Colletta
O Padre, che soccorri l’orfano e la vedova
e sostieni la speranza di chi confida nel tuo amore,
fa’ che sappiamo donare tutto quello che abbiamo,
sull’esempio di Cristo che ha offerto la sua vita per noi.
Conferenza, Episcopale, Italiana
Commento artistico-spirituale alla Prima Lettura della XXXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO B – 10 Ottobre 2024
Di don Tarcisio Tironi, Direttore M.A.C.S. (Museo di Arte e Cultura Sacra) di Romano di Lombardia-Bg
«In quei giorni, il profeta Elia si alzò e andò a Sarèpta. Arrivato alla porta della città, ecco una vedova che raccoglieva legna. La chiamò e le disse: “Prendimi un po’ d’acqua in un vaso, perché io possa bere”. Mentre quella andava a prenderla, le gridò: “Per favore, prendimi anche un pezzo di pane”. Quella rispose: “Per la vita del Signore, tuo Dio, non ho nulla di cotto, ma solo un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio; ora raccolgo due pezzi di legna, dopo andrò a prepararla per me e per mio figlio: la mangeremo e poi moriremo”. Elia le disse: “Non temere; va’ a fare come hai detto. Prima però prepara una piccola focaccia per me e portamela; quindi ne preparerai per te e per tuo figlio, poiché così dice il Signore, Dio d’Israele: La farina della giara non si esaurirà e l’orcio dell’olio non diminuirà fino al giorno in cui il Signore manderà la pioggia sulla faccia della terra”. Quella andò e fece come aveva detto Elia; poi mangiarono lei, lui e la casa di lei per diversi giorni. La farina della giara non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì, secondo la parola che il Signore aveva pronunciato per mezzo di Elia» (1Re 17,10-16).
La scena si svolge in Israele, verso il 900 a.C. a Sarèpta nel Libano odierno, regione di Sidone, nell’antica Fenicia pagana. Il profeta di Tisbe, nell’attuale Giordania, obbedisce all’ordine del Signore di andare a Sarèpta, cioè all’estero dove, accolto da una vedova, compie nel nome del Signore due prodigi: il moltiplicarsi della farina e dell’olio e la resurrezione del figlio della vedova. Gesù stesso, a Nazaret, ricorderà questo episodio: «C’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per oltre tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia nel paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova di Sarepta di Sidone» (Luca 4,25-26).
L’«Offerta a Elia della vedova di Sarèpta» è un dipinto ad olio su tela, compiuto da Mattia Preti, attorno al 1643, oggi nell’episcopio di Brindisi. La scena mostra il grande profeta, alle porte della città, mentre chiede accoglienza alla vedova che, con il figlio, sta raccogliendo fasci di legna. Alla richiesta di un po’ d’acqua e di un pezzo di pane, la donna s’inginocchia offrendo «un pugno di farina nella giara e un po’ d’olio nell’orcio».
Dai «Canti dell’innocenza e dell’esperienza» (1794) di William Blake:
«Per vedere il mondo in un granello di sabbia
e il paradiso in un fiore selvatico,
tieni l’infinito nel palmo della mano
e l’Eternità in un’ora».
don Tarcisio Tironi
direttore M.A.C.S.