
Ebreo ungherese, come Edward Teller, padre della bomba all’ idrogeno e come George Soros, Herzl dimostrò sin da giovane assoluto disinteresse per le questioni religiose. A 18 anni andò a vivere a Vienna, e in questa città iniziò a frequentare le associazioni laiche pangermaniste e germanofile. Cittadino dell’ Impero austriaco, come Hitler, fu, come il futuro dittatore, un fan del pensiero tedesco, del modello prussiano, del nazionalismo germanico ( noto appunto anche come pangermanesimo). Membro dell’ associazione pantedesca Albia, ne fu poi espulso perché
ebreo. Ebbe 3 figli, una trucidata dai nazisti, 2 morti suicidi. Si persuase gradualmente che l’ antisemitismo fosse essenzialmente il “prodotto della recente emancipazione degli ebrei” e figlio dell’ invidia e della gelosia verso il successo di alcuni ebrei nel commercio e nella finanza e che fosse necessario uno ” stato ebraico”. Ha scritto Riccardo Calimani : “i più ortodossi interpretavano le idee di Herzl come un blasfemo tradimento dell’ essenza dell’ ebraismo e delle promesse messianiche di redenzione“.
Ha scritto Roth: “L’ idea nazionale ebraica è un’ idea occidentale… Il sionismo moderno ha avuto origine in Austria, a Vienna. Lo ha fondato un giornalista austriaco“.
Nazismo e sionismo sono nati in Austria, dal pangermanesimo tedesco, da due giovani imbevuti di nazionalismo germanico. Sono entrambi la negazione più evidente dell’ altra Austria, quella cattolica, erede dell’ universalismo medievale. Sono fratelli gemelli che predicano la superiorità di un popolo sull’ altro, con la forza.
In quella stessa Austria avrebbe studiato, di lì a poco, Alcide De Gasperi, che invece si sentiva ” prima cattolico che italiano”, avversario sia del pangermanesimo ( che cercava di penetrare in Trentino) sia del nazionalismo italiano, del fascismo e del comunismo.