“Entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate”


«Così dice il Signore Dio: “Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani”» (Malachia 3,1-4).

Malachia (che significa «messaggero») è un personaggio dell’Antico Testamento, della tribù di Zabulon, ultimo dei dodici profeti minori che visse dopo l’esilio babilonese (538 a.C.). Le sue profezie sono riportate nell’omonimo libro, costituito da soli tre capitoli e che è l’ultimo nella Bibbia cristiana. In questo brano, il profeta preannuncia alla sua gente scoraggiata e allontanatasi dalla fede, il grande giorno del Signore che sta per mandare un messaggero, chiamato «l’angelo dell’alleanza», a preparare la strada per la sua venuta e a proclamare l’alleanza con il suo popolo. Le immagini del «fuoco del fonditore» e della «lisciva dei lavandai» sono segni efficaci di una prova impegnativa ma in grado di purificare e rinnovare così che nessuno venga trovato impreparato e tutti possano riprendere e rafforzare il cammino di fede, e «offrire al Signore un’offerta secondo giustizia».
Il «Profeta Malachia» è un affresco che si trova in una chiesa del viterbese, dipinto da Luigi Fontana, sulla fine secolo XIX. La scena rappresenta il profeta nell’atto di scrivere quanto il messaggero divino gli suggerisce sollecitandolo a guardare sulla destra. All’uomo di Dio, seduto, è mostrata una delle immagini simboliche contenute nel Libro di Malachia che trasmettono messaggi di speranza, giudizio e redenzione, richiamando il popolo a una relazione rinnovata con Dio. Si tratta del «Giorno del Signore», descritto come grande forno incandescente che emette fiamme e fumo, dove i Padri della Chiesa hanno «letto» il preannunzio profetico del sacrificio della Messa come attesta la presenza della croce.
Dal mistico indiano Gandhi il richiamo al valore delle cose comuni:

«Se quando s’immerge la mano nel catino dell’acqua,/ se quando si attizza il fuoco col soffietto,/ se quando si allineano interminabili colonne di numeri/ al proprio tavolo da contabile,/ se quando, scottati dal sole, si è immersi nella melma della risaia,/ se quando si è in piedi davanti alla fornace del fonditore,/ non si realizza la stessa vita religiosa/ proprio come se si fosse in preghiera in un monastero,/ il mondo non sarà mai salvo».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

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Autore: Libertà e Persona

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