaristia. Ha conseguito la Licenza di specializzazione a Roma presso la Pontificia Facoltà del Teresianum in Teologia Spirituale con una tesi sullo Spirito Santo come guida all'unione con Dio secondo San Giovanni della Croce. Attualmente, è Dottorando in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Appartiene alla Semi Provincia dei Carmelitani Scalzi di Napoli.