“Egli è stato trafitto per le nostre colpe”

Arcabas, L’agnello,1972, Isère, Saint Pierre de Chartreuse, Museo d’Arte Sacra Contemporanea


«Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e innalzato grandemente. […] Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca. […] Quando offrirà se stesso in sacrificio di riparazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità. Perciò io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti egli farà bottino, perché ha spogliato se stesso fino alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i colpevoli» (Isaia 52,13- 53,12).

Il brano di Isaia, scritto al ritorno dalla deportazione babilonese, dopo il VI secolo a.C., narra la conclusione del ministero e della vita del servo del Signore, e nel contempo cerca di spiegarne la sofferenza.

Arcabas dipinge (1972) «L’agnello», opera che ora si trova al Museo d’Arte Sacra Contemporanea a Saint-Pierre-de-Chartreuse (Isère). L’agnello, simbolo di Cristo e di dolcezza, è raffigurato sul lato sinistro, zoppo e legato, dipinto d’azzurro come il cielo, davanti all’aureo trono divino, con al centro la croce della morte ma anche la conferma della vittoria sulla morte. Il tutto è posto in un contenitore rosso, simbolo dell’arca dell’alleanza, a riprova che l’immagine rappresenta l’agnello glorioso della Nuova Alleanza.

don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

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Autore: Libertà e Persona

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