Colletta
Dio onnipotente ed eterno,
donaci di orientare sempre a te la nostra volontà
e di servirti con cuore sincero.
Per il nostro Signore Gesù Cristo.
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della XXIX Domenica del Tempo Ordinario – ANNO C – 19 Ottobre 2025
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
Liturgia della Parola in LIS, sottotitolazione e audio a cura della Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
«In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm. Mosè disse a Giosuè: “Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio”. Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle. Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada» (Esodo 17,8-13).
Il brano racconta di Mosè che, poco dopo la fuga dall’Egitto e il passaggio del Mar Rosso, organizza la difesa contro gli attacchi degli Amaleciti (beduini provenienti dalla zona meridionale di Canaan) incaricando Giosuè di preparare tra gli Israeliti, affamati e stanchi, le risorse umane disponibili e poi con la preghiera afferma la certezza che Dio segue le nostre vicende. Infatti, solo quando Mosè pregava, alzando le braccia e tenendo il bastone orientato al cielo, Israele vinceva. Il profeta riuscì a tenere le braccia alzate solo con il sostegno di Aronne e di Cur. Così Giosuè vinse gli Amaleciti.
«Vittoria, o Signore!» è un dipinto (1871) di John Everett Millais che raffigura Mosè, sostenuto dal fratello Aaronne e da Cur durante la battaglia di Refidim contro gli Amaleciti. Nel capolavoro conservato al Manchester Art Museum di Manchester, l’anziano condottiero è rappresentato al centro, seduto su una pietra, con la verga (simbolo dell’autorità divina) nella mano destra, mentre al tramonto del sole, provato e preoccupato, dalla cima di una collina osserva lo scontro tra gli Israeliti guidati da Giosuè e i soldati comandati da Amalèk. Sulla destra, Aronne, in rosso, dallo sguardo fiero, regge la mano sinistra di Mosè e, dall’altra parte, Cur sostiene la mano destra dell’anziano perché solo così i figli d’Israele riusciranno a vincere la battaglia che infuria nella valle.
«Non farti cadere le braccia» è la canzone composta (1973) da Edoardo Bennato quale invito a non arrendersi di fronte alle difficoltà e a lottare per i propri sogni e le proprie aspirazioni.
«L’entrata è sempre quella/ ma portiere io non ti conosco./ Io che vivevo qui,/ io che ormai scordare più non posso./ Dalla cucina una voce cara,/ mia madre che…/ mi dice:/ Non farti cadere le braccia, corri forte,/ vai più forte che puoi./ Non devi voltare la faccia,/ non arrenderti né ora né mai…».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.
