“Maledetto chi confida nell’uomo; benedetto chi confida nel Signore”

Carl Fredrik Hill, Melo in fiore, 1877, o/t, Stoccolma, National Museum.


«Così dice il Signore: “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, e pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore. Sarà come un tamarisco nella steppa; non vedrà venire il bene, dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto l’uomo che confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti» (Geremia 17,5-8).

Il profeta divide le persone in due gruppi non in base alla ricchezza ma guardando a dove pongono la loro sicurezza: da una parte, pone chi confida nell’uomo e nei valori puramente terreni e, dall’altra, chi sceglie di porre la sua fiducia nel Signore.

Geremia sottolinea poi la sorte dell’uno e dell’altro gruppo servendosi delle immagini offerte dalla natura circostante. Chi fa affidamento sull’uomo è paragonato al tamerisco, una pianta quasi senza foglie, che cresce nella steppa o nel deserto, vicino a quei ruscelli aridi per quasi tutto l’anno. Chi invece sceglie di affidarsi al Signore è come un albero che ha le sue radici nell’acqua, simbolo della vita e perciò cresce molto rigoglioso, pieno di foglie e di frutti, e con la sua ombra, è in grado di dare riparo a molti.

Il dipinto «Melo in fiore» è stato realizzato da Carl Fredrik Hill, ad olio su tela, nell’anno 1877 e, insieme ad altre versioni, è visibile presso il National Museum di Stoccolma.

Nella quasi totalità della tela, l’albero, posto al centro della scena, caratterizzata da un paesaggio boschivo, cattura lo sguardo per il predominante colore bianco dei fiori presenti abbondantemente su ogni ramo. Dall’insieme del quadro emerge l’invito a guardare con fiducia ogni aspetto della vita, come conferma la bellezza della primavera che sta per iniziare.
Il melo è attorniato dalla terra color marrone, dai tronchi castani e bruni e da alberi di altre tipologie. Sullo sfondo in basso si intuisce un’ampia distesa verde e, al di sopra, prevale il colore celeste del cielo.

Gustiamo la parte centrale della poesia «Il ramo fiorito» con cui Pablo Neruda canta la magnificenza e la magia di questa pianta.

«Ancora non se n’è andato l’inverno,/ e il melo appare/ trasformato d’improvviso/ in cascata di stelle odorose.// Nella notte entreremo/ fino al suo tremulo firmamento,/ e le tue piccole mani e le mie/ ruberanno le stelle.// E cautamente/ nella nostra casa,/ nella notte e nell’ombra,/ entrerà con i tuoi passi/ il silenzioso passo del profumo/ e con i piedi stellati/ il corpo chiaro della Primavera».


don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

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Autore: Libertà e Persona

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