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In tre settimane, 2876 visualizzazioni per questa intervista che realizzai il 5 Settembre del 2011 per i miei alunni delle classi quinte della primaria nella quale insegnavo.
Cosa attira le persone più diverse ad informarsi sulla vita contemplativa, ad ascoltare la voce di queste persone uscite dal mondo?
Quale immagine ci siamo fatti della vita contemplativa e cosa è?

Io, adolescente, salivo sovente al monte della santa orazione e devozione, come definiscono la preghiera i Padri Cappuccini di antica tradizione, in questo caso identificabile con il Monastero della Visitazione di Maria in Costalunga a Brescia.
Il luogo solitario, tra il verde prospiciente la città, ricordava alle Sorelle le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce (Gaudium et Spes, 1) degli uomini d’oggi, di una umanità spesso immemore, ma alle Consacrate indicava l’Unum necessarium, senza il quale non solo il creato e l’umanità intera verrebbero meno, ma senza il quale ogni cosa è vana.
Tra quelle mura, la preghiera si elevava e sale ancor oggi costante, silenziosa o cantata, da cuori a Lui consacrati ed interamente dediti, costi quel che costi.
Nel cuore del combattimento spirituale della Chiesa, esse sono le vergini savie che hanno conservato l’olio nelle lucerne per il giorno in cui lo Sposo verrà e le troverà pronte.
Undici anni fa, dietro la grata, intervistai l’amica Sr. Zemira che vidi muovere i primi passi verso la clausura, dopo anni di missione in Africa. Ora, benché molto anziana, è ancora là, fedele alla sua vocazione e alla Chiesa ed ad ogni persona che in lei sa di poter contare, giorno, dopo giorno, nel suo amore orante.
La sua voce ci narrerà gli inizi della fondazione di San Francesco di Sale e di Santa Francesca di Chantal, ma soprattutto la loro vita e la sua personale vita di fatiche offerte e di gioie donate.