Legge 194/1978 Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza.
Articolo 1: Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio’.
Nessun avallo per questa legge che ha introdotto in Italia l’aborto, cioè la soppressione di una vita umana.
Curiosamente, il suo primo articolo ribadisce la tutela della vita umana dal suo inizio.
Viene da domandarsi: ma quando inizia la vita umana?
Ora, non dite che inizia dopo la nascita, perché altrimenti dovrete spiegare che tipo di vita è quella di una creatura nel grembo materno. È indubitabile che la scienza, esaminando il DNA di un feto a qualunque stadio della gravidanza, lo riconosca come espressione di vita umana. Altrimenti cosa sarebbe? Vita canina? Vita vegetale? Vita aliena?
Ma questi aspetti scientifici vengono sempre più censurati, da una certa cultura mortifera, perché non in linea con percezioni soggettive di chi ritiene le creature nel grembo materno sostanze da smaltire.
Visto quindi che potrebbe esserci confusione in merito alla qualifica e alla natura di quel corpo misterioso che vive avvolto dentro un altro corpo, è opportuno offrire chiarezza a molti che preferiscono tenere le fette di salame sugli occhi.
Si parla sempre di consenso informato e di trasparenza, ma poi si proibisce alle donne di capire che l’ammasso di cellule che si sviluppa durante una gravidanza ha un cuore che batte e un DNA umano.
Per colmare questa lacuna, domani, mercoledì 24 settembre, Pro Vita e Famiglia porterà in Piazza Duca d’Aosta a Milano (proprio fuori la stazione centrale) la campagna “Baby Olivia”. Un maxischermo trasmetterà, dalle 16.00 alle 19.00 circa, il video della crescita nel grembo materno, di settimana in settimana, di questa bambina chiamata Olivia.
Forse qualcuno si ricrederà guardando quell’ammasso di cellule e, vedendone i teneri movimenti, scoprirà come Galileo Galilei che ‘Eppur si muove’. E riconoscerà anche che ‘eppur si muore’, pensando ad altre Olivie sacrificate, che la nostra società rifiuta di vedere.
