“Marche pour la vie a Parìs”

Fonte Pro Vita & Famiglia

Oggi a Parigi, a due passi dalla Tour Eiffel, una serie di gruppi e movimenti, specie giovanili, patriottici e cattolici, prenderanno parte all’annuale corteo della Marcia per la vita.

La manifestazione, al solito sonora e coloratissima, intende denunciare, a mezzo secolo dalla sua approvazione, la legge abortista e i suoi più recenti

derivati: declino demografico, caccia ai medici obiettori, intolleranza verso chi crede nella sacralità dell’embrione, apertura all’eutanasia.

In effetti, madame Simone Veil (1927-2017), a cui è stato appena dedicato un film agiografico e tendenzioso, ha dato il nome alla legge che ha depenalizzato l’aborto in Francia e che è stata promulgata il 17 gennaio del 1975. Questa legge, in 50 anni di storia, ha impedito la nascita di oltre 10 milioni di cittadini, a volte soppressi al nono mese di gravidanza, superando ormai ampiamente i 200 mila aborti l’anno (223.283 nel 2021, 234.300 nel 2022, 243.623 nel 2023, con un aumento medio del 3% ogni anno).

Nel manifesto della Marcia per la vita 2025, si leggono 10 proposte che in qualche modo intendono ribaltare lo spirito «edonista e malthusiano» della legge, affermando dei principi etici e di buon senso.

Anzitutto si chiede di «realizzare uno studio sull’Ivg» in Francia, con lo scopo di «capire meglio le cause e le conseguenze dell’aborto», studio che sarebbe richiesto «dall’88% dei francesi». Poi si insiste per una «politica familiare» che intenda «combattere il precariato» ed impedire qualunque aborto per mere «ragioni economiche». Ovviamente, si denuncia con forza la paventata «legalizzazione», promossa dal presidente Macron e dalla sinistra, del «suicidio assistito e dell’eutanasia».

La Marcia, che ha ricevuto l’appoggio dei vescovi francesi e del Nunzio apostolico, vorrebbe introdurre nella legge, come avviene in vari stati americani, l’ascolto del «battito cardiaco del nascituro» e favorire la reintroduzione della «pausa di riflessione» di «almeno tre giorni» prima dell’Ivg, prevista dalla legge Veil, ma poi abrogata.

Si ribadisce infine il valore costituzionale per la donna della possibilità «del parto anonimo» e per il medico del «diritto assoluto all’obiezione di coscienza», minacciato dalle ultra-femministe e da Jean-Luc Mélanchon.

Cara Mamma, il cuore piccolo e che batte del tuo bambino

La battaglia sarà ardua per i pro life francesi, anche per la decisione, dal sapore squisitamente totalitario, di inserire nella Costituzione della repubblica, l’8 marzo scorso, la fantomatica (e mortifera) «libertà garantita alla donna» di poter «ricorrere all’interruzione volontaria della gravidanza». Sarebbe come se la nostra Costituzione dicesse che l’Italia è fondata sul lavoro e sull’aborto!

A distanza di tanti anni è bene sapere che i pro aborto di Francia, come insultano la biologia, così sono degli abili manipolatori della storia. La Veil infatti, senza minimizzare in nulla la responsabilità che porta (e che l’hanno resa un «santino laico» del progressisti), era per un aborto «a minima» visto come «extrema ratio» e più volte denunciò l’ipotetico e ideologico «diritto assoluto all’aborto».

Anzi, proprio nel discorso clou che tenne all’Assemblea nazionale, come ministro della salute di Jacques Chirac, Simone Veil disse alle sinistre e al femminismo più oltranzista che «se il progetto ammette la possibilità dell’interruzione della gravidanza», la legge servirà a «controllare e, per quanto possibile, dissuaderne la donna».

Come ha scritto la giurista Clotilde Burnetti-Pons sul quotidiano cattolico La Croix, «L’obiettivo della legge Veil era di proteggere le donne in difficoltà», mentre ora «l’aborto eretto a norma» comporta «un tutt’altro messaggio».

È stato riconosciuto da tutti a Macron il grande impegno nella ricostruzione della cattedrale di Notre-Dame: ma la coscienza non gli dice che una singola vita umana, come quella innocente di un nascituro, vale più di tutte le chiese di Parigi?

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Autore: Fabrizio Cannone

Fieramente italiano, romano e cristiano, sposato con 3 figli, collabora con varie testate e siti web.