Dal diario Facebook del 12 Gennaio 2024
Dopo l’Epifania di sei giorni fa, la Teofania di oggi (è bello guardare dentro le parole).
EPI-FANIA significa che quel giorno a Betlemme Dio si è “manifestato visibilmente” ai Magi.
TEO-FANIA significa che quel giorno sul Giordano Dio si è manifestato come Dio, portandomi a vedere e sentire l’abisso del suo essere
comunione trinitaria. Nell’io evidentemente umano di Cristo si cela il noi divino: si vede la colomba dello Spirito Santo e si sente la voce del Padre.
“Se Tu squarciassi i cieli e scendessi!”: così aveva implorato circa 2600 anni fa il profeta Isaia.
E Lui ha squarciato i cieli, è sceso. Si è manifestato come comunione, cosicché io – fatto a immagine e somiglianza con Dio – mi riconosca non con una identità individualistica, ma comunionale. Un io dentro la Sua compagnia; un io in relazione col Tu che mi dà il respiro adesso.
Mi SVEGLIO oggi contemplando il capolavoro di Piero della Francesca e mi RI-SVEGLIO ad un’autocoscienza totalmente donata, che fa respirare e fa vibrare di gratitudine il cuore.
Poi torno sul dipinto e mi colpisce un dettaglio. Incorniciato dal neofita che si sta spogliando per entrare in acqua, s’intravede una figura d’anziano uomo. È vestito d’azzurro e ammantato di giallo (i colori della paternità: si ripensi a san Giuseppe e a san Pietro negli affreschi di Giotto) e tiene il braccio proteso verso l’alto: verso la voce di Dio Padre che prorompe da lassù, nascosto dietro la lussureggiante chioma d’albero.
Il volto del Padre non si vede (“Chi vede Dio muore”), ma da oggi in poi guardando il bellissimo volto di Cristo possiamo anche noi dire: “Chi vede me vede il Padre”. E abbiamo una compagnia di amici “paterni” col braccio teso a suggerirci dove guardare.