
Dopo un veloce sguardo all’orologio, il professore universitario scosta deciso le tende dalla finestra, così, confortato dal sole della tarda primavera danese, inforca gli occhiali, apre compiaciuto un libro di storia e inizia la lezione, affermando innanzitutto che le religioni, in particolare il Cattolicesimo, sono contro il progresso tecnico e scientifico, progressivamente giunti a seguito dell’abbandono dell’oscurantista epoca medievale.
Più annoiato che indispettito nell’ascoltare i soliti monologhi, mi alzo e prendo deciso la parola, anche se so bene che tale irriverenza la dovrò pagare a caro prezzo.
Le innovazioni del Medioevo
Chissà, caro professore, se il territorio nel quale sorge questa cittadina non sia uno di quei numerosi bonificati, dunque resi edificabili, proprio dai monaci medievali, benedettini se vogliamo essere precisi. Potrebbe commissionare una ricerca in merito, in quanto – sia per gli occhiali che lei utilizza, che per l’università nella quale insegna – non ci sono dubbi che siano innovazioni introdotte proprio nel Medioevo, la prima probabilmente, la seconda sicuramente in ambito strettamente ecclesiale.
Non di meno, pensando al libro che sta nervosamente sfogliando, l’introduzione della stampa a caratteri mobili si deve ascrivere all’epoca che lei denigra – così come la diffusione dei vetri alle finestre, non solo utili per illuminare le case, ma anche per suggerire, nel medesimo periodo storico, l’invenzione delle serre. Non si può tacere, spero mi capisca, nemmeno l’introduzione dell’orologio meccanico e del camino con canna fumaria, necessaria per evacuare il fumo senza aprire porte e finestre.

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Mi scusi professore se sono intervenuto senza avvertirla, magari faccia uscire gli studenti dall’aula, così non ascoltano il resto. Offra ad ognuno un rinfresco in giardino e certamente rimarrà tutto fra me e lei.
Rammenta che il fenomeno del progresso medievale coinvolse anche i trasporti? Infatti proprio in quei secoli furono introdotti la staffa, i finimenti, le redini – gli animali trainanti i carri (e gli aratri) vennero posti longitudinalmente alla strada, in modo da poterne aumentare il numero – s’ideò un collare rigido, modificato apposta per alleggerire la pressione sul loro collo – il carro venne perfezionato rispetto a quello dei Romani – in ambito navale si costruirono la Cocca e la Caracca, imbarcazioni alquanto migliori di quelle precedenti– anche la bussola e il timone girevole furono innovazioni dell’epoca oscurantista, fondamentali per la navigazione e la scoperta del mondo.
Probabilmente, caro professore, sta pensando come potrà convincere i suoi studenti che il camino con la canna fumaria, l’orologio meccanico, il libro stampato, gli occhiali, l’università, la bussola, il timone girevole non hanno veramente cambiato la storia dell’umanità, e mentre riflette la informo che sempre nel Medioevo è stato introdotto l’altoforno, ad esempio fondamentale per la produzione del ferro a basso prezzo, il telaio a pedali e altri manufatti più o meno simili, nonché la cosiddetta camma, un dispositivo geniale, determinante per convertire il moto circolare in rettilineo e viceversa.
La meccanizzazione del lavoro
Infatti proprio nel Medioevo si è diffusa la meccanizzazione del lavoro, tanto che uno storico del calibro di Jean Gimpel ha titolato uno dei suoi libri La macchina medievale, della quale i primi e determinanti protagonisti furono i monasteri benedettini, costituenti, afferma Randall Collins, “le unità economicamente più efficaci mai esistite in Europa, e forse nel mondo”.
Battere il frumento, setacciare la farina, follare i panni, conciare le pelli, forgiare piastre di metallo, macinare sale, piombo, ferro, gesso, queste e altre attività erano svolte meccanicamente, partendo dall’energia messa a disposizione dai mulini a vento e soprattutto da quelli ad acqua, mai così numerosi in nessuna parte del mondo come nel Medioevo europeo. Ovviamente, da quei retrogradi superstiziosi, sempre più perfezionati, tanto che i primi furono modificati per lavorare con ogni direzione del vento, mentre i secondi vennero persino adattati per prelevare acqua, diventando protagonisti di numerose bonifiche.
Migliora il livello di vita
Con tanto ingegno e lavoro il benessere generale ovviamente è destinato a salire, dunque non stupiamoci che dopo numerosi secoli l’istituto bancario rinacque proprio nei secoli medievali, mentre vennero introdotte le cambiali, l’assicurazione, la partita doppia, l’obbligazione, la figura del notaio iniziò ad assumere quei compiti che oggi conosciamo: registriamo però – in quei tempi di economia e non di finanza, di mentalità religiosa e non di cinismo capitalista – un maggiore rispetto del lavoro, delle persone e dei loro soldi.
Abbia pazienza, non pensi che sia finita qui, perché voglio citare almeno qualche innovazione in ambito artistico e non solo, come la polifonia e la scrittura della musica, nonché l’arco rampante, fondamentale per costruire cattedrali ed edifici altissimi, con muri sottili e ampie finestre. Come si può apprendere dalla storica Chiara Frugoni, persino la pastasciutta, i bottoni, il bicchiere di vetro sono alcuni oggetti nati nella tanto denigrata epoca.
Invenzioni o loro diffusione?
Alcune volte, più che d’invenzioni, si deve parlare di un’autentica diffusione, nemmeno sfiorata prima, di questo o quel dispositivo già conosciuto nei secoli precedenti – in molti casi le invenzioni furono autentiche e di stretta matrice europea – in altre circostanze vennero apprese dall’Oriente, soprattutto cinese, perfezionandole e diffondendole come in ben rari casi, se non mai, seppero fare le civiltà d’origine.
È certo vero che la maggior parte dei progressi si concretizzarono nel Basso Medioevo, ma non è lecito denigrare i secoli antecedenti l’anno mille, alcuni dei quali particolarmente difficili, non fosse altro per i traumi dovuti alla caduta della civiltà romana e alle continue incursioni islamiche e barbare nei territori europei.
Fiducia nel futuro è una cifra cristiana
Era però un tempo di fede e dunque di fiducia nel futuro, per questo si reagì decisamente, dunque, a parte le bonifiche citate. Soprattutto i monaci benedettini divennero protagonisti di un rilevante progresso nell’allevamento e ancor più nell’agricoltura, se pensiamo ad esempio all’introduzione dell’erpice e del sistema di rotazione a tre campi, uno stratagemma capace, con la medesima superficie a disposizione, di aumentare il terreno coltivato annualmente.
Il pane bianco

Non dobbiamo dunque sorprenderci se fra il VII e il XIV secolo la popolazione europea passò dai 27 ai 73 milioni di abitanti, dai 15 ai 50 nella sua parte occidentale, tanto che Jacques Le Goff, considerato il più valente storico del Medioevo, non ebbe esitazione ad affermare che già prima dell’anno mille s’avviò la “fioritura economica del continente”, l’Europa “del pane bianco e degli alti consumi di carne”.
Orsù professore, tanto rimane fra noi, agli alti livelli accademici lo sanno benissimo che il Medioevo oscurantista e retrogrado è una delle numerose falsità storiche destinate alle masse (studenti universitari compresi), le quali devono essere indirizzate verso una certa considerazione delle vicende umane e del loro divenire, fondamentali per plasmare la mentalità delle persone. Tanto quest’ultime leggono poco e ancor meno studiano, così la propaganda ha gioco facile nel travestirsi da verità; un lavoretto pulito insomma … nessun autentico rischio.
Ad esempio il celebre sociologo Rodney Stark ha titolato vari suoi libri in un modo alquanto irritante per lei, ma si tranquillizzi, sebbene abbiano avuto un relativo successo, nemmeno uno 0,1% della popolazione si prende la briga di leggere un volume come La vittoria della ragione. Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza, riportante ben 22 pagine di bibliografia.
Il Medioevo cristiano ha posto le basi della scienza moderna.
In un sottotitolo dei suoi libri, Stark ha persino scritto che il Cristianesimo ha generato la scienza; va beh, non finga d’essere scandalizzato, è un’altra verità tanto risaputa quanto censurata.
Persino Joseph Needham, il più eminente ammiratore e studioso del sapere e delle invenzioni cinesi, ha tranquillamente ammesso che la Cina, nonostante le sue vastissime conoscenze, non giunse alla scienza sperimentale perché estranea allo spirito religioso monoteista.
Perché proprio il Cristianesimo (non l’Islam e l’Ebraismo) generò la scienza sperimentale è da ricercare in varie motivazioni, legate innanzitutto alla teologia e alla dottrina del Cristianesimo cattolico.
Ora non posso scrivere decine di pagine per addentrarmi in tale tematica, ma almeno desidero affermare che “la fede nelle possibilità della scienza, nata prima dello sviluppo della teoria scientifica moderna, è un derivato inconsapevole della teologia medievale”. Per favore, non si agiti, non sono parole mie, ma del non cattolico Alfred N. Whitehead, uno dei più prestigiosi filosofi della scienza degli ultimi 150 anni.
Si, fa bene a chiudere le finestre, perché dal giardino qualcuno potrebbe ascoltare il resto:
Il Medioevo fu un lungo tirocinio della mentalità dell’Europa occidentale nel senso dell’ordine. Poté esservi qualche manchevolezza nell’applicazione, ma l’idea non perse mai la presa. Fu un’epoca di pensiero ordinato, razionalista da cima a fondo.
Un pensiero chiaro e rigoroso
Non occorre che io precisi come l’abitudine al pensiero chiaro e rigoroso si sia radicata saldamente nella mentalità europea sotto il lungo predominio della logica e della teologia scolastica.
Non credo però d’aver ancora messo in evidenza il grande contributo dato dal Medioevo alla formazione del movimento scientifico:
Intendo parlare della fede inespugnabile che ogni evento particolare può essere correlato, in modo perfettamente definito, ai suoi antecedenti e fungere da esempio di principi generali. Senza questa fede l’enorme lavoro degli scienziati sarebbe disperato. E’ questa fede istintiva, vivamente sostenuta dall’immaginazione, che costituisce il principio motore della ricerca: v’è un segreto, e questo segreto può essere svelato. Come si è insediata così saldamente nello spirito europeo questa convinzione?
Se paragoniamo il ‘tono’ del pensiero europeo con l’atteggiamento di altre civiltà abbiamo la sicura impressione che il primo sia originato da una sola fonte. Non può infatti provenire che dalla concezione medioevale, che insisteva sulla razionalità di Dio […].
Ogni particolare era controllato e ordinato: le ricerche sulla natura non potevano sfociare che nella giustificazione della fede nella razionalità. Non parlo, si badi, delle convinzioni dichiarate di pochi individui. Ciò che ho in mente è l’impronta lasciata nello spirito europeo da una fede secolare e incontestata. E’ questo che intendo con ‘tono’ istintivo del pensiero e non un mero credo espresso con parole (Alfred N. Whitehead)
Non dimenticando il compianto fisico e teologo Stanley L. Jaki, vi sono numerosi intellettuali, storici e cultori della materia che hanno pubblicato preziosi lavori, basti pensare, in divulgazione, alle interessanti opere di Francesco Agnoli o a quella assai corposa (493 pagine) di James Hannam, La genesi della scienza. Come il Medioevo cristiano ha posto le basi della scienza moderna.
Dal canto suo lo storico Edward Grant ha dimostrato quanto sapere Isaac Newton e Galileo Galilei hanno direttamente acquisito dalle fonti medievali, tanto che alcuni, dopo aver letto i suoi libri, tendono addirittura a riconsiderare parzialmente il genio di entrambi.
Galileo Galilei quasi un falso
Non mi citi ora la solita, noiosa storia di Galilei; in un mio libro ho smontato pezzo per pezzo tale leggenda, anche dimostrando che il pisano, tra l’altro finanziato dalla Chiesa, pur avendo scoperto fatti di straordinaria importanza, errò clamorosamente nel dimostrare la rotazione della Terra sul proprio asse, necessaria per dimostrare la sua rivoluzione intorno al Sole. In ogni caso, malgrado quasi ogni protagonista della vicenda compì degli epocali errori, quella si trova ai margini della storia, solo buona per alimentare la propaganda anti-ecclesiale, ma in realtà rilevante, in classifica, come la conta dei calci d’angolo durante l’intero campionato, determinante come un’area di sosta in autostrada, quando si è partiti da trenta secondi.
Ora però, esimio docente, devo riconoscere che su certe dinamiche i medievali erano drammaticamente in ritardo, sostanzialmente privi d’esperienze fondamentali, perché quasi non conoscevano la solitudine e la depressione, realtà sempre più diffuse nelle nostre laiche, progredite e illuminate società; nel 2022 le nazioni dell’Unione Europea hanno superato la soglia dei 49.000 suicidi annuali, mentre addirittura il 16% circa dei giovani (dai 15 ai 29 anni) muore per tale causa.
Quei bigotti, oscurantisti e retrogradi del Medioevo non hanno registrato nemmeno 5 suicidi in 1000 anni. Se ne rende conto che razza di zoticoni? Noi, calcoli alla mano, in poco più di un’ora copriamo i loro 10 secoli…non c’è partita, evviva l’autentico progresso!
Bibliografia utile
-Jacques Le Goff, Il Medioevo. Alle origini dell’identità europea. Editori Laterza 2010
-Thomas E. Woods Jr, Come la Chiesa cattolica ha costruito la civiltà occidentale, Edizioni Cantagalli 2007
-Rodney Stark, La vittoria della ragione. Come il cristianesimo ha prodotto libertà, progresso e ricchezza, Lindau 2006.
– James Hannam, La genesi della scienza. Come il Medioevo cristiano ha posto le basi della scienza moderna,, D’Ettoris Editori 2014.
– Edward Grant, La scienza nel medioevo, Il Mulino 2002
– Alfred N. Whitehead, La scienza e il mondo moderno, Editore Boringhieri 1979
– Chiara Frugoni, Medioevo sul naso, Editori Laterza 20007












