Colletta
O Dio, che ci hai riuniti per celebrare la santa Cena
nella quale il tuo unico Figlio,
prima di consegnarsi alla morte,
affidò alla Chiesa il nuovo ed eterno sacrificio,
convito nuziale del suo amore,
fa’ che dalla partecipazione a così grande mistero
attingiamo pienezza di carità e di vita.
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura del GIOVEDÌ SANTO «CENA DEL SIGNORE» 18 Aprile 2025
In quei giorni, il Signore disse a Mosè e ad Aronne in terra d’Egitto: «Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno. Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per un agnello, si unirà al vicino, il più prossimo alla sua casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere l’agnello secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, nato nell’anno; potrete sceglierlo tra le pecore o tra le capre e lo conserverete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l’assemblea della comunità d’Israele lo immolerà al tramonto. Preso un po’ del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull’architrave delle case nelle quali lo mangeranno. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con àzzimi e con erbe amare. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali ai piedi, il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la Pasqua del Signore! In quella notte io passerò per la terra d’Egitto e colpirò ogni primogenito nella terra d’Egitto, uomo o animale; così farò giustizia di tutti gli dèi dell’Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle case dove vi troverete servirà da segno in vostro favore: io vedrò il sangue e passerò oltre; non vi sarà tra voi flagello di sterminio quando io colpirò la terra d’Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione lo celebrerete come un rito perenne”» (Esodo 12,1-8.11-14).
Nel testo è descritta la cena pasquale così come era celebrata alle origini della storia ebraica.
La tavola «Seder di Pesach» (la sequenza della pasqua ebraica) è una delle sette opere commissionate nel 1988 a Emanuele Luzzati dall’Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia – Romagna per l’esposizione «Arte e cultura ebraiche in Emilia Romagna» (Ferrara, 1988), e ora conservate al Museo Ebraico di Bologna. La raffigurazione mostra una famiglia ebrea a cena per celebrare Pesach che ascolta l’Haggadàh (racconto dell’Esodo) proclamato dal capofamiglia. Sulla sinistra, il Profeta Elia sta entrando nella sala dalla tavola imbandita; per lui si lascia sempre un posto libero con un bicchiere per il vino.
La famosa canzone di Angelo Branduardi «Alla fiera dell’est» (1976), è l’adattamento di un canto pasquale proveniente dall’antica tradizione del «Seder di Pesach» che, in dieci strofe, narra le vicende non di un «topolino» ma di un «capretto» (l’agnello pasquale), attraverso personaggi che simboleggiano figure chiave della storia biblica. Così l’inizio: «Un capretto che mio padre comprò per due susim (denari)».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.