San Giovanni Paolo II, l’ 11 Febbraio 1984, Memoria della Madonna di Lourdes, per il Giubileo della Redenzione,
pubblicava la Lettera Apostolica Salvifici Doloris
Come comprendere l’espressione Salvifici doloris
La traduzione adottata in italiano per la prima frase della Lettera Apostolica, non rende immediatamente al lettore contemporaneo la profondità dell’espressione salvifici doloris. Traducendola con le parole il valore salvifico della sofferenza, si valorizzano meno i casi e le concordanze del testo latino.
Il testo latino recita: «SALVIFICI DOLORIS virtutem declarans, ait Sanctus Paulus Apostolus: “Adimpleo ea, quae desunt passionum Christi, in carne mea pro corpore eius, quod est Ecclesia”. Cioè, in una traduzione più letterale, «Dice il Santo Apostolo Paolo, spiegando la forza del dolore salvifico (la parola esatta utilizzata nella Lettera è forza-virtù e non valore) “Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, in favore del suo corpo, che è la Chiesa”». Infatti, virtutem non significa solo, o, principalmente valore, ma, forza, virtù, a meno di riconoscere al termine valore non il significato attuale, di sapore economico, ma quello originario di valeo, valēre, esser forte, il che ci riconduce ai significati sopra indicati. Il termine valore, secondo l’odierna accezione, rischia di essere recepito dall’odierno lettore in modo da snaturare il tema teologico sulla virtù, sulla forza, necessarie per affrontare la sofferenza. Leggi tutto “IL GETSEMANI PROVA LA VERITÀ DELLA MISERICORDIA nella verità della sofferenza (San Giovanni Paolo II, Salvifici doloris, 18)”