“IL NUOVO ARENGARIO” SUL PREDICATORE APOSTOLICO E LE INFEDELTÀ BIBLICHE RILEVATE.

Padre Roberto Pasolini – Fonte Il Nuovo Arengario

Sul Nuovo Arengario del 14 Gennaio c.a. un articolo molto duro stigmatizza il nuovo Predicatore Apostolico Roberto Pasolini, Cappuccino. In generale, l’attacco è orientato alla conferenza di Febbraio 2024, che fu commentata anche da noi in molto approfondito in data 24 Dicembre 2024 Gesù omosessuale? Gli interrogativi del neo Predicatore Apostolico.

L’accusa principale mossa da Il Nuovo Arengario e da diversa stampa Cattolica è di interpretare in modo pregiudizievole determinati passi dell’A.T. e del Nuovo in modo da individuare precedenti omosessuali ammissibili, in qualche modo, anche dalle Scritture. Vengono in particolare riportate,

oltre ad una rapida citazione di diverse testate cattoliche preoccupate che un Predicatore Apostolico abbia simili idee, le critiche di Giuseppe Nardi, il quale, apertamente, afferma e ribadisce che il padre Roberto Pasolini si abbandona ad affermazioni del tipo “Pasolini afferma una relazione omosessuale tra Gionata e Davide [nell’Antico Testamento], e nel Nuovo Testamento fantastica su una relazione omosessuale tra il centurione romano e il suo servo malato.” (cf Nuovo predicatore della Casa Pontificia: la concupiscenza sul pulpito da Il Nuovo Aregnario).

Ma le cose non stanno esattamente così. Purtroppo, il Padre, nella conferenza in questione, tenuta a Varese a Febbraio 2024, precedentemente alla nomina, seguendo il metodo storico critico in auge da tempo in tutti i seminari sine limite, esamina più passi che potrebbero essere interpretati a quel modo, compresa una presunta omosessualità di Gesù, ma ribadendo anche più volte che si tratta di interpretazioni che forzano il testo, interpretazioni, lo dice chiaro, che non poggiano su nessuna base legittima. Su questo io mi soffermo a lungo nel mio accurato articolo del 24 Dicembre u.s., ove esamino punto per punto la registrazione, ribadendo sia gli svarioni ermeneutici che evidenziando le adeguate precisazioni del Padre. Invece, è vero che ha affermato, come da Nardi riportato e così da Il Nuovo Arengario anche, che ” ‘Possiamo immaginarlo, possiamo pensarci, potremmo volerci pensare. […] Niente ci impedisce di pensarlo e di immaginarlo’.”

Con ciò, il Padre la pensa così? Anche su questo nel mio articolo affermo e dimostro che il Padre non si esprime, ma lascia certo spazio alla fantasia … Soprattutto, afferma che spesso a determinati gruppi di interesse diviene familiare una interpretazione addomesticata ai propri fini. Un colpo al cerchio e uno alla botte? Forse! Non lo sappiamo, ma potremmo sospettarlo. Ma anche noi, ponendoci al livello del sospetto, ci abbandoneremmo alla fantasia, non ancora dimostrabile.

Resta vero il problema che sta a monte, come ampiamente argomentavo, e che nessuno mi pare abbia fino a questo momento segnalato, ovvero, la fuorviante relazione che il Padre pone tra Scritture e Tradizione, ove la Tradizione si ridurrebbe a storia delle interpretazioni. Ovviamente, da questa erronea impostazione, estranea al Magistero, si può poi dare adito ad interpretazioni pericolose circa il modo di valutare qualunque tema dogmatico o morale come anche l’omosessualità.

Rimando, dunque, al mio articolo e all’ascolto attento della conversazione registrata e passo passo commentata a fronte del testo da me trascritto quasi per intero, omettendo solo passi ripetitivi (ripeto Gesù omosessuale? Gli interrogativi del neo Predicatore Apostolico. con tanto di video e trascrizione).

Se condivido la sostanza della critica portata da Il Nuovo Arengario alla linea teologico ermeneutica di Padre Roberto Pasolini, tuttavia, trovo necessario, da parte di noi che dalla sua linea dissentiamo, non aggiungere affermazioni mai espresse, almeno in quel contesto che si dice di citare.

Mi sembra già sufficiente quello che il Padre ha detto per poter affermare una grave preoccupazione in riferimento al compito affidatogli alla Casa Pontificia, della quale, ora, fa parte quale membro effettivo; preoccupazione per la quale ci troviamo concordi con Il Nuovo Arengario.

Riprendo la seconda parte del titolo che ho dato a questo articolo per riferirmi non tanto alle “infedeltà” ermeneutiche di Padre Pasolini, che spero si risolvano in equivoci o si correggano, quanto per menzionare l’ottimo commento di Investigatore Biblico, articolo sempre de Il Nuovo Arengario e assolutamente calzante e preoccupante.

È in atto nelle ultime traduzioni un allontanamento sempre più grave dalla Vulgata di San Gerolamo considerata dalla Traduzione testo di fondamentale confronto quasi fosse Testo ispirato, comunque assai autorevole. In particolare le innumerevoli traduzioni additate da Osservatore Biblico non possono non addolorarci e ci pare che spesso tocchino tutto ciò che possa alludere ad aspetti trascendenti, metafisici, soprannaturali.

Oggi Investigatore Biblico, sempre su Il Nuovo Arengario, titola giustamente, e dobbiamo tenerlo ben presente perché le traduzioni influiscono sulla Fede:

Da Investigatore biblico del 14 Gennaio 2025

“Io Sono, non abbiate paura”: il versetto scomparso dalle Bibbie moderne. Il caso di Luca 24,36.

di INVESTIGATORE BIBLICO

Ciò che spesso mi lascia perplesso è constatare che le omissioni nelle Bibbie CEI non riguardano soltanto versetti che si potrebbero definire “secondari” — anche se ogni versetto, ogni “segno” della Parola di Dio è fondamentale e non andrebbe mai omesso — ma toccano spesso temi centrali della fede cristiana. Uno di questi è proprio il tema della Risurrezione.

Sembra che, con il passare del tempo e con l’uscita di nuove edizioni della Bibbia, alcune parti vengano sistematicamente ridotte o eliminate. Viene spontaneo domandarsi: è forse per risparmiare carta? Non lo sappiamo. Tuttavia, la preoccupazione è che, continuando di questo passo, potremmo trovarci con una Scrittura drasticamente ridimensionata e privata di elementi essenziali.

Un esempio lampante di questo fenomeno si trova in Lc 24,36, dove, nelle edizioni CEI del 1974 e del 2008, manca una parte cruciale del versetto.

CEI 1974 e 2008: “Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: Pace a voi (omesso)” (Lc 24,36)

Vulgata: “Dum autem hæc loquuntur, stetit Jesus in medio eorum, et dicit eis: Pax vobis: ego sum, nolite timere” (Lc 24,36)

Martini: “E nel discorrer, che facevano di tali cose, Gesù si stette in mezzo ad essi, e disse loro: La pace con voi: son io, non temete” (Lc 24,36)

Ricciotti: “E nel discorrer, che facevano di tali cose, Gesù si stette in mezzo ad essi, e disse loro: La pace con voi: son io, non temete” (Lc 24,36)

Come si può notare, nelle edizioni CEI manca la frase “Io Sono, non temete” (in greco ἐγώ εἰμι, μὴ φοβεῖσθε). Questa parte del versetto è presente in diversi manoscritti del Nuovo Testamento, tra cui il Papiro P45, uno dei più antichi manoscritti neotestamentari, databile al III secolo (1), e nel manoscritto 279, un codice minuscolo catalogato tra i manoscritti minori del Nuovo Testamento.

La frase “Io Sono, non abbiate paura” è uno dei momenti più significativi del Nuovo Testamento. Nonostante la sua assenza in alcune edizioni moderne come la CEI 1974 e 2008, la sua presenza nelle versioni antiche, quali la Vulgata e le traduzioni di Martini e Ricciotti, testimonia la sua importanza nella tradizione cristiana.

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O. F. M. Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Ancora con Padre Gianmarco Arrigoni O. F. M. Conv., Non è qui, è Risorto! Mimep-Docete, Marzo 2024.