Il significato spirituale della rovesciata!

Quanti di noi, da piccoli non vedevano l’ora di comprare le bustine delle figurine Panini per comporre il proprio Album di calcio? E ogni volta c’era qualche doppione, qualche possibilità di scambio di queste figurine nei minuti di ricreazione, a scuola: “io ho due Del Piero. Te ne cedo uno se tu mi dai Inzaghi”.

E l’emozione poi di appiccicarla: bellissima.

Ma ogni volta che quell’album lo chiudavamo, c’era questa immagine che ci catturava. Ci affascinava. Ci stimolava ad imitare la rovesciata

di Carlo Parola.

Oggi, a distanza di tanti anni, pur non facendo più l’album, mi dico che quella sola immagine ci ha raccontato qualcosa di più di un semplice gesto balistico.

La rovesciata non è solo un movimento estetico.

Ha un significato profondissimo. E come sarebbe bello se tutti praticassimo lo sport pensando al senso di ciò che stiamo facendo!

La rovesciata è estendere al massimo il proprio impegno. È dire a se stessi: io per raggiungere un obiettivo, farò il possibile.

“Volerò”, se è necessario. E’ un esercizio ascetico.

La rovesciata è accorgersi che spesso le traiettorie della vita, come quelle del pallone, non vanno sempre nella direzione che ci è più comoda. E allora, quando le cose non vanno per il verso giusto, non ci resta che provare a fare tutto ciò che ci è possibile fare.

Un gesto forte, importante, anche arduo.

È vero, sempre nei nostri limiti. Sempre come tentativo. Ma pur sempre come qualcosa di bellissimo e di fortissimo.

Le cose più belle arrivano dopo che hai fatto ciò che ti era possibile fare per raggiungerle. È lí che comincia lo straordinario.

È lí che lo sport non diventa più solo intrattenimento o emozione, ma un valore culturale insostituibile.

E ancora oggi per lo è. Rimane un faro importante di umanizzazione.

Un modo sano per imparare ad abitare un mondo insano.

L’aiuto di squadra, il farsi forza, l’uscire il coraggio, il difendere insieme, il sostenersi, l’allenarsi, il dominarsi, il seguire una disciplina…

Valori tutti importanti e anche molto imparentati con il percorso di disciplina spirituale che ogni buon cristiano dovrebbe seguire: mortificare i sensi, le passioni, ridestare in sè una volontà forte nel seguire il Signore, esercitarsi nella pietà…

Che questo gesto insegni a tutti noi che anche i palloni, ovvero quelle possibilità che sembriamo aver perso nella vita, possiamo almeno provare a recuperarle “rovesciando” i pronostici, facendo ciò che ci è possibile e consacrando alla Provvidenza e Volontà di Dio ciò che per noi è impossibile.

Tutto con umiltà. Ce lo ricorda la Parola di Dio:

“Egli ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”.

Come vedete, anche Dio fa le sue “rovesciate” e ci guarda, viene a vederci, “gioca” con noi.

Come un Padre fa con i suoi figli.

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Autore: Fra Andrea Palmentura OCD

Fra Andrea Palmentura, religioso Carmelitano Scalzo, è nato a Bari nel 1994 conseguendo il grado accademico del Baccalaureato presso la Facoltà Teologica di Santa Fara in Bari nel 2017 con una tesi sul Sacrificio di Cristo nell'Eucaristia. Ha conseguito la Licenza di specializzazione a Roma presso la Pontificia Facoltà del Teresianum in Teologia Spirituale con una tesi sullo Spirito Santo come guida all'unione con Dio secondo San Giovanni della Croce. Attualmente, è Dottorando in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Appartiene alla Semi Provincia dei Carmelitani Scalzi di Napoli.