La fede ZTL e i teologi radical-choc

“E il popolo che non li capisce” si potrebbe aggiungere come sottotitolo, ma tanto chi se ne importa del popolo: conta la popolarità degli slogan facili. La fede della gente semplice, del resto, è solo un sottotitolo per alcuni teologi moderni.

Infatti, negli ultimi decenni abbiamo assistito, all’interno del dibattito cattolico, al “Passaparola” teologico, al torneo di chi la dice più difficile usando il parolone del giorno e non capendo cosa ha appena detto.

Celebre è il caso di Karl Rahner. Già, una vera svolta, al punto che nemmeno i suoi collaboratori e allievi comprendevano bene determinati concetti (parola loro).

Eppure si potrebbe obiettare che san Tommaso d’Aquino non scherzasse nel Medioevo, visto che la sua Somma Teologica è ancora oggi oggetto di diverse interpretazioni.

Basti pensare che Padre Radcliffe crede di averla pure capita….

Tuttavia, la funzione dei teologi, dei predicatori, nonchè dei Concili stessi, era proprio quella di mediare quel linguaggio così elevato e tradurlo per il popolo in concetti comprensibili.

Oggi no, non è concesso nemmeno quello.

La gente se ne va da una parte e i teologi radical-chic di conseguenza svoltano a “sinistra”.

Ma chi sono questi “radical-chic”?

Sono gli amanti della Teologia dei quartieri “Parioli”, una Teologia che parla alle menti accademiche ma non alla ragione, che confonde la dottrina cattolica con le opinioni personali dei singoli, che vive sull’attico delle teorie più progressiste, tra champagne di relativismo e posate dorate di buonismo.

Ma siccome non è oro tutto ciò che luccica, il fiuto del popolo di Dio la sa lunga più del diavolo, e si accorge che tra discussioni pesanti dove non si nomina nemmeno Gesù Cristo, lungaggini inutili da mandare in psicanalisi persino Freud, e concetti espressi a metà tra il cattolicesimo e il protestantesimo, l’unica soluzione è tornare a mangiare in modo sano, in modo da saziarsi.

E’ sufficiente aprire i Vangeli, è sufficiente dare del “Tu” a Gesù Cristo, amarlo e annunciarlo con ardore, è sufficiente aprire le opere dei santi e dei mistici per rendersi conto del tesoro che abbiamo e che non dobbiamo perdere, per rendersi conto che negli ultimi decenni si è “speso” tanto senza acquistare granchè di buono.

I teologi radical-chic però, sembrano asserragliati nel loro quartiere privilegiato, chiusi nella loro zona ZTL, pronti a parlare di “perdono” e “compassione” per tutti, ma se qualcuno ha una posizione contraria alla loro, passa un brutto quarto d’ora. Ecco come nasce la borghesia intellettuale.

Ovviamente non si può nemmeno generalizzare. Non sono tutti così. E’ vero.

Però l’indice di diffusione di alcuni concetti di questi professoroni pronti tanto a proporre il sacerdozio femminile come la grande conquista del XXI secolo, quanto a contestare la Risurrezione di Cristo, è innegabile.

E qui la contraddizione appare chiara: mentre nei confronti del popolo di Dio che riempie le parrocchie quando si celebrano eventi o feste che richiamano la vera devozione e il vero amore per il Signore, la Vergine e i santi, i radical-chic storcono il naso e chiama quella folla “farisei” (per non ammettere che anche loro avrebbero bisogno di recitare qualche “Ave Maria”), nei confronti del mondo invece stendono i tappeti rossi e sono preoccupati di accondiscendere alle richieste.

In pratica, vanno d’accordo con tutti tranne che con il Cattolicesimo stesso.

Eppure la Sacra Scrittura dalla quale loro partono, li invita ad essere “amministratori fedeli” (1Cor 4,12) e non ideologi “spinti da qualsiasi vento di dottrina” (Ef 4,14).

Ma questa è una generazione di teologi pavidi, ultrasensibili alle tematiche umanitarie, filantropliche, ecumeniche ed ecologiche, e poco propensi a riaffermare con decisione e coraggio le verità di sempre, tanto scomode quanto immutabili.

C’è un’allergia ai dogmi, un odio incomprensibile verso tutto ciò che è assimilabile alla parola “Tradizione”, un rigurgito luterano di ribellione verso ciò che la Chiesa afferma da sempre.

Insomma, è un dramma teatrale dal titolo “Nessun dogma”.

Solo che per l’ennesima volta il biglietto è per alcuni, ma in questo caso siamo contenti di non partecipare a tali spettacoli. Da cattolici vorremmo semplicemente ribadire le verità fondamentali del nostro credo, e chiedere ai teologi radical-chic di non scandalizzare il popolo di Dio con le loro teorie astruse.

Dallo chic allo choc è un attimo. Con perdita della fede annessa.

Non ci resta che pregare e agire in modo da restituire la categoria del “popolo di Dio” al popolo di Dio e non a chiunque, perchè di svendite a buon mercato ne abbiamo già abbastanza. Ci manca solo il populismo borghese di sinistra.

Siate vigilanti, anzi “vigili”, viste le zone ZTL.

E siate virili, visto che alla Teologia di oggi hanno tolto anche gli “attributi”. Non pensate al male. Ci riferiamo agli attributi divini, quelli che definiscono Dio come “Misericordioso, Onnipotente, Giusto, Santo..etc..”.

Meglio spiegare e tradurre per il nostro amato popolo di Dio e meglio ribadire certe verità affinchè anche il mondo “ascoltando creda, credendo speri, sperando ami”.

ASVASDV

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Autore: Fra Andrea Palmentura OCD

Fra Andrea Palmentura, religioso Carmelitano Scalzo, è nato a Bari nel 1994 conseguendo il grado accademico del Baccalaureato presso la Facoltà Teologica di Santa Fara in Bari nel 2017 con una tesi sul Sacrificio di Cristo nell'Eucaristia. Ha conseguito la Licenza di specializzazione a Roma presso la Pontificia Facoltà del Teresianum in Teologia Spirituale con una tesi sullo Spirito Santo come guida all'unione con Dio secondo San Giovanni della Croce. Attualmente, è Dottorando in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma. Appartiene alla Semi Provincia dei Carmelitani Scalzi di Napoli.