Viviamo in un’epoca in cui in nome di sempre nuovi “diritti” ne vengono cancellati di antichi come il mondo stesso. Tra questi, oltre al diritto alla vita, vi è quello di ogni uomo ad avere un padre ed una madre. Diritto naturale, cioè iscritto nella natura stessa dell’uomo. Eppure oggi numerosi paesi europei e non solo, da diversi anni a questa parte, appaiono impegnati in quella che non sarebbe eccessivo definire un’opera di smantellamento dell’istituto naturale della famiglia.
Leggi tutto “Avere un padre e una madre: un diritto da proteggere”
Tag: Movimento Europeo Difesa Vita
A Czestochowa in Marcia per la Vita
Circa 2 mila abitanti di Czestochowa hanno partecipato alla Marcia per la vita e la famiglia che si e’ svolta ieri, domenica 27 maggio, nel centro della città.
Gli organizzatori della marcia sono stati l’Ufficio Pastorale per le Famiglie dell’Arcidiocesi di Czestochowa; il Consiglio dei movimenti e associazioni cattoliche dell’Arcidiocesi di Czestochowa e la Fondazione per la Vita e la Famiglia Giovanni Paolo II. Patrono dell’evento: l’Arcivescovo Wacław Depo, Metropolita di Czestochowa. Leggi tutto “A Czestochowa in Marcia per la Vita”
Concerto di beneficenza: “Note per la Vita”
Il Movimento Europeo per la Difesa della Vita e della Dignità Umana (MEVD) di Trento, promuove per sabato 25 febbraio un concerto di beneficenza.
Il concerto, ad entrata libera, si svolgerà presso la chiesa parrocchiale di Cristo Re e sarà tenuto dall’organista Cristian Ferrari. Il programma della serata, con inizio ad ore 21, prevede l’esecuzione di pagine di: Leggi tutto “Concerto di beneficenza: “Note per la Vita””
Marcia nazionale per la vita 2012
Comunicato del 6 gennaio – festa dei Re Magi
Dopo il grande successo della prima edizione svoltasi a Desenzano nel 2011, la seconda Marcia nazionale per la Vita si terrà a Roma domenica 13 maggio 2012. Il programma prevede la partenza intorno alle ore 9 per poi percorrere il centro della città fino a Castel S. Angelo dove si arriverà intorno alle 11,30 in modo da permettere ai partecipanti che volessero di poter assistere all’Angelus del S. Padre alle ore 12 in S. Pietro.
Le adesioni di personalità del mondo ecclesiastico, politico e culturale, associazioni e gruppi pro-life, italiani e stranieri, giungono sempre più numerose. In un successivo comunicato ne daremo l’elenco completo.
La Marcia per la Vita è una iniziativa apartitica e indipendente dalle autorità ecclesiastiche, nata per iniziativa del MEDV (Movimento Europeo Difesa Vita) e dell’Associazione Famiglia Domani, e aperta a tutti coloro che ne condividono gli obiettivi:
– affermare che la vita è un dono, indisponibile, di Dio, e che il diritto alla vita di ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, deve essere tutelato e protetto dalla società;
– contrastare l’iniqua legge 194 che ha legalizzato l’uccisione, sino ad oggi in Italia, di oltre 5 milioni di innocenti;
– invitare alla mobilitazione in difesa della vita i cattolici e tutti gli uomini di buona volontà.
Per informazioni: www.marciaperlavita.it; oppure scrivere a: info@marciaperlavita.it; o telefonare a: 06-3233370.
Relazione alla I marcia per la vita
Mi è stato chiesto di svolgere alcune riflessioni circa quelli che possono essere i programmi del popolo della vita.
Cercherò di farlo tralasciando le questioni teoriche, ma prendendo in considerazione quello che ho imparato dall’esperienza sul campo nel corso del mio servizio in questa battaglia. Credo che la prima cosa sia proprio questa: prendere coscienza che siamo in guerra. Hanno dichiarato guerra all’essere umano. È una guerra vigliacca, è una guerra spietata condotta contro i più deboli, l’essere umano nel grembo della madre e quello fragile, sofferente, impaurito, l’essere umano nella malattia.
Quella mentalità mortifera che si sperava sepolta sotto le macerie fumanti della seconda guerra mondiale, si è dimostrata capace di rigenerarsi assumendo le fattezze di un nuovo totalitarismo, quello relativista, un totalitarismo capace di promuovere quello che acutamente è stato chiamato il terrorismo dal volto umano. Perché è importante capire che siamo in guerra? Perché capirlo porta con sé alcune conseguenze che mi permetto di esporvi brevemente: Siamo tutti chiamati a combattere questa guerra.
Nessuno si illuda di essere al sicuro: certo, l’aborto non può colpire direttamente noi che siamo già nati, ma può piombarci in casa, può entrare nelle nostre famiglie e segnarci per tutta la vita. E a ciascuno di noi, prima o poi, sarà la stessa natura umana a ricordare che siamo solo creature; ci verrà rammentato attraverso la malattia, la dipendenza dall’altro, la perdita di quella capacità di autodeterminazione che sembra essere divenuta l’unica condizione che rende la vita degna di essere vissuta.
Che ci piaccia o no, la vulnerabilità sarà un ospite che busserà alla porta di ciascuno di noi. Come la società ci tratterà in quel momento dipende anche dall’impegno e dall’ardore con cui ci siamo battuti in questi giorni. La seconda buona ragione per comprendere che si tratta di una guerra è che questo ci aiuta a realizzare la necessità di combattere senza lasciare sguarnito alcun fronte: quello filosofico, quello più immediatamente tangibile dell’assistenza alle persone nel bisogno, quello scientifico, il fronte giuridico, comprendendo in quest’ultimo ambito anche quello delle aule di tribunale. Bisogna riconoscere che questa postazione strategica in ampi settori è sotto il controllo del nemico ed ho come l’impressione che sia subentrata una sorta di rassegnazione o di paura.
Spesso ci si limita alla mera difesa. Non dico che non vi sia saggezza nel sapersi trattenere e temporeggiare quando si intuisce che un attacco non avrebbe alcuna speranza di vittoria, ma sto parlando di qualcosa di diverso, sto parlando della rinuncia a qualsiasi strategia volta a mettere in discussione la supremazia dei nemici della vita nelle aule della giustizia civile e penale.
Perché non si ha notizia di alcuna azione legale nei confronti di quei medici che violano quella legge che gli stessi abortisti hanno promosso e dicono ad ogni pie’ sospinto di volere difendere? Non si tratta di numeri esigui: una ricerca condotta su un campione di poco meno di mille donne ha evidenziato che la metà di quelle che abortiscono non hanno ricevuto alcun sostegno. Mi ricordo di avere letto qualche tempo fa di un consultorio che ha rilasciato il documento per abortire con procedura d’urgenza ad una donna che aveva la non secondaria caratteristica di non essere incinta.
Vi prego di fare uno sforzo ed immaginare con quale cura sia stata visitata e con quanta abnegazione le siano state presentate tutte le soluzioni per evitare l’aborto, così come prescritto dalla legge abortista italiana. Allora ci si chiede: che fine ha fatto quel caso? Qual è stata la sua conclusione processuale? E se è vero che casi come questi sono molti, perché non viene organizzata una sistematica struttura legale che denunci tali comportamenti e assista gratuitamente in sede processuale le donne aiutando così anche i loro bambini? Quando i medici e i farmacisti coraggiosi che per coscienza rifiutano di eseguire richieste volte a provocare la morte del concepito verranno difesi da un tale ufficio legale? In una guerra la scelta del campo di battaglia è uno dei punti essenziali.
Nella guerra per la vita è fondamentale battersi per un terreno legislativo che sia il più favorevole possibile alla causa della vita. Questo lo si fa difendendo le buone leggi esistenti ed attaccando le cattive leggi che ci sono. È stato detto che le leggi che facciamo oggi saranno la moralità della gente di domani e c’è molto di vero in questo: quello che è legale, è facile pensare che sia anche una cosa buona. Ma la storia ci ha ampiamente dimostrato che le più grandi infamie ed i più terribili abomini sono stati compiuti nel rispetto delle leggi. Allora nella battaglia per la vita una cosa deve rimanere a tutti ben chiara: una legge che consente l’uccisione dell’innocente è una legge ingiusta e basta, non è mai una buona legge, non è mai la migliore nel suo genere.
E non lo dico io, non lo dico io che non sono nessuno, lo dice la Chiesa, madre e maestra, lo dice oggi attraverso l’insegnamento di Benedetto XVI che non si stanca mai d’indicare la vita tra i principi non negoziabili, e lo diceva ieri attraverso la voce di quel Papa che abbiamo desiderato detto Santo e che poche settimane fa è stato proclamato beato, quel Papa che giustamente è stato definito il Papa della vita, per il suo incessante, irremovibile impegno nella promozione e difesa della vita umana.
Allora un movimento pro-life deve battersi come un leone per leggi giuste, non auto-mutilarsi preventivamente, non auto-censurarsi perché il fine ultimo è quello di raggiungere un compromesso. Certo, è vero, viviamo in una società largamente scristianizzata e dipendente dalla mentalità edonistica ed utilitaristica; lo sappiamo, nessuno qui vive su Marte, ma proprio per questo chi ha la responsabilità non soffochi le voci di quanti s’impegnano nella società per promuovere la cultura della verità della vita umana tutta intera; una tale condotta mi pare anche strategicamente perdente: non ho mai visto strappare buoni accordi da chi si siede al tavolo delle trattative con pavida e sfiduciata arrendevolezza.
Siamo in una guerra ed il nemico usa la disinformazione. Fornisce dati fasulli e su quelli comincia a costruire le sue falsità; per questo si devono controllare le fonti. Lo so per esperienza diretta, è un lavoro sfibrante, ma abbiamo prestigiose istituzioni scientifiche, eccellenze accademiche e forse è l’ora che qualcuno, garbatamente, le prenda per un orecchio affinché comincino a fare quello che possono e sanno fare. Si fa un gran parlare di sindrome post-abortiva.
Molte ricerche giungono da oltre-oceano per asserire che la sindrome post-abortiva non esiste; sostengono che le donne che stanno psicologicamente male dopo avere abortito starebbero male comunque, perché il loro malessere non sarebbe dovuto all’aborto, ma alle circostanze della loro vita pre-esistenti l’aborto. Sono ricerche spesso finanziate da organizzazioni abortiste, pubblicate su riviste scientifiche schierate sul fronte abortista, redatte da autori favorevoli all’aborto, talora militanti in associazioni abortiste. Non di meno conosciamo molti psicologi e psichiatri che possono attestare il dolore spirituale ed il malessere psicologico di molte donne direttamente collegati all’aborto volontario.
Moltissime di queste stesse donne sono state consolate ed assistite a vario livello da persone legate al mondo pro-life. Sappiamo che la sindrome post-abortiva esiste, ci si è presentata davanti agli occhi in carne ed ossa. Perché allora non è mai stato finanziato e supportato uno studio per verificare in modo certo queste dinamiche, perché non si è fatto alcunché di tangibile per affrancarsi da una produzione scientifica per larghissima parte posizionata su un’ostinata e preconcetta opposizione al diritto alla vita del concepito?
Perché non si conduce ad esempio uno studio che dimostri una realtà che ben tutti conosciamo: contrariamente a quanto attestato nel documento per abortire rilasciato dai medici, le donne che rinunciano all’aborto non hanno alcun serio pericolo per la loro salute psichica. Nessuna di loro è impazzita, nessuna di loro ha mai recato alcuna offesa alla propria creatura, nessuna di loro si è suicidata.
Dopo un tale studio, come si potrebbe negare il finanziamento ai centri di assistenza alla vita? Immagino che sarebbe alquanto imbarazzante per gli amministratori della mia regione, dove si erogano col finanziamento pubblico le visite omeopatiche, continuare a tenere fuori i volontari per la vita dai consultori e dagli ospedali dove si eseguono gli aborti.
Siamo in una guerra ed il nemico non è un fumo, non viene dall’iperspazio, è il consegnarsi al male, consapevolmente o meno, di molti uomini e donne. La malvagità pensa con un cervello umano, si diffonde con parole di uomini e di donne, fa proseliti attraverso il loro agire. Se siamo combattenti, se siamo in trincea, abbiamo un inalienabile diritto a pretendere che nessuno dei nostri generali faccia entrare il nemico nel nostro accampamento: i buoni pastori danno la vita per il proprio gregge, non fanno entrare i lupi nel recinto, nemmeno quando questi sono vestiti da agnello.
Non ci è stato chiesto di essere sprovveduti, bensì candidi come colombe e prudenti come serpenti. Se saremo la milizia per la vita, allora dovremo ricordare che vi sono le specializzazioni. Non tutti devono fare tutto, ma tutti possono fare qualcosa e sforzarsi di farla bene. Parli chi ha la competenza per farlo. Così come l’abito non fa il monaco, la bontà d’animo non ti dà automaticamente la capacità di resistere all’argomentare di un barone della scienza o di un astuto conoscitore delle tecniche della comunicazione.
Si combatte quando si è pronti a farlo, dopo essersi addestrati a farlo, si deve essere consapevoli dei propri mezzi, dell’interlocutore che dovremo affrontare, dell’argomento che verrà trattato, del contesto in cui avverrà il confronto; si deve imparare a resistere alla propria vanità, talora solleticata dalla ribalta delle telecamere. Tutto questo costa fatica, lo so bene, ma quando saremo tentati dalla stanchezza, dallo sconforto perché quello che facciamo sembra non produrre il risultato atteso, in quei momenti dobbiamo ricordarci che la battaglia è già stata vinta da Qualcun altro per noi, da quel Qualcuno che ha preso su di Sé tutto il peccato del mondo per donarci la possibilità della vita eterna; dobbiamo ricordarci che non saremo giudicati sul successo immediato di quello che facciamo, ma dalla disponibilità a seguirLo.
Certo, per fede sappiamo che la battaglia è già stata vinta, ma questo non è certo un motivo che potrà giustificare il nostro disinteresse o la nostra defezione. C’è un passaggio in un romanzo di De Whole che mi ha aiutato a comprendere meglio questo aspetto. Al giovane don Juan d’Austria, comandante della flotta cristiana di Lepanto, che confidava nelle grandi strutture sociali della Chiesa del tempo, il padre Juan de Calahorra nel romanzo risponde: “Le porte dell’inferno non prevarranno, lo sappiamo. Ma ciascuno di noi deve vivere come se la promessa di Cristo dipendesse da lui e da lui solo”.
Una guerra ha ben poche possibilità di successo se non è adeguatamente finanziata, se non si ricevono le risorse minimali per combatterla. È bene tenere sempre a mente che il nemico ha mezzi incredibili assicurati dalle stesse strutture dello Stato finanziate con la fiscalità generale e dai potentati economici. Alcuni anni fa una singola cena di finanziamento che vedeva la presenza del vice-presidente americano Al Gore fruttò alla locale sezione della Planned Parenthood, la potente organizzazione abortista, ben 300.000 dollari, probabilmente più di quanto la maggior parte delle nostre realtà pro-life riceveranno nel corso di un intero secolo.
Questo è solo un motivo in più per usare il nostro ingegno per reperire ulteriori fondi ed usarli con oculatezza, per osare chiedere e scomodare, per fare comprendere che il volontariato è sì una bellissima cosa, il dare gratuitamente è testimonianza del cuore che si mette nelle cose, ma esso deve fornire linfa ad uno scheletro stabile, costituito da persone che con serenità possono dedicarsi a tempo pieno a difendere la vita in strutture pro-life capaci di lavorare ponendosi obiettivi, che redigono piani per raggiungerli e che rendono conto dei risultati.
Qui oggi noi abbiamo marciato, da qui, credo, debba partire l’impegno a costruire un collegamento tra tutte le tante, buone, generose realtà associative che difendono la vita.
Oggi è il giorno di San Germano, se rimarremo fedeli alla retta intenzione, se saremo coraggiosi nella buona battaglia, se saremo umili di cuore, prudenti nelle scelte, disposti al sacrificio personale, se saremo davvero uniti allora quanti oggi non sono qui rimpiangeranno di non avere marciato con noi, perché oggi, il giorno di San Germano noi abbiamo fatto sentire alto e impavido il nostro grido ai nemici della vita: “voi non vincerete mai! Voi non avrete mai il nostro silenzio, fino all’ultimo, fino a che avremo una stilla di vita!”
Marcia Nazionale per la Vita
Ieri, sabato 28 maggio, si è svolta a Desenzano del Garda la Marcia Nazionale per la Vita, promossa dal Movimento Europeo Difesa Vita (MEDV) e dall’Associazione Famiglia Domani, e alla quale hanno aderito anche moltissime personalità importanti del mondo cattolico italiano.
La giornata ha preso il via alle dieci e trenta, con un breve discorso cui i partecipanti hanno prestato ascolto assiepati sul sagrato del Duomo di Desenzano: “[…] l’aborto è divenuto legale, in Italia, nel 1978: è stata la perfetta conseguenza di un lungo attacco, a 360 gradi, alla famiglia, definita, nella cultura sessantottina, una ‘camera a gas’. L’aborto legale e gratuito viene dopo che si è predicata l’uccisione dell’autorità e, con essa, la morte del padre; viene dopo che si è insegnato da mille pulpiti che la maternità non è la ricchezza delle donne, ma il loro limite e il loro impedimento.
Per questo, essere pro-life significa anzitutto tornare a comprendere e a raccontare il valore, la bellezza, la grandezza della famiglia: della maternità e della paternità, del figlio come dono e responsabilità, del matrimonio come impegno profondo, di fronte a Dio e agli uomini. Tornare a costruire, anzitutto, famiglie vere, famiglie unite, famiglie radicate.
La battaglia per la vita non è soltanto per salvare bambini destinati ad una morte violenta, sotto i freddi ferri del chirurgo o l’azione dissolvente di veleni sempre più potenti. E’ anche perché possano nascere con un padre e una madre, come è sempre stato nella storia dell’umanità.”
Dopo il discorso, è cominciata la marcia vera e propria. Più di cinquecento persone hanno percorso a piedi i quattro chilometri che separano il Duomo di Desenzano dall’Abbazia di Maguzzano: parlando, facendo amicizia, pregando il Rosario, ammirando il lago cristallino…
Le persone impossibilitate a camminare, invece, hanno potuto usufruire di un pullman “Navetta” che seguiva il corteo, oppure si sono portate direttamente all’Abbazia di Maguzzano con la macchina.
Gli organizzatori stimano il numero totale dei partecipanti a circa 600, tra cui molte famiglie con bambini e tanti giovani e religiosi. La fotografia che emerge è quella di un mondo pro-life vivo, entusiasta, che ha voglia di esserci e di lottare per i valori in cui crede! Senza dimenticare, inoltre, che quella di Desenzano era la prima manifestazione di questo tipo e che si è svolta nel nord Italia, in un posto fantastico ma non da tutti facilmente raggiungibile: negli anni venturi le adesioni alla Marcia sono quindi destinate a crescere…
Il corteo è arrivato all’Abbazia di Maguzzano verso mezzogiorno e le persone si sono sparpagliate a mangiare al sacco nel cortile dell’edificio o sui prati circostanti; alcuni, invece, hanno usufruito del refettorio della stessa Abbazia o di una trattoria tipica poco distante.
Alle tredici e trenta sono cominciate le due tavole rotonde, durante le quali hanno parlato personalità del calibro di Antonio Oriente, Mario Palmaro, Silvio Ghielmi… e altri.
Nel corso di questo "momento culturale" sono anche stati premiati alcuni esponenti del mondo cattolico che si stanno distinguendo per il loro operato: Giampaolo Barra, Direttore della rivista di apologetica Il Timone; Roberto De Mattei, Vice Presidente del CNR e Direttore del mensile Radici Cristiane; Giovanni Zenone, della casa editrice Fede&Cultura; Maria Pellegrini, pilastro del telefono verde SOS Vita; e, infine, padre Livio, Direttore di Radio Maria.
Inoltre, c’è stata la telefonata di Oscar Elias Biscet, un prigioniero politico cubano che è stato liberato un paio di mesi fa ed in onore del quale molti partecipanti alla Marcia indossavano una maglietta con il suo volto.
Nel pomeriggio, in diversi orari, sono anche state celebrate tre messe: due secondo il Vetus Ordo, cantate in gregoriano, e una in nuovo rito.
Verso le diciassette la giornata è volta al termine e i partecipanti hanno cominciato a lasciare l’Abbazia, salutandosi con gioia e dandosi appuntamento alla Marcia Nazionale per la Vita del prossimo anno.
Il saluto di Mons. Negri e mons. Oliveri
Monsignor Luigi Negri e mons. Mario Oliveri ci hanno fatto pervenire il loro saluto per la marcia per la vita:
Carissimi amici,
ho imparato dal Beato Giovanni Paolo II Papa, che non c’è proclamazione autentica della fede nella società senza la proclamazione del valore della vita e la sua difesa nei confronti di tutte le minacce, cominciando da quelle di leggi inique. La vostra marcia è un gesto di profondo amore al mistero della vita, indisponibile a ogni potere umano perchè disponibile soltanto a Dio, e tale testimonanza diviene fatto civile proposto a tutta la società. Vi sono, pertanto, accanto con gratitudine e Vi benedico di cuore
+ Luigi Negri Vescovo di San Marino-Montefeltro
Noi vi chiediamo un aiuto economico per sostenere le spese:
Per Mevd" (Movimento Europeo Difesa Vita): Unicredit, Agenzia di Verona, Iban: IT 31 R 02008 11796 000101130378
per il saluto di mons. Oliveri: www.marciaperlavita.it
IL M E V D (Breve storia)
A Innsbruck il 26 novembre 1994, su proposta dell’U.I.D.I.C. (Unione Italiana Iniziative Civili in Difesa della Dignità Umana, fondatori: il Prof. Cherubino Trabucchi e il Dr. Sigfried Ernst, Presidente dell’Associazione dei Medici per la Vita d’Europa -) è stato sottoscritto un documento dai rappresentanti di alcune associazioni, cattoliche e protestanti, che operano in difesa delle dignità umana, di Austria, Italia, Germania, Svizzera, Olanda e Belgio, nel quale viene espressa la volontà di costituire il “MEVD” ( Movimento Europeo per la Difesa della Vita e della Dignita’ Umana). (denominazione suggerita dal giudice Peter.W. Smitz, dell’Associazione “Giuristi Cristiani per la Vita” di Belgio e Olanda).
Scopo primario: collaborare a livello internazionale, con le diverse associazioni sparse sul territorio europeo che operano in difesa della dignità umana e che si ispirano alla concezione cristiana della vita e dell’uomo. La costituzione ufficiale del MEVD, (con approvazione dello statuto e iscrizione nel registro degli atti pubblici della Repubblica Italiana, al n° 5372), è stata sottoscritta il 20 settembre 1997, davanti al notaio Zeno Cicogna, dai rappresentanti delle associazioni aderenti di Austria, Germania, Italia, Repubblica Ceca e Svizzera, nella prestigiosa sede della BIBLIOTECA CAPITOLARE , di Verona.
Il MEVD è una organizzazione che fa parte del Forum della Convenzione Europea – ha un assistente ecclesiastico nominato con bolla vescovile – è un movimento di opinione con carattere squisitamente culturale – è un ente ONLUS.
Il” MEVD” ha come obiettivo la promozione a livello europeo di iniziative culturali in difesa della vita umana dal concepimento e fino alla morte naturale, nonché la difesa della dignità dell’uomo in tutti gli ambiti della vita. Negli incontri organizzativi di: – Ausburg – Berlino – Freiburg – Garda – Innsbruck – Parigi – Praga – Salisburgo – Strasburgo – Verona – Vienna che si sono susseguiti dalla data della firma del documento, i rappresentanti delle associazioni che condividono le iniziative del MEVD, si sono impegnati in particolare a sostenere le iniziative culturali ed educative, quali:
a) in difesa dell’embrione fino dal concepimento (dichiarandosi contrari a qualsiasi sperimentazione genetica non avente come obiettivo il benessere della vita umana)
– b) in difesa e a favore della famiglia fondata sul matrimonio naturale,
– c) per la prevenzione dell’AIDS,
– d) in difesa dei minori per prevenire la violenza di ogni tipo nei loro confronti (pedofilia, spettacoli di violenza e sesso , pubblicazioni oscene e violenza domestica)
– e) contro la pornografia e la violenza trasmessa attraverso i mass-media
– f) in difesa della dignità della donna, contro il suo uso strumentale nella pubblicità e nello spettacolo
– g) a favore di iniziative che siano in aiuto alle ragazze madri e alle famiglie con figli disabili.
Sino ad oggi, con questi obiettivi sono state inviate le seguenti petizioni al Parlamento Europeo: 1) richiesta di istituzione dello “Statuto Giuridico dell’Embrione”- 2)contro l’uso della pillola abortiva “RU 486” – 3)“A tutela della dignità della donna”- 4)“A difesa della famiglia naturale fondata sul matrimonio tra maschio e femmina” – 5)“Contro la pornografia e l’uso delle droghe – 6)“Per prevenire e controllare la prostituzione” – 7)“ Per il controllo e la regolamentazione delle discoteche”- 8)“A difesa delle madri nubili” – 9)“Contro gi spettacoli tv di violenza e pornografia (a tutela dei minori”) – 10)“Per prevenire l’Aids” – 11)“Contro la clonazione umana” – 12)“Contro il lavoro minorile” – 13)“Contro la pedofilia” – 14)“ Per la tutela della dignità dell’uomo nel delicato campo del trapianto d’organi”- 15)“Contro l’eutanasia” – 16) Perché nella stesura della Carta della Convenzione sia riconosciuto il contributo della cultura cristiana nella fondazione dell’Europa” – 17)“ Perché nella Carta della Convenzione sia riconosciuta la dignità dell’uomo in tutti i suoi ambiti e sin dal concepimento, in quanto tale dignità è “indivisibile” . (Le petizioni sono state tutte accettate).
Nel convegno annuale di Garda (ottobre 2003) è stata scritta la “Carta di Garda” a difesa e a promozione della donna. Il documento è stato inviato a tutti gli organismi della Comunità Europea e al Segretario Generale dell’ONU, non che a tutti i Governi rappresentati.
Al termine del convegno di Salisburgo (29 settembre – 02 ottobre 2005) sono state inviate al Parlamento Europeo le petizioni: 1) Per la tutela del concepito e aiuto alle madri in difficoltà – 2) Per la difesa dell’embrione nella ricerca scientifica -3) Per l’accompagnamento alla morte, no all’eutanasia. Il Parlamento Europeo, riprendendo le tre petizioni: prostituzione – dignità dellla donna e difesa dei minori nei media – sui tre argomenti ha discusso e approvato altrettante raccomandazioni trasmettendole agli Stati membri. La sede del MEVD è in Piazza Vescovado 5 – 37121 Verona – (Presso U.I.D.I.C) Tel/fax +39 045 50 24 21 Indirizzi di posta elettronica: tommgia@alice.it
“MEVD”
MOVIMENTO EUROPEO PER LA DIFESA DELLA VITA E DELLA DIGNITA’ UMANA
Registrazione atti pubblici N°5372
Atto costitutivo di Associazione Civile N° 309461 Rep. – N°15891 Fasc.
Verona
STATUTO SOCIALE
ART. 1
E’ costituito in Innsbruck il “M E V D”- "MOVIMENTO EUROPEO PER LA DIFESA DELLA VITA E DELLA DIGNITA’ UMANA". (Sede legale presso : U.I.D.I.C. (Unione Italiana Iniziative Civili in Favore della Dignità Umana) Piazza Vescovado 5 – 37121 Verona (I)
Il "MOVIMENTO" non è un partito politico – ha carattere squisitamente culturale – è un movimento di opinione – collabora sul piano internazionale con associazioni, che operano per tradurre in pratica le finalità enunciate nell’art. 2 del presente statuto, sulla base della concezione cristiana della vita.
Sia la denominazione che il simbolo (o il logo) del "MOVIMENTO" non possono essere utilizzati per altre finalità o altri scopi.
ART. 2
FINALITA’
IL MOVIMENTO EUROPEO PER LA DIFESA DELLA VITA E DELLA DIGNITA’ UMANA si propone:
a) di impegnarsi in difesa della vita fin dal concepimento opponendosi senza compromessi all’aborto e all’eutanasia;
b) di affermare la dignità della persona umana e dei suoi diritti fondamentali indicati nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo e nelle altre principali Convenzioni Internazionali tra cui, in particolare la Convenzione europea dei diritti dell’uomo del 1950. In armonia con i principi della cultura cristiana, il Movimento intende operare per favorire il superamento di tutti quei fenomeni che conducono al progressivo degrado della condizione di vita. In particolare opera per la promozione della dignità e della libertà di ogni essere umano, contro l’uso delle droghe, la violenza in ogni sua forma e in particolare contro l’aborto, l’eutanasia, la violenza sessuale nei confronti dei minori, la prostituzione, l’uso distorto della sessualità e la pornografia, la manipolazione genetica, in particolare contro ogni sperimentazione genetica che NON abbia come obiettivo il benessere della vita umana. Inoltre il Movimento, si adopera per difendere la libertà di fede e di religione di ciascun individuo.
c) di promuovere la famiglia intesa come stabile e cosciente relazione di vita, spirituale e materiale, tra un uomo e una donna, e di favorirne le condizioni perché essa possa formarsi e consentire una crescita umana e spirituale dei suoi componenti ed in particolare dei giovani;
d) di appoggiare programmi ed iniziative in campo politico, culturale, sociale, giuridico, ed economico riguardanti i problemi relativi alla dignità della persona umana ed al valore della famiglia;
e) di collaborare per gli scopi suddetti, con associazioni ed enti che condividano le stesse finalità e che intendano svolgere un’efficace azione a favore della persona umana e della famiglia.
ART. 3
ORGANI DEL "MOVIMENTO’
Sono organi del "MOVIMENTO EUROPEO PER LA DIFESA DELLA VITA E DELLA DIGNITA’ UMANA":
a) Il Consiglio dei Presidenti, che in caso di necessità viene integrato da esperti;
b) Il Presidente;
c) La Giunta
ART. 4
CONSIGLIO DEI PRESIDENTI
Il consiglio dei Presidenti è costituito dal Presidente e dai responsabili delle associazioni aderenti al "MOVIMENTO" o dai loro delegati.
ART. 5
– Il consiglio dei Presidenti delibera:
a) L’approvazione del bilancio consuntivo entro quattro mesi dalla fine dell’anno precedente;
b) Le linee di azione e le iniziative comuni del Movimento concernenti gli scopi statutari e la convocazione di congressi;
c) L’adesione di associazioni o enti come pure la loro espulsione ed il loro recesso.
– Il consiglio elegge il Presidente ed i componenti della Giunta in numero non superiore a cinque componenti fra i quali due vice presidenti e un tesoriere.
– Il Consiglio delibera a maggioranza semplice dei presenti, ed a maggioranza semplice di almeno il 50% degli aderenti per la modificazione dello statuto e lo scioglimento del movimento.
Salvo in quest’ultimi due casi, le sedute sono valide in seconda convocazione qualunque sia il numero di presenti.
ART. 6
IL PRESIDENTE
Il Presidente ha la rappresentanza legale del Movimento:
– convoca e presiede il Consiglio dei Presidenti almeno una volta all’anno entro i primi quattro mesi;
– cura l’esecuzione delle delibere del Consiglio convoca e presiede la Giunta;
– nomina il segretario, che lo coadiuva e compila i verbali delle riunioni della Giunta e del Consiglio dei Presidenti.
ART. 7
LA GIUNTA
La Giunta coadiuva il Presidente nella esecuzione delle delibere del Consiglio.
Di essa fa parte anche il segretario. Il vice presidente anziano, ed in sua assenza o impedimento l’altro vicepresidente , adempie le funzioni del Presidente in caso di assenza o impedimento.
Il Tesoriere amministra i fondi del Movimento, cura la contabilità, presenta il rendiconto alla Giunta per la formazione del bilancio da presentare al Consiglio dei Presidenti per l’approvazione.
Il Presidente e la Giunta durano in carica tre anni e sono rieleggibili soltanto per un altro triennio.
Gli incarichi sono gratuiti.
ART. 8
ADERENTI
Possono aderire al Movimento associazioni ed enti territoriali europei che condividono senza eccezioni le finalità dello statuto.
Essi non potranno compiere azioni in nome del Movimento senza deliberazione del Consiglio dei Presidenti.
ART.9
MEZZI FINANZIARI
Il Movimento coprirà le spese per lo svolgimento della propria attività: – con contributi personali degli associati –
– con le offerte in danaro e in natura e con donazioni accettate;
– con il reddito dei beni che, a qualsiasi titolo dovessero pervenire al Movimento stesso;
– con eventuali contributi da parte di Enti,Amministrazioni,Associazioni internazionali, regionali, provinciali, comunali ed erogazioni di privati;
– con gli interessi attivi maturati su eventuali depositi bancari.
ART. 10
SCIOGLIMENTO
In caso di scioglimento del Movimento, il Consiglio dei Presidenti delibererà la destinazione dei beni e dei mezzi finanziari del Movimento nel rispetto delle finalità e della ispirazione cristiana dello Statuto.
ART. 11
VALIDITA’
Il presente Statuto entrerà in vigore il giorno successivo alla costituzione del Movimento Europeo per la Difesa della Vita e della Dignità Umana e potra essere modificato soltanto dal Consiglio dei Presidenti,il quale nella circostanza delibererà su indicazione del Congresso annuale.
Letto, approvato e firmato.
Le attività del Mevd si trovano su questo sito, alla voce Mevd (vedi colonna laterale a sinistra)
Marcia nazionale per la vita
In ricordo di Giuseppe Garrone
In onore di Oscar Elias Biscet
Sabato 28 maggio 2011 a Desenzano sul Garda
Mevd (Movimento Europeo Difesa Vita), Famiglia Domani
Programma: ritrovo ad ore 10.15 del 28/5 in piazza Malvezzi, di fronte al Duomo di Desenzano. Partenza a piedi: la camminata sarà per 3 km circa sulla strada asfaltata, e un ultimo km in mezzo alla campagna, sino alla bellissima abbazia di Maguzzano. L’arrivo all’abbazia è previsto per le 12.15 circa (chi volesse evitare la camminata, può trovarsi direttamente all’abbazia, dove c’è un parcheggio). Dopo le 12.15 è previsto il pranzo al sacco. Sarà l’occasione per conoscersi e stringere rapporti che rendano migliore la nostra attività pro life.
Alle 14 ci saranno due tavole rotonde per fare il punto: difesa della vita, situazione attuale, strategie, collaborazioni tra vari gruppi… E’ prevista la testimonianza, tra gli altri, di Antonio Oriente, già medico abortista, oggi vicepresidente dell’Aigoc fondato a Pino Noia, e quella di Silvio Ghielmi, cofondatore del Movimento per la Vita e del progetto Gemma e I gestore dello stesso.
Alle 15 è prevista, per chi volesse, una santa messa cantata in gregoriano. Alle 16 una seconda messa
A seguire esposizione libri, saluti, scambio di contatti e ritorno.
Chiediamo a chi può un aiuto prezioso:
“Per Mevd” (Movimento Europeo Difesa Vita): Unicredit, Agenzia di Verona, Iban: IT 31 R 02008 11796 000101130378
per ulteriori informazioni (chi ha aderito, parcheggi ecc): www.marciaperlavita.it
ps la statua nella foto è di Daphne du Barry, tra gli aderenti alla marcia
Catherine Ashton risponde sul caso Biscet; Fontana sui cristiani afghani
Su invito del Medv, l’onorevole all’Europarlamento Lorenzo Fontana ha sollevato i problema della prigionia di Oscar Elias Biscet.
Questa la risposta:
E-9900/10IT Risposta dell’Alto Rappresentante / Vicepresidente Catherine Ashton a nome della Commissione (31.1.2011)
Oscar Elias Biscet è uno degli 11 detenuti politici restanti di un gruppo che, al momento dell’arresto nel 2003, ne contava 75. La sua liberazione condizionale è attesa entro breve. Dall’8 luglio 2010, e in seguito a un accordo raggiunto tra il governo cubano e la Chiesa cattolica con il sostegno della Spagna, Cuba ha avviato un processo di liberazione dei detenuti politici grazie al quale, a oggi, sono state rilasciate 55 persone, di cui 41 appartenenti al gruppo dei 75.
La Commissione, in stretta collaborazione con gli Stati membri dell’UE, coordina il monitoraggio delle questioni legate ai diritti umani a Cuba. Le problematiche in materia di diritti umani, inclusa la situazione dei detenuti politici, sono state e continueranno a essere sollevate con fermezza durante le riunioni di dialogo politico tra l’UE e Cuba, come pure nel corso degli incontri bilaterali con le autorità cubane al più alto livello.
Qui la storia di Biscet: https://www.libertaepersona.org/dblog/articolo.asp?articolo=2051
Sempre l’Onorevole Fontana ha promosso questa interrogazione:
Afghanistan, due cristiani convertiti dall’Islam rischiano pena di morte.
Fontana si appella ai Ministri degli Esteri UE Bruxelles, 31 gennaio 2011
– «Chiedo ai ministri degli Esteri dell’UE di attivarsi per esigere dal governo afghano il pieno diritto di conversione dall’islam». Lo dichiara l’europarlamentare Lorenzo Fontana (Lega Nord) in merito alla vicenda di due cristiani in Afghanistan, convertiti dall’islam, attualmente incarcerati per «apostasia»: su di loro pende la minaccia della pena di morte, come previsto dalla Costituzione afghana.
Said Musa, 46 anni, e Shoaib Assadullah Musawi, 25 anni, si trovano attualmente agli arresti per aver abbandonato l’islam ed essere diventati cristiani. Musa si è convertito 9 anni fa: a causa del suo arresto, la moglie e i suoi 6 figli hanno abbandonato l’Afganistan per timore di ritorsioni. Musawi, invece, è stato fermato a novembre scorso nella provincia di Balkh – scrive il Wall Street Journal – con l’accusa di aver consegnato una copia del Nuovo Testamento ad un amico.
«Entrambe queste persone, secondo quando riferito da varie organizzazioni umanitarie, sono sprovviste di ogni difesa legale e rischiano la pena di morte – afferma Fontana –. Inoltre essi hanno raccontato di percosse, torture e violenze carnali subite in carcere a causa della loro fede cristiana». In favore dei due cristiani arrestati si sta spendendo l’ambasciata americana a Kabul. Caitlin Hayden, portavoce dell’ambasciata Usa, ha comunicato che la rappresentanza statunitense ha espresso «grave preoccupazione» ai «più alti livelli del governo afghano» sulla vicenda dei due cristiani che rischiano la pena di morte. «In un’interrogazione al Consiglio sottoporrò la questione di Musa e Musawi – annuncia Fontana -. Inoltre, chiedo ai ministri degli Esteri UE, riuniti oggi a Bruxelles, di prendere adeguate e concrete misure per riconoscere la piena facoltà di conversione in Afghanistan. Non è possibile che ancora oggi vi siano persone che, in nome della loro libera scelta di fede, subiscano pressioni, arresti, torture e rischino la pena di morte. L’Europa, patria dei diritti umani, deve difendere ovunque il primo dei diritti dell’uomo, la libertà religiosa di ciascun individuo».