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Pensiamo di fare cosa gradita pubblicando un articolo della Professoressa Giorgia Brambilla, che introduce al pensiero ed al Magistero di Giovanni Paolo II sulla Teologia del corpo.
Per la Redazione, Marcello Giuliano
“Essere al servizio della vita non è per noi un vanto, ma un dovere, che nasce dalla coscienza di essere «il popolo che Dio si è acquistato perché proclami le sue opere meravigliose» (1 Pt 2, 9). Nel nostro cammino ci guida e ci sostiene la legge dell’amore: è l’amore di cui è sorgente e modello il Figlio di Dio fatto uomo”. (Evangelium Vitae n.79)
§ 1. L’emergenza corpo
Il corpo è cifra di cultura e genera cultura. “Dimmi come consideri il corpo e ti dirò chi sei”, potremmo dire parafrasando un vecchio slogan pubblicitario. Dal modo con cui una società valuta il corpo si intravede la percezione che essa ha di sé e il valore che attribuisce alla persona umana11. Ma del resto, la consapevolezza della nostra condizione corporea è il punto di partenza di ogni autentico sviluppo. Quando qualcuno vuole trasformare se stesso deve cominciare dal proprio corpo. Allo stesso tempo, un rapporto negativo con la propria corporeità equivale ad un rapporto negativo, per non dire distruttivo, con se stessi e con gli altri. Ci si può chiedere, a riguardo, se tanti fenomeni di distruzione come la tossicodipendenza, il suicidio, le violenze sessuali (..), ecc. non dipendano in ultima analisi – seppur in diverso modo e misura – da una situazione di disarmonia “soma-psyche” (..). [Da Zenit-Visto da Roma QUI]
- *Dottore in bioetica – Professore a contratto presso Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” – Cultore della materia presso Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”. Cfr. C. Rocchetta, Per una teologia della corporeità, Edizioni Camilliane, Torino, 1993, p.10. ↩︎
