“Laceratevi il cuore e non le vesti”

Profeta Gioele, sec. VII, placca in avorio, originaria della Siria o della Palestina, Parigi, Dipartimento delle Arti Decorative del Louvre.

Dal libro del profeta Gioèle Gl 2,12-18


«Così dice il Signore: “Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male”. Chi sa che non cambi e si ravveda e lasci dietro a sé una benedizione? Offerta e libagione per il Signore, vostro Dio. Suonate il corno in Sion, proclamate un solenne digiuno, convocate una riunione sacra. Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo. Tra il vestibolo e l’altare piangano i sacerdoti, ministri del Signore, e dicano: “Perdona, Signore, al tuo popolo e non esporre la tua eredità al ludibrio e alla derisione delle genti”. Perché si dovrebbe dire fra i popoli: “Dov’è il loro Dio?”. Il Signore si mostra geloso per la sua terra e si muove a compassione del suo popolo» (Gioele 2,12-18).

Si inizia il tempo della Quaresima per accompagnare con la Parola e la celebrazione chi vuole seguire il Signore, come ricorda il profeta: «Ritornate a me con tutto il cuore». Gioele, figlio di Pethuel e autore del Libro omonimo, fu il secondo dei dodici profeti minori dell’antico Israele, vissuto all’incirca tra il IX e il VI secolo a.C.

A nome del Signore, il profeta raduna tutti in un’assemblea solenne – «chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo» – perché nessuno deve sentirsi escluso dalla forza della tenerezza di Dio.
La placca in avorio raffigurante il profeta «Gioele», proveniente dalla Siria o dalla Palestina, risale al VII secolo d. C. e oggi si trova a Parigi, nel Dipartimento delle Arti Decorative del Louvre.

Il prezioso manufatto è uno dei quattordici avori della cosiddetta «sedia di Grado» che narrano alcune scene della vita di Cristo, raffigurazioni di Santi e di S. Marco, il primo vescovo di Alessandria d’Egitto.

Sulla piccola targa, Gioele è inciso in un vivace movimento che dà forza al gesto di indicare con la mano destra il cielo mentre tiene nella sinistra un rotolo aperto dove, in lettere greche maiuscole, sta scritto l’ultimo versetto del brano biblico sopra citato: «Il Signore si mostra geloso per la sua terra e si muove a compassione del suo popolo».
L’indimenticabile vescovo di Molfetta, don Tonino Bello, aiuta a ben iniziare la Quaresima. Nel saluto alla diocesi (1982), disse:

«Nella mia valigia ho due cose: la Parola di Dio e la tenerezza, la sofferenza e la speranza indistruttibile della mia piccola, stupenda Chiesa d’origine».


don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

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Autore: Libertà e Persona

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