Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,27-30)
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore.
Il tempo è il luogo in cui il Signore si manifesta. Il tempo è la storia quindi la condizione momentanea, ma decisiva per l’uomo. Nella storia Dio fin dagli albori si rivela, si pensi al roveto ardente di Mosè, Dio si rivela come il Padre d’Israele indicando la volontà di relazione sponsale con le sue creature.
Gesù è l’incarnazione di Dio. È l’archè e il logos storico ma anche soprannaturale infatti afferma “io do la vita eterna”. Che cosa è la vita eterna? Essa è atemporale, ma ha inizio nel tempo. La vita eterna è la grazia incondizionata che l’umano qui e ora deve decidere se accettare o rifiutare. La fede è questione anche di ragione, quindi di comprensione divina che vuole dimorare nella fatticità umana. Dio non vuole perdere le sue creature, ma lascia loro in virtù della coscienza la possibilità di cedere alla dannazione eterna.
Io e il Padre siamo una cosa sola: rimanda al Concilio di Nicea in particolare alla questione dell’Homousios ove si ribadisce che Gesù è consustanziale al Padre, sono quindi una sola cosa. È una verità di fede che indica l’identità cristiana.