La Chiesa tra Leone XIV e i “leoni da tastiera”

Ciò che sto per dirvi è politicamente scorretto, per cui i deboli di cuore possono evitare il post.

Il nuovo Papa non si è nemmeno insediato che già i fighettini politically correct, impersonati da alcuni giornalisti e da alcuni personaggi famosi, si scandalizzano perché non è come loro se lo immaginavano.

E certo, perché il Papa doveva essere a loro immagine e somiglianza. Del resto sono loro i poveri Cristi che piangono perché hanno perso le scommesse, i sondaggi e le proiezioni.
Tutta roba che non fa mai i conti con l’azione dello Spirito Santo. Come al solito.

Eppure, se avessero puntato tutto su loro stessi e poi precisamente sulla loro mancanza di fede, sul loro parassitismo e sulla loro presunzione, avrebbero vinto a mano basse. Peccato.

Papa Leone XIV avrà molto da soffrire, e non solo per le sfide mondiali e geopolitiche, non solo per il ministero petrino (che implica giá il pondus della croce), non solo per i media che gli sottolineeranno ogni cosa che non fará come l’ha fatta Francesco, ma perché sin da subito questo Papa ha fatto un nome sconvolgente: quello di Gesù Cristo.

È questo il nome “scandaloso” per il mondo che non accetta Dio. È questa la pietra d’inciampo, il segno di contraddizione, la Veritá insopprimibile.
Appena ricordi che Lui è la Via, la Verità e la Vita, che Lui è l’unico Salvatore del mondo, la chiave e il centro della storia, allora le potenze del male si scatenano.
Dunque, la direzione è giusta.

“Sparire perché rimanga Cristo” basterebbe da sola come frase per delineare il suo programma di vita e di ministero.
E questo aspetto va compreso anche nella sua identità agostiniana, dove Cristo, per sant’Agostino, è il “Leone” Vincitore.

Anche questa infatti è una delle interpretazioni possibili e plausibili circa il suo nome, insieme a quelle che stanno circolando e che non sono assolutamente definitive.
Sono solo belle idee, buone speculazioni , teoriche ipotesi. Le mie incluse.

Il primo discorso da Papa e la prima omelia di ieri sono state un concentrato cristocentrico meraviglioso, granitico ed efficace.
Quanto basta per vedere schiumare di rabbia parte del mondo anti-cristiano o di quello “cattolico free”, che di free non ha nulla, essendo una zona ZTL modernista, borghese ed esclusiva.
E menomale che predicano l’inclusione.
Certo, solo di chi vogliono loro.

Il Papa avrà da soffrire perchè nessun frutto si ottiene senza sforzo, senza difficoltà, senza concime, senza stagioni di magra.
Tra le righe del suo primo discorso campeggiano due frasi indicative: “la pace sia con voi” e “il male non prevarrá”.

Non a caso, lo dicevo già il 21 aprile scorso, la guerra in Israele cominciò il 7 Ottobre 2023, giorno della Madonna del Rosario.
Sarebbe stato bello che un Papa fosse stato eletto l’8 Maggio, giorno della Vergine di Pompei, Vergine del Rosario.
Detto fatto!
Un richiamo mariano ad una missione di pace.

“Il male non prevarrá” ci rimanda, poi, anche all’apparizione dell’Arcangelo Michele sempre dell”8 Maggio, ma anche alla visione che il suo predecessore, Leone XIII, ebbe più di un secolo fa, circa l’azione di satana contro la Chiesa.

La tensione di questo Pontefice verso l’unione con Dio e l’unitá tra di noi trova riscontro nella sua personalità, che sintetizza armonicamente dentro di sè diversi aspetti che sembrano opposti ma che invece sono complementari: statunitense ma anche peruviano; chiaro sui princìpi dottrinali ma anche affabile con le persone; stile esteriore composto ma anche con un nome da guerriero.
Si chiama “ermeneutica” dell’ ET-ET.
La sintesi di di cui abbiamo bisogno adesso.

E vi prego di non uscirvene con paragoni e comparazioni tra un Papa ed un altro.
Ogni Papa è sé stesso, secondo Dio.
E vi dirò di più: spero che non risieda a Santa Marta, come spero che non dica “Buonasera” o “Buon pranzo” (con tutto l’affetto per Francesco).
Non deve imitare nessuno.
Deve essere sé stesso.

Deve essere un “Leone”, un coraggioso annunciatore di Cristo, un fervente e zelante pastore, sostenuto dalla nostra preghiera e dal nostro rispetto di figli della Chiesa.

Adesso, da cattolici, è il tempo di dimostrare se eravamo semplicemente attaccati a Bergoglio o eravamo rispettosi di Papa Francesco.
E cioè di dimostrare se quel: “bisogna ascoltare e rispettare il Papa” valeva solo per il pontificato precedente o vale anche per quello attuale e futuro.

E se Lui dirà cose contrarie alla mentalità del mondo, ci comporteremo da figli della Chiesa o da ribelli che vogliono recidere i legami famigliari?
Perché la verità proclamata, quando è aderente al Vangelo di Cristo e alla Dottrina della Chiesa, è scomoda, perché ci costringe a guardarci dentro.

Decidiamo se rimanere seduti dietro la tastiera o se ascoltare quell’ultimo eco di Papa Francesco che ci diceva sempre di non rimanere fermi ma di alzarci in piedi e parlare del Vangelo.
Adesso è il banco di prova.
Adesso si vedono i frutti.

Altrimenti, astenetevi dal criticare Papa Leone XIV.
Perché qui gli unici “leoni”, purtroppo, potreste essere proprio voi.

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Autore: Fra Andrea Palmentura OCD

Fra Andrea Palmentura, religioso Carmelitano Scalzo, è nato a Bari nel 1994 conseguendo il grado accademico del Baccalaureato presso la Facoltà Teologica di Santa Fara in Bari nel 2017 con una tesi sul Sacrificio di Cristo nell'Eucaristia. Ha conseguito la Licenza di specializzazione a Roma presso la Pontificia Facoltà del Teresianum in Teologia Spirituale con una tesi sullo Spirito Santo come guida all'unione con Dio secondo San Giovanni della Croce. Attualmente, è Dottorando in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Appartiene alla Semi Provincia dei Carmelitani Scalzi di Napoli.