
È notizia di ieri che Donald Trump, annunciando il suo nuovo programma politico ed economico, ha ribadito – tra le altre cose – la necessità di smettere di sostenere la cultura woke e gender, ricordando pure che i generi sessuali sono due.
“Addirittura!” verrebbe da dire…
Oggi a fare notizia infatti non è l’asino che vola ma quello che non vola. Questa è la vera scoperta.
C’è una crisi dell’ovvio che, tuttavia, porta con sé anche un suo risvolto positivo, perché ci fa ritornare alle basi, alle fondamenta, a ciò che ci struttura, e anche ad apprezzare con sguardo appassionato e non scontato le evidenze naturali che ci circondano e che ci abitano.
Dover ribadire l’ovvio è la conseguenza del fatto che abbiamo venduto grandi quantità di semplicità per comprare qualche milligrammo di banalità.
E non ci siamo accorti che svendendo la semplicità abbiamo perso anche la verità, pensando che fosse solo una “buccia” intellettuale.
Invece era la polpa.
Per questo, anche se sembra assurdo, è il tempo di annunciare che 2+2 fa 4 e non fa 3.
Insomma, bisogna spiegare che una cosa è ciò che è, e che il suo essere tale non dipende dal mio sentire o non sentire.
Noi non siamo ciò in cui ci identifichiamo.
Noi siamo ciò che siamo, perché la mela è la mela, a prescindere dal fatto che tu senti di considerarla una rapa.
È la Verità che porta “frutto” e che ci rende liberi, non la nostra licenza di “trattarla” con dei sottoprodotti arbitrari e “pesticidi”.