Non siamo panda

Nel suo discorso al Parlamento tedesco Benedetto XVI ha cercato di partire da ciò che unisce, piuttosto che da ciò che divide.
E’ questo un metodo che ha sempre caratterizzato la storia della Chiesa, sin dal discorso di Paolo all’Aeropago. Cercare i punti in comune, per avere un terreno di confronto. Posso dialogare con un marxista, partendo dall’importanza dell’economia e della giustizia sociale, perché anche il cristianesimo non è spiritualismo; posso dialogare con un buddista, prendendo le mosse dalla sua visione della concupiscenza e dell’egoismo, perché anche nella fede cattolica l’io, sebbene non vada né distrutto né annientato, deve “morire a se stesso” per ritrovarsi…

L’importante, insomma, è non far leva, a priori, su ciò che divide, ma neppure assolutizzare ciò che unisce o fermarsi ad esso. Come purtroppo si è fatto spesso nel post Concilio, quando, in nome di “ciò che unisce”, si è finiti, come ha scritto il cardinal Biffi nelle sue memorie, per trasformare Cristo nella “prima e più illustre vittima del dialogo con le religioni non cristiane”.

Il papa dunque ha voluto partire da ciò che accomuna, se così si può dire, la visione cristiana della natura con l’ecologismo. Lo ha fatto in Germania, non solo perché lì il movimento verde è molto forte, ma anche perché è ben più sensibile che in Italia al problema della fiv, della diagnosi pre impianto, della clonazione umana. Un piccolo punto da cui partire, per dialogare con certo “ecologismo”, dunque, c’è. Infatti la visione biblica ha de-divinizzato la natura dei pagani, ma non la ha trasformata, come il materialismo meccanicistico, in pura “res extensa”.

Già nel Vecchio Testamento, come nota Gianluca Marletta, “il cosmo nella sua interezza partecipa della lode e del provvidenziale amore di Dio”, tanto che Egli “può essere conosciuto per analogia a partire dalla creazione, e la conoscenza della creazione nei suoi ritmi nascosti è considerata dono della sua Sapienza”. “Anche nel Nuovo Testamento, pur in un contesto antropocentrico di salvezza umana, il cosmo e la natura rientrano nelle cure e nelle attenzioni della Provvidenza divina”, al punto che nella teologia paolina “la terra viene fisicamente coinvolta nelle conseguenze del peccato di Adamo”, perché “esiste un’interazione fra Dio, uomo e mondo, in cui l’uomo è l’elemento centrale attraverso il quale tutta la realtà è destinata alla redenzione.”.

Questa concezione cristiana, dunque, può essere un punto di partenza per una discussione con certi ecologisti, nell’epoca in cui, come amava dire Erwin Chargaff, un solo uomo, nel suo laboratorio, può distruggere il mondo. Ma occorre andare oltre. Il papa ha ricordato che esiste una “ecologia dell’uomo”. Perché questo richiamo? Perché l’ecologismo è oggi sì anche una reazione al materialismo ed allo scientismo, ma è spesso una reazione assurda, scentrata, eccessiva, che sfocia nel panteismo, nella magia, nel new age.

Così l’uomo, fatto “a immagine e somiglianza di Dio”, perde la sua centralità: di qui moltissimi verdi che proteggono il panda, ma incentivano l’aborto e le altre pratiche contro la vera natura dell’uomo; di qui le dichiarazioni del presidente boliviano Evo Morales, per il quale “è più importante difendere i diritti della Madre Terra (la dea andina pre-cristiana Pachamama) che i diritti umani”; di qui, per fare un ultimo esempio, la nascita della Lega naturista nel 1975 dal partito radicale, ecologista sì, ma pure abortista, filo-eutanasia ecc…

La Germana, dunque, è una terra in cui questo pericolo esiste per certi versi meno che da noi (ci sono molti più verdi sensibili al tema della vita), e per certi versi di più (l’ecologismo è più forte e spesso ha innegabili venature pagane). Sarò il caso di ricordare le figure di Ernst Haeckel, fondatore della Lega monista tedesca e fiero anti-cristiano, e di Rudolf Steiner. Oppure il fatto che lo stesso Adolf Hitler era un fiero animalista ed ecologista ante litteram.

Nel 1941, in uno dei suoi discorsi a tavola, infatti, ebbe a pronunciare parole che piacerebbero molto anche oggi ad alcuni ecologisti: “L’uomo è indubbiamente il microbo più pericoloso…sfrutta il suolo che ha sotto i piedi…se si esaminasse attentamente questo problema vi si scorgerebbe probabilmente l’origine delle catastrofi che si verificano periodicamente sulla faccia della terra”.

Si può citare, per concludere, anche un altro tedesco, cui Anna Bramwell dedicò un saggio famoso, “Ecologia e società nella Germania nazista”: il ministro nazista Walter Darrè. Costui è considerato uno dei creatori del movimento dei verdi in terra tedesca: classico figlio del nordicismo anticattolico germanico, preparò la strada al nazionalsocialismo predicando il panteismo, il culto del sole, l’agricoltura “biologico-dinamica”, il nudismo, il libero amore, l’eugenetica ed il ritorno alla “madre terra”. Negli anni in cui ebbe una certa influenza su Hitler e Himmler, coltivò soprattutto il mondo contadino del nord, cercando di risvegliare l’interesse per l’antico animismo tedesco, per le pietre erette nei boschi sacri a Odino, per gli antichi almanacchi pagani, e per il triste motto di cui era stato il creatore: “sangue e suolo”. Il Foglio, 6 ottobre

San Rocco e i bambini

Chiesa di San Rocco a Romano di Lombardia, 1631 (Foto Marcello)

Si può parlare di San Rocco ai bambini? E’ per loro interessante scoprire tradizioni così antiche? Nei nostri paesi Leggi tutto “San Rocco e i bambini”

Gli uomini di Macron: 1) Daniel Cohn Bendit

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È deputato al Parlamento europeo dal 1994 e co-presidente dei Verdi/ALE, dal 2004. Egli è stato uno dei principali attori del movimento del Maggio ’68 in Francia, durante il quale ha ottenuto il soprannome di “Dany il Rosso”, sia per le sue idee che per il colore dei suoi capelli. Successivamente le sue idee politiche sono cambiate. Si è dichiarato “per il capitalismo e per l’economia di mercato” e nel 1998, si è rivendicato come “liberale-libertario” durante la campagna per le elezioni europee del 1999. Ora è diventato “Dany il Verde”. Nel 2009 in occasione delle elezioni europee, è stato capolista della lista Europe Ecologie nella circoscrizione elettorale Île-de-France, nella quale ha raccolto il 20,86% dei voti. Mentre la lista Europe Ecologie si è attestata a livello nazionale ad una percentuale del 16,28%, tallonando il Partito Socialista francese. da Wikipedia.

ciao

Bendit è inoltre l’uomo che fece bocciare Rocco Buttiglione alla Commissione Europea. Oggi è uno degli uomini più vicini a Macron:

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-luomo-che-vuole-sdoganare-la-pedofilia-6375.htm

LA TEOLOGIA, AVVENTURA DELL’INCONTRO CON DIO. Sessantacinquesimo anniversario di Ordinazione Sacerdotale di Sua Santità Benedetto XVI

Pubblichiamo i discorsi pronunciati in occasione dei sessantacinque anni di Ordinazione sacerdotale del Papa Emerito Benedetto XVI. Il link sottostante la fotografia dell’ordinazione sacerdotale apre un file multimediale con interventi di Papa Benedetto XVI e Papa Francesco: Papa Benedetto: Angelo della Trasfigurazione -ultimo-; Discorso di Papa Francesco; Discorso del Papa Emerito Benedetto XVI; Papa Benedetto XVI racconta ai giovani la sua vocazione; Papa Benedetto: Omelia per le esequie di San Giovanni Paolo II.

Joseph Ratzinger ordinato sacerdote

https://www.thinglink.com/scene/804638978698379266

(apri qui sopra il file multimediale)

Il Sacerdote deve credere, prima di tutto”

Nel suo libro “Insegnare e imparare l’amore di Dio”, pubblicato in 5 lingue dall’Editore Cantagalli, Joseph Ratzinger tratteggia in 43 omelie il tema del sacerdozio. Eccone alcuni passi tratti dall’ omelia del 1979 tenuta a Monaco.

 “Nella Lettera scritta ai sacerdoti di tutto il mondo in occasione del Giovedì Santo, Leggi tutto “LA TEOLOGIA, AVVENTURA DELL’INCONTRO CON DIO. Sessantacinquesimo anniversario di Ordinazione Sacerdotale di Sua Santità Benedetto XVI”

I figli del divorzio: la denuncia del Telefono Azzurro

BTA_Divorzio

Una recente ricerca dell’Università di Toronto afferma che i figli del divorzio, in età adulta, sono più facilmente propensi al suicidio dei figli che hanno avuto una famiglia stabile. La ricerca è stata pubblicata anche su “Psychiatry Research” e su altri giornali stranieri, Leggi tutto “I figli del divorzio: la denuncia del Telefono Azzurro”

Animali: compagni dell’uomo, non loro simili

Secondo i dati diffusi dall’Eurispes per il 2011, il 41,7% degli italiani possiede un animale domestico, e tra questi ben il 48,4% è rappresentato da cani, mentre nel 33,4% dei casi si tratta di un gatto.
E’ oramai acclarato che gli animali svolgono molto spesso una funzione positiva, sia sotto il profilo psicologico, che fisico, che sociale. Pensiamo alla Pet-Therapy, o alla compagnia che una bestiolina può fare ad un anziano o ai bambini, o ai cani-guida per i ciechi, e quant’altro.
Fin qui, dunque, nulla di strano. Avere un animale domestico e esserci affezionati è un costume sempre più diffuso e ha i suoi innegabili risvolti positivi.

Come affermava già Aristotele nell’Etica Nicomachea, però, bisogna Leggi tutto “Animali: compagni dell’uomo, non loro simili”

L’amore esiste

L’amore non esiste, così ha sentenziato una mia alunna, gli adulti, secondo lei, confermano ogni giorno la vanità di un impegno che pretenda di durare per sempre. La tesi parrebbe confermata dal diffondersi di un tipo d’unione libera, dove uomo e donna si incontrano quando lo desiderano, per poi tornare alle rispettive case. A rafforzare ulteriormente questa ipotesi si aggiunga l’elevato tasso di fallimenti matrimoniali.
L’amore appare sempre più in bilico fra il desiderio di possedere e la scoperta che spesso, con la conquista, si consumi l’amore stesso.
Allora, il volto dell’amato che tanto aveva fatto sognare sembra mutare in una maschera priva di espressione, possibile?

Dove risiede l’inganno, nel prima o nel dopo?
Guardiamoci intorno, la nostra società alimenta il desiderio, la passione, la rapidità del consumo. La durata, il sacrificio, semplicemente atterriscono. I legami si fanno superficiali, prevale la logica del connettersi e dello sconnettersi tipica del linguaggio informatico. Baumann, il grande sociologo, parla di amore liquido.
La religione del consumo suggerisce un’unica forma d’amore, l’amore di sé, una forma di amore mai pago, affamato di nuovo e di emozioni. Viene alla memoria il rapporto fra Eros e Agape evocato dal Papa nella sua prima enciclica.
Va con ciò crescendo nell’uomo un deserto; l’unico rischio ammesso appare l’azzardo, esso ha il colore del gioco.
L’amore non esiste, sembra di assistere alla resa di ogni rapporto durevole, come se la realtà che osserviamo fosse la sola possibile.
Anche il cinema, la letteratura, i serial televisivi rafforzano questa credenza, le storie più accattivanti reclamano il tradimento, l’abbandono, una trama torbida per non dire morbosa.
Tutto ciò, ci viene presentato come impegnato, problematico, profondo, e perciò serio, quindi vero.
Mentre “la famiglia normale”, la ripetitività del quotidiano, il semplice amore di un padre e di una madre, il susseguirsi dei giorni, delle rinunce, delle attese, delle speranze, la nascita dei figli, tutto questo l’ideologia dominante lo giudica banale, falso; famiglia da mulino bianco.
Così, assistiamo alla resa nei confronti di una realtà, vissuta come immutabile, come la sola possibile. Ma non può essere così, “la crisi dell’amore” mi appare, invece, indice di una malattia dello spirito, la morte della speranza, tanto siamo assillati dal presente e dal mito del “benessere”. Ossessionati dal corpo dimentichi “dell’anima”, assillati dall’idea di apparire sempre e comunque.
Non mi stupisce quindi che la mia giovane alunna possa aver perso la speranza nell’amore
Io però, voglio ricordarle almeno due eventi che possono vincere il pessimismo o comunque aprire uno spiraglio verso il domani. Il primo è il ricordo della mia famiglia, una fra milioni: lì compresi cosa fosse l’amore, nella gratuità dei gesti, in quel dare continuo che è proprio di ciascun padre e di ciascuna madre. Un dare che si consuma nel gesto estremo del far crescere, e del lasciar andare. I figli, un giorno, “si ribellano ai padri”, quel giorno i padri e le madri sanno che i loro ragazzi ora camminano con le proprie gambe. In questo addio è racchiuso qualcosa di impronunciabile, qualcosa di doloroso eppure giusto, una santa ferita. L’espressione forse più alta dell’amore disinteressato.
Il secondo ricordo è un’estensione del primo, è la memoria in me vivissima dell’innamoramento perenne, che provai quando nacque il mio primo figlio. In quei giorni, seppi che l’amore eterno esiste e compresi altresì i miei genitori. Quando siamo figli certe cose ci sfuggono, ma poi il tempo ci educa. Per questo il nostro tempo ha bisogno di padri, di madri, di famiglie, perché la catena sapiente dell’amore passi attraverso il sangue e la vita. L’amore fra un uomo e una donna si nutre di questo, del mistero della rinuncia, della capacità di rinnovarsi ogni giorno guardando oltre il volto oltre la maschera, oltre il semplice piacere esso è un progetto e un rischio bellissimo.
L’amore esiste, mia giovane alunna, oltre le maschere, oltre le mode, oltre il nostro egoismo, ma esso ha un prezzo, non dimenticarlo mai.

Ancora denaro pubblico per i radicali?

Dalla legge di stabilità 2013, è stata stralciata la norma che prevede uno stanziamento di 10 milioni di euro al Centro di Produzione S.p.A.‒ “Radio Radicale”, non per questioni di merito – ha affermato il Presidente della Commissione Bilancio del Senato – ma per questioni di opportunità, legate al profilo della legge finanziaria. La questione si riproporrà in Parlamento nei prossimi giorni e, come accade ogni anno, è fortemente probabile l’ennesima elargizione di denaro pubblico a favore dell’organo d’informazione di quel soggetto politico che rappresenta la quintessenza dell’ideologia anti-umana.
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Generazione senza padri

di Costanza Miriano

Prendere appunti alla presentazione di un libro è normale. Se il libro lo si è scritto forse non è normalissimo. Se la presentazione del proprio libro è la numero cinquanta o sessanta o forse più, allora la cosa richiede l’intervento di un medico, ma di uno bravo. Il fatto è che a introdurmi lunedì sera era don Fabio Rosini, il che peraltro è già un po’ assurdo di per sé, perché quello famoso è lui. Leggi tutto “Generazione senza padri”

Aborto e infanticidio pari sono

di Mario Palamaro

L’infanticidio è un diritto delle donne. Lo sostiene, con qualche opportuna sfumatura dialettica, il Journal of Medical Ethics di Melbourne, che in un recente articolo spiega le buone ragioni che legittimano l’uccisione di un neonato, quando le sue condizioni di salute siano compromesse.

L’articolo rilancia una vecchia idea del vecchio bioeticista australiano Peter Singer, e ne ripropone il ragionamento di fondo. La nostra società – scrivono in sostanza gli autori della rivista di Melbourne – ha ormai legittimato la soppressione del concepito con l’aborto volontario, giustificandolo con le più svariate motivazioni. Ora, proseguono, non esiste alcuna differenza davvero sostanziale tra un concepito di uomo e un neonato. Dunque, se è legittimo per le leggi uccidere un feto di tre mesi, non si vede perché lo Stato non debba permette di fare lo stesso con un neonato handicappato. Leggi tutto “Aborto e infanticidio pari sono”