Antifona
Il Signore ha nutrito il suo popolo con fiore di frumento
e lo ha saziato con miele dalla roccia. (Cf. Sal 80,17)
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della solennità del SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO – ANNO C – 22 Giugno 2025
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
Liturgia della Parola in LIS, sottotitolazione e audio a cura della Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
«In quei giorni, Melchìsedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo e benedisse Abram con queste parole: “Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici”. E [Abramo] diede a lui la decima di tutto» (Genesi 14,18-20).
Questa storia del libro della Genesi è stata da sempre interpretata dai cristiani come una prefigurazione dell’istituzione dell’Eucaristia.
Melchisedek è un personaggio emblematico e misterioso, che nel racconto biblico compare e scompare all’improvviso, lasciando una scia di mistero. Identificato come re del regno di Salem (probabilmente l’antica Gerusalemme) e come Sacerdote dell’Altissimo, va incontro a Abram, che torna vittorioso da una spedizione con la quale ha liberato il nipote Lot. Gli offre pane e vino e benedice il patriarca che, in risposta, decide di donargli la decima di tutto ciò che ha conquistato.
Il nome Salem significa «pace», mentre il nome Melchisedek significa «re di giustizia». I titoli che caratterizzano Melchisedek sono attribuiti a Cristo. È lui il «Principe della Pace» (Isaia 9,5), san Paolo lo chiama «Giustizia» (1 Corinzi 1,30) e l’autore della Lettera agli Ebrei, il «Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza» (5, 6).
La raffinata placca «Abramo e Melchisedek», in cristallo di rocca, scolpita a basso rilievo, presenta Melchisedek nell’atto di offrire ad Abramo tre pani e del vino, portato da un aiutante.
L’opera, conservata al Walters Art Museum di Baltimora, e che verosimilmente fa parte di un oggetto liturgico più grande o di un reliquiario privato, mostra la scena ispirata dal testo biblico.
Il prezioso manufatto è stato realizzato a Milano dalla Bottega della famiglia Sarachi (1560–1600), famosa per la creazione di oggetti preziosi, lavorati su cristallo di rocca – materiale particolarmente difficile per la sua durezza e trasparenza – e destinati alle corti europee.
Il patriarca Abramo, vestito di abiti da militare e accompagnato da due assistenti, sta per ricevere il dono dal re-sacerdote di Salem, che indossa solenni abiti religiosi.
Il brano di Sergio Cammariere «Il pane, il vino e la visione», scritto da Roberto Kunstler nel 2006, si conclude con questi versi:
«Che questa vita sia un passaggio / Verso un altro tipo di esistenza / Come un ponte che unisce cielo e terra / Inferno e paradiso // Ma se potrai dividere davvero / Il pane, il vino e la visione / E affrontare ogni giorno col sorriso / La nostra missione // Un sorriso / sarà la comunione / un sorriso / l’amore che verrà // Ma nessuno ti dice che poi / Nel deserto non conta chi sei / Conta solo se sai / riconoscere il vero dal sogno».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.