
Il 2 Febbraio è anche il giorno in cui noi che ci siamo consacrati a Dio, attraverso i voti di castità, povertà e obbedienza, ricordiamo di essere stati presi in braccio.
Sí, perché se non crediamo che appartenere totamente a Lui richiede un atto di abbandono totale, fiducioso e amorevole, non cogliamo il senso della festa odierna.
La nostra scelta non è frutto di un semplice ragionamento ma soprattutto di affidamento.
Qui sta la nostra mistica, qui sta l’ascesi.
La vita religiosa infatti è donarsi interamente a Dio in sacrificio di soave odore.
Per questo le rinunce a cui siamo chiamati non sono delle tagliole ma delle occasioni più grandi per unirci al Signore e abbracciarlo con tutto l’amore che possiamo.
E quel Bambino, pur essendo Dio e Re dell’universo, decide proprio di farsi prendere in braccio, accettando la quotidianità, rinunciando agli applausi del mondo e illuminando di gioia il vecchio Simeone, il quale esulta anche lui come un bambino perché finalmente ha incontrato l’Essenziale della vita, Cristo Gesù.
A riprova del fatto che ciò che ci rende giovani non è né l’etá né la mondanità ma il frequentare Dio, Amore Eterno.
Se non prendiamo coscienza di questo, diventeremo vecchi prima del tempo e ci priveremo della gioia di vedere la nostra vita fiorire e portare frutto nelle mani di Maria e di Giuseppe, custodi della speranza che ci abita.
Auguri a tutti coloro che si sono consacrati al Signore