
riva nord-orientale del Great Salt Lake.
Colletta
Vieni in nostro aiuto, Padre misericordioso,
perché con la tua grazia possiamo camminare sempre
in quella carità che spinse il tuo Figlio
a consegnarsi alla morte per la vita del mondo.
Egli è Dio, e vive e regna con te.
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della V DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO C – 05 Aprile 2025
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
«Così dice il Signore, che aprì una strada nel mare e un sentiero in mezzo ad acque possenti, che fece uscire carri e cavalli, esercito ed eroi a un tempo; essi giacciono morti, mai più si rialzeranno, si spensero come un lucignolo, sono estinti: “Non ricordate più le cose passate, non pensate più alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? Aprirò anche nel deserto una strada, immetterò fiumi nella steppa. Mi glorificheranno le bestie selvatiche, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto, fiumi alla steppa, per dissetare il mio popolo, il mio eletto. Il popolo che io ho plasmato per me celebrerà le mie lodi”» (Isaia 43,16-21).
Isaia ricorda che il Signore è sempre pronto ad aiutare il suo popolo e ad intervenire per donargli speranza.
Infatti, tutti sono invitati a non pensare più alle cose passate, ma a saper vedere le novità donate dal Signore, che apre una strada nel deserto e disseta anche nella steppa.
La «Spiral Jetty» è una scultura simbolo del movimento della «land art», costruita da Robert Smithson nel 1970, sulla riva nord-orientale del Great Salt Lake, nella penisola di Rozel Point, nello stato dello Utah (U.S.A.). L’artista che passò alla scultura dopo aver iniziato la carriera dipingendo e disegnando, e che fu probabilmente il primo a raccontare le sue riflessioni sul rapporto arte – paesaggio, scrive: «Quando una cosa è vista attraverso la coscienza della temporalità, diventa qualcosa che non è nulla. Questo senso avvolgente fornisce il terreno mentale per l’oggetto, così che cessa di essere un mero oggetto e diventa arte».
L’opera, formata da una spirale lunga 460 metri e larga quasi 5, realizzata con più di seimila tonnellate di terra e di roccia basaltica, interagisce con l’ambiente perché concepita come un processo in continua evoluzione e destinata a trasformarsi nel tempo, in un incessante confronto tra forze creative e distruttive.
La scultura, esempio di utilizzo della natura come tela per opere che si integrano nel paesaggio e di viaggio attraverso l’opera quale parte dell’esperienza, è rimasta coperta più di trent’anni sul fondo del lago, finché nel 2002 un abbassamento delle acque, ha fatto emergere nuovamente la monumentale forma.
Gustiamo la conclusione della poesia «Adesso», scritta da Mariangela Gualtieri. «Diremo io o noi? E quanto grande il noi/ quanto popolato? Che delicata mano/ ci vuole ora, e che passo leggero, e mente/ acuta, pensiero spalancato al bene. Studiamo./ Impariamo dal fiore, dall’albero piantato,/ da chi vola. Hanno una grazia che noi/ dimentichiamo. Cura d’ogni cosa,/ non solo dell’umano. Tutto ci tiene in vita./ Tutto fa di noi quello che siamo».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.