RIFLESSIONE SULLA DECENTRALIZZAZIONE DEL MINISTERO PETRINO

Il Sinodo tra le molteplici richieste, ha proposto di decentralizzare il ruolo del Papa. Prima di avanzare una riflessione su suddetta proposta è dovuto fornire alcune informazioni anche di carattere etimologico sul ruolo più rilevante della Chiesa in quanto ogni Pontefice è vicario di Cristo. 

Etimologia del sostantivo Papa 

Dal greco pappas e significa padre. Sopraindicato titolo era già diffuso nell’antichità. In Oriente veniva utilizzato per rivolgersi a qualsiasi membro del clero. In Occidente inizialmente lo si impiegava per designare i Vescovi, poi fu adottato per il Pontefice solo sul finire del III secolo d. C; in riferimento si ricorda che nelle catacombe di San Callisto in Roma venne trovato un’epigrafe rifacentisi a Papa Marcellino il quale ha autorizzato il diacono Severo a erigere un cubicolo per se e la sua famiglia. Si riporta quanto segue:  

Il diacono Severo fece questo doppio cubiculum, con i suoi arcosolia e luminaria per ordine del suo papa Marcellino come quieta residenza di pace per sé e per la sua famiglia.

La figura del Papa nella Chiesa delle origini

Alcuni storici affermano che sino alla metà del II secolo d. C al Vescovo di Roma non viene riconosciuto alcun primato, anche se Ireneo di Lione nell’Adversus haereses (saggio scritto a contrasto della gnosi), redige un elenco di differenti attributi che illustra la figura del Papa: 

somma e antichissima e a tutti nota, fondata e costituita in Roma dai gloriosissimi Apostoli Pietro e Paolo. A questa Chiesa, per la sua peculiare principalità, è necessario che convenga ogni Chiesa, cioè i fedeli dovunque sparsi, poiché in essa la tradizione degli Apostoli è stata sempre conservata.

Bisogna attendere l’induzione del Concilio di Nicea per riconoscere l’autorità del Vescovo di Roma.

Riconoscimento della figura del Papa nei primi Concili 

Al primo Concilio di Nicea aperto il 19 giungo del 325 d. C vennero riconosciute le presenze di alcune sedi particolari, tra le tante quella di Roma, che possiede un particolare primato. Si cita in riferimento:  

In Egitto, nella Libia e nella pentapoli cirenaica siano mantenute le antiche consuetudini per cui il vescovo di Alessandria abbia autorità su tutte queste province; anche al vescovo di Roma infatti è riconosciuta una simile autorità. Ugualmente ad Antiochia e nelle altre province siano conservati alle chiese gli antichi privilegi.

Il primo Concilio di Costantinopoli tenutosi dal Maggio al Luglio del 381 d. C si decise che il Vescovo di Costantinopoli avrà il primato d’onore dopo il Vescovo di Roma. 

Titoli attribuibili al Papa 

1) Vicario di Cristo: Egli rappresenta Gesù sulla terra. 

2) Successore degli Apostoli: Il Papa è successore di Pietro, che per scelta di Cristo fu il primo Pontefice. Come ha definito la Costituzione Dogmatica Pastor Aeternus, approvata ed emanata Papa Pio IX durante il Concilio Vaticano I(scriverò in seguito) ha affermato che ogni successore di Pietro in virtù di quanto Gesù ha proferito al pescatore di Galilea è vicario di Cristo. Il Papa è inoltre il capo del Collegio Episcopale, ossia l’unione di tutti i Vescovi con a capo il Sommo Pontefice. Si afferma inoltre che quando il Pontefice si esprime o redige documenti in materia di fede e morale cristiana da ex Cathedra(la cattedra del Papa) è infallibile. 

3) Il Papa è primate d’Italia 

4) Sovrano della Città del Vaticano 

5) Servo dei Servi di Dio, titolo adottato da Gregorio Magno per indicare l’umiltà e il rispetto che il Pontefice deve a Dio. 

6) Ulteriore titolo è Patriarca d’Occidente, al quale Papa Benedetto XVI nel 2006 rinunciò per un auspicabile riavvicinamento delle Chiese separate. 

Il Primato Petrino 

E anch’io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’Ades non la potranno vincere. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto ciò che legherai in terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai in terra sarà sciolto nei cieli. 

La Chiesa fin dagli albori riconosce che Pietro ha un ruolo particolare tra gli Apostoli. Oltre alla Chiesa Cattolica, anche la Chiesa Ortodossa e le Chiese riformate riconoscono quanto sopra redatto, anche se non accettano che egli sia il Vicario di Cristo.  

Questione dottrinale 

Pietro è il primo Vescovo di Antiochia di Siria dal 30 al 64 d. C , ma in seguito anche di Roma dal 64 al 67 d. C.  

Perché la Chiesa Cattolica fa riferimento al Primato Petrino? 

Essa si fonda sulla Rivelazione di Cristo, il quale ha dato a Pietro il compito di fondarla. L’evangelista Giovanni al capitolo 21, 15 – 17 in proposito redige:  

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti amo». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi ami?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. 

Gesù chiede a Pietro di essere guida e pastore della Chiesa, di rappresentare e proporre alle genti mediante l’annuncio della Parola quanto Cristo, Sommo Bene ha annunciato e compiuto, affinché già qui e ora si realizzi il Regno di Dio. Ogni Pontefice dunque universalmente ha il gravoso incarico di indicare la via maestra verso la vita eterna e di custodire la Traditio Apostolica da eresie, scismi e soggettivismi.  

Cosa propone l’attuale Sinodo dei Vescovi circa il ruolo del Papa? 

Dopo aver fornito differenti elucubrazioni su ruolo del Pontefice(redigerò ulteriori articoli su codesto ruolo), si pone in evidenza quanto i membri del Sinodo hanno proposto. Gli articoli 130, 131, 132 e 133 ribadiscono il ruolo fondante del Pontefice e auspicano ad una possibile ricognizione anche con le altre confessioni cristiane. 

Il n. 134 del codesto documento mette in evidenza la volontà di decentralizzare il Ministero Petrino. Il Romano Pontefice vuole costituire dei gruppi di lavoro e studio ove si indichino quali materie sono riservate al Papa(riservatio papalis) e quali ai Vescovi in relazione alle proprie Chiese di appartenenza.  

E’ possibile? 

La Costituzione Dogmatica Lumen Gentium ribadisce che il Romano Pontefice oltre a essere il successore di Pietro è anche successore degli Apostoli. I Vescovi anch’essi successori degli Apostoli sono in comunione piena con il Vescovo di Roma e lavorano con Egli per la Chiesa. La Costituzione L.G ribadisce che non si può concepire il Collegio Episcopale scisso dal Papa, il quale ha piena potestà sui pastori e sui fedeli. La Chiesa attuale dovrebbe quindi far capo a quanto ribadito dalla Costituzione Lumen Gentium. Offrire ai singoli Vescovi la possibilità di agire autonomamente su tematiche ancora non esplicitate dall’attuale Papa, potrebbe creare situazioni di maggiore opposizione alla Chiesa di Roma e al Vicario di Cristo, il quale potrebbe essere sottovalutato in materia di fede e quindi pastorale, morale e liturgica. L’autonomia in codesti casi può risultare anche come occasione di ulteriori scissioni al corpo mistico di Cristo.  

Il n. 137 è un punto confusionario, in quanto propone che il Ministero Petrino si eserciti in forme nuove, senza però definire cosa si intende. Di fondamentale importanza il dialogo con le altre confessioni cristiane, già intrapreso da San Giovanni Paolo II e proseguito dal successore Benedetto XVI affinché viga come ricorda San Paolo una sola Chiesa, perché uno solo è il corpo di Cristo. 

Conclusioni 

L’attuale proposta del Sinodo lascia trasparire la volontà di mutare i capisaldi della Chiesa. Il Ministero Petrino è il servizio che il Pontefice svolge a livello universale, con la collaborazione di ulteriori Vescovi affinché risplenda l’immagine di Cristo via, verità e vita. E’ irrisorio voler decentralizzare il ruolo del Papa. Per un battezzato il Santo Padre è anzitutto come già citato il Vicario di Cristo e come tale non può essere equiparato ad un leader politico. Egli è rivestito di sacralità in quanto come primate della Chiesa ha il dovere di realizzare il Regno di Dio. Lui stesso è sottoposto alla Rivelazione, in quanto ogni scelta dovrebbe avere l’apice in Dio. La Rivelazione non si può mutare in relazione alle istanze contemporanee. Integro quanto sostenne san Giovanni XXIII sul non essere una Chiesa “museo”, ma la dottrina come ribadì il suddetto non può essere mutata. Cristo è lo stesso di ieri, oggi e sarà medesimo anche domani. L’inclusivo sregolato è il presupposto mediante il quale si genera confusione. La credibilità della Chiesa consta nell’essere fedele alla croce e nel perpetrare quanto il Divin Maestro ha ordinato agli Apostoli e non nel cedere alle eccentricità dell’esistenza, le quali non accrescono la fede, ma piuttosto la disorientano. Il vero fautore della storia è Cristo e l’uomo è realmente libero, nella dimensione in cui accetta il presupposto di figliolanza divina.

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Autore: Emanuele Sinese

Emanuele Sinese è nato a Napoli il 24 Novembre 1991 e da anni vive a Bergamo. Ha frequentato l’Istituto di Scienze Religiose in Bergamo, conseguendo nel 2017 la Laurea triennale con la tesi Il mistero eucaristico in San Pio da Pietrelcina. Nel 2019 ha ottenuto la Laurea magistrale con la tesi La celebrazione eucaristica secondo il rito di San Pio V.  È insegnante specialista di Religione. Da ottobre 2024 prosegue gli studi presso l'Ateneo Pontificio Regina Apostolorum.