“Lettura del libro della Legge”

Il profeta Esdra, 244 d.C,
a Dura Europos, nella Sinagoga
fino al 2013, anno della distruzione del luogo sacro da parte dell’Isis. Oggi il pannello è custodito al
Museo Nazionale di Damasco


«In quei giorni, il sacerdote Esdra portò la legge davanti all’assemblea degli uomini, delle donne e di quanti erano capaci di intendere. Lesse il libro sulla piazza davanti alla porta delle Acque, dallo spuntare della luce fino a mezzogiorno, in presenza degli uomini, delle donne e di quelli che erano capaci d’intendere; tutto il popolo tendeva l’orecchio al libro della legge. Lo scriba Esdra stava sopra una tribuna di legno, che avevano costruito per l’occorrenza. Esdra aprì il libro in presenza di tutto il popolo, poiché stava più in alto di tutti; come ebbe aperto il libro, tutto il popolo si alzò in piedi. Esdra benedisse il Signore, Dio grande, e tutto il popolo rispose: «Amen, amen», alzando le mani; si inginocchiarono e si prostrarono con la faccia a terra dinanzi al Signore. I leviti leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e spiegavano il senso, e così facevano comprendere la lettura. Neemìa, che era il governatore, Esdra, sacerdote e scriba, e i leviti che ammaestravano il popolo dissero a tutto il popolo: «Questo giorno è consacrato al Signore, vostro Dio; non fate lutto e non piangete!». Infatti tutto il popolo piangeva, mentre ascoltava le parole della legge. Poi Neemìa disse loro: “Andate, mangiate carni grasse e bevete vini dolci e mandate porzioni a quelli che nulla hanno di preparato, perché questo giorno è consacrato al Signore nostro; non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza”» (Neemìa 8,2-4.5-6.8-10).

Il profeta racconta di come Esdra, scriba e studioso della legge nel periodo post-esilico (VI-V secolo a.C.), lesse il libro della Torah: «celebrazione della Parola» che diventerà modello della lettura secondo il rito proprio del popolo che «si raduna» (in greco il verbo «sin-ago» = sinagoga). Si inizia con la solenne presentazione, si proclama il libro sacro e il popolo, dopo la benedizione, grida «Amen!» e si prostra con la faccia a terra.
Anni fa, ebbi modo di visitare, a Dura-Europos, le rovine quasi intatte di una sinagoga, costruita nel 244 d.C., riscoperta nel 1932 e distrutta dall’ISIS nel 2013. L’insediamento greco sull’Eufrate, divenuto poi uno degli avamposti più orientali di Roma, ospitava la più antica chiesa cristiana conosciuta al mondo, una sinagoga con le pareti interamente affrescate e tratte dalla Bibbia.

Il pannello raffigurante Esdra, che «legge la Torah», tenendone tra le mani un rotolo aperto e, ai suoi piedi, forse, l’Arca dell’Alleanza coperta, fa parte degli affreschi ora esposti nel Museo Nazionale di Damasco.

In uno degli «Inni», intitolato «La Porta Santa», Giovanni Pascoli chiede al Papa Leone XIII che ha aperto il Giubileo del 1900:

«Non ci lasciar nell’atrio / del viver nostro, avanti / la Porta chiusa, erranti».

don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.

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Autore: Libertà e Persona

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